Tre proiettili in una busta e gomme tagliate a un imprenditore

Tre proiettili in una busta e gomme tagliate a un imprenditore
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NOVARA - E’ entrato nel vivo, con l’esame di uno degli imputati, martedì in Tribunale a Novara, il processo per una presunta tentata estorsione che vede alla sbarra alcuni personaggi già coinvolti nell’omicidio di Ettore Marcoli, imprenditore di 35 anni ucciso il 20 gennaio 2010 a Romentino. A essere sul banco degli imputati, Francesco Gurgone (nel delitto ritenuto il mandante), Vincenzo Fagone (il ‘palo’), Tancredi Brezzi (l’armiere) e Alessandro Cavalieri, il super testimone che, con le sue dichiarazioni, portò, con le indagini, a far luce sul delitto. In aula ha parlato Brezzi, il solo dei quattro presente al processo, assistito dal suo difensore. «Non so nulla – ha sostenuto – di buste con proiettili (quella che giunse all’imprenditore vittima del tentativo di estorsione, ndr). Non ho mai visto un proiettile in vita mia». E ancora: «Portavo alcuni documenti al commercialista di Cavalieri, ma mai ho avuto con me una busta con proiettili. So che un giorno che facevo queste consegne con Fagone, lui ne aveva da consegnare un’altra. Non so cosa ci fosse dentro». Al centro del processo, un tentativo di estorsione nei confronti di un imprenditore del settore trasporti, Patrizio Giacometti. Per l’accusa i quattro sarebbero stati interessati a un piazzale dove operava la società di quest’ultimo e avrebbero messo in atto una serie di azioni intimidatorie, per ottenerne l’utilizzo. Prossima udienza il 13 settembre.

mo.c.

 

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 7 aprile 2016 

NOVARA - E’ entrato nel vivo, con l’esame di uno degli imputati, martedì in Tribunale a Novara, il processo per una presunta tentata estorsione che vede alla sbarra alcuni personaggi già coinvolti nell’omicidio di Ettore Marcoli, imprenditore di 35 anni ucciso il 20 gennaio 2010 a Romentino. A essere sul banco degli imputati, Francesco Gurgone (nel delitto ritenuto il mandante), Vincenzo Fagone (il ‘palo’), Tancredi Brezzi (l’armiere) e Alessandro Cavalieri, il super testimone che, con le sue dichiarazioni, portò, con le indagini, a far luce sul delitto. In aula ha parlato Brezzi, il solo dei quattro presente al processo, assistito dal suo difensore. «Non so nulla – ha sostenuto – di buste con proiettili (quella che giunse all’imprenditore vittima del tentativo di estorsione, ndr). Non ho mai visto un proiettile in vita mia». E ancora: «Portavo alcuni documenti al commercialista di Cavalieri, ma mai ho avuto con me una busta con proiettili. So che un giorno che facevo queste consegne con Fagone, lui ne aveva da consegnare un’altra. Non so cosa ci fosse dentro». Al centro del processo, un tentativo di estorsione nei confronti di un imprenditore del settore trasporti, Patrizio Giacometti. Per l’accusa i quattro sarebbero stati interessati a un piazzale dove operava la società di quest’ultimo e avrebbero messo in atto una serie di azioni intimidatorie, per ottenerne l’utilizzo. Prossima udienza il 13 settembre.

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