Truffata da 5 distinti “uomini d’affari”
Premiata ditta truffe immobiliari, formata dai signori “Hugo Cabrera, manager”, “Franco Pavesi, dottore” e “Giorgio Levi, professore”; poi c’era il “mediatore” e un quinto compagno di merende, tutti distintissimi e abituati a trattare affari in location di lusso a Lugano, Nizza, Strasburgo....
Nelle rete dei suddetti, che in realtà hanno nomi diversi - conosciamo solo le iniziali, ovvero G.C., 60enne aostano; D.P.V., 63enne di Cilavegna; M.R., 66enne di Abbiategrasso; e poi A.N.D. e G.A., 71 e 56 anni, entrambi di Gattinara - è finita una nota imprenditrice novarese, titolare tra gli altri beni di un imponente immobile, un capannone di valore ubicato a Nibbiola. Avendo bisogno di liquidità, ha dato ascolto ai cinque soggetti, sedicenti mediatori per conto di diversi clienti, tra i quali - millantavano - anche una holding per “conto del Vaticano”: un buon affare per tutti, la vendita del capannone, con prezzo fissato a ben 2 milioni e mezzo. La vittima designata, consigliata da uno dei 5, che conosceva, e rassicurata da briefing in lussuosi hotel nelle note citate località, pensava che tutto fosse a posto. Ovvero affare fatto. Solo che per la firma del compromesso si è vista chiedere una “giusta percentuale“ (per il movimento del malloppone): chiesti in un primo momento dai 5 “uomini d’affari” 400.000 euro, versati poi dalla imprenditrice “solo” 150.000. In contanti. A quel punto i 5 sono spariti. La vittima non ha potuto far altro che sporgere denuncia. Ha operato il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Aosta. Mesi di indagini, e alla fine le Fiamme gialle hanno identificato e denunciato tutti i presunti ideatori della frode, «già noti - spiega il tenente colonnello Piergiuseppe Cananzi - per essere truffatori di mestiere. Per questo abbiamo reso pubblici i “nomi d’arte”: potrebbe esserci altre vittime. In questo caso possono farsi avanti».
p.v.
leggi il servizio sul Corriere di Novara di sabato 28 maggio
Premiata ditta truffe immobiliari, formata dai signori “Hugo Cabrera, manager”, “Franco Pavesi, dottore” e “Giorgio Levi, professore”; poi c’era il “mediatore” e un quinto compagno di merende, tutti distintissimi e abituati a trattare affari in location di lusso a Lugano, Nizza, Strasburgo....
Nelle rete dei suddetti, che in realtà hanno nomi diversi - conosciamo solo le iniziali, ovvero G.C., 60enne aostano; D.P.V., 63enne di Cilavegna; M.R., 66enne di Abbiategrasso; e poi A.N.D. e G.A., 71 e 56 anni, entrambi di Gattinara - è finita una nota imprenditrice novarese, titolare tra gli altri beni di un imponente immobile, un capannone di valore ubicato a Nibbiola. Avendo bisogno di liquidità, ha dato ascolto ai cinque soggetti, sedicenti mediatori per conto di diversi clienti, tra i quali - millantavano - anche una holding per “conto del Vaticano”: un buon affare per tutti, la vendita del capannone, con prezzo fissato a ben 2 milioni e mezzo. La vittima designata, consigliata da uno dei 5, che conosceva, e rassicurata da briefing in lussuosi hotel nelle note citate località, pensava che tutto fosse a posto. Ovvero affare fatto. Solo che per la firma del compromesso si è vista chiedere una “giusta percentuale“ (per il movimento del malloppone): chiesti in un primo momento dai 5 “uomini d’affari” 400.000 euro, versati poi dalla imprenditrice “solo” 150.000. In contanti. A quel punto i 5 sono spariti. La vittima non ha potuto far altro che sporgere denuncia. Ha operato il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Aosta. Mesi di indagini, e alla fine le Fiamme gialle hanno identificato e denunciato tutti i presunti ideatori della frode, «già noti - spiega il tenente colonnello Piergiuseppe Cananzi - per essere truffatori di mestiere. Per questo abbiamo reso pubblici i “nomi d’arte”: potrebbe esserci altre vittime. In questo caso possono farsi avanti».
p.v.
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