Uccise il patrigno in via Juvarra: processo con rito abbreviato
NOVARA – Udienza preliminare oggi pomeriggio, martedì 5 aprile, in Tribunale a Novara davanti al pm Silvia Baglivo e al gip Angela Nutini, per Andrea Corallo, il 27enne fermato per il delitto di Davide Gabasio, muratore di 47 anni e ‘patrigno’ del giovane, omicidio avvenuto il 14 marzo in un alloggio di via Juvarra, alla Rizzottaglia.
Il ragazzo, scarcerato lo scorso maggio, al momento è ospite da alcuni parenti a Vercelli e oggi non era in aula. Lo rappresentava il suo difensore, l’avvocato Annalisa Lipari, che ha chiesto per il suo assistito il rito abbreviato. La richiesta è stata accettata e l’udienza è stata aggiornata al 6 settembre 2016 per la discussione e l’eventuale costituzione delle parti civili. La Procura contesta a Corallo l’omicidio preterintenzionale (ossia quando il decesso si registra a seguito di lesioni o percosse in cui, però, manca la volontà di uccidere). Un’accusa riqualificata già nel momento in cui è stato scarcerato e certo meno grave rispetto all’accusa iniziale, che era di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Il 27enne ha sempre sostenuto di non voler uccidere il ‘patrigno’ e che aveva cercato di difendersi.
mo.c.
NOVARA – Udienza preliminare oggi pomeriggio, martedì 5 aprile, in Tribunale a Novara davanti al pm Silvia Baglivo e al gip Angela Nutini, per Andrea Corallo, il 27enne fermato per il delitto di Davide Gabasio, muratore di 47 anni e ‘patrigno’ del giovane, omicidio avvenuto il 14 marzo in un alloggio di via Juvarra, alla Rizzottaglia.
Il ragazzo, scarcerato lo scorso maggio, al momento è ospite da alcuni parenti a Vercelli e oggi non era in aula. Lo rappresentava il suo difensore, l’avvocato Annalisa Lipari, che ha chiesto per il suo assistito il rito abbreviato. La richiesta è stata accettata e l’udienza è stata aggiornata al 6 settembre 2016 per la discussione e l’eventuale costituzione delle parti civili. La Procura contesta a Corallo l’omicidio preterintenzionale (ossia quando il decesso si registra a seguito di lesioni o percosse in cui, però, manca la volontà di uccidere). Un’accusa riqualificata già nel momento in cui è stato scarcerato e certo meno grave rispetto all’accusa iniziale, che era di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Il 27enne ha sempre sostenuto di non voler uccidere il ‘patrigno’ e che aveva cercato di difendersi.
mo.c.