Un centro di accoglienza nel Novarese?

Un centro di accoglienza nel Novarese?
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L’incontro tra il ministro dell’Interno Marco Minniti e il presidente dell’Anci Antonio Decaro “sulle criticità che si sono recentemente manifestate nel sistema di accoglienza dei migranti", come recita una nota del Viminale, ha portato ad una cabina di regia che “si riunirà ogni settimana, per gestire insieme l’accoglienza diffusa e sciogliere quelle criticità, nella consapevolezza dell'importanza del ruolo svolto, ognuno per la propria parte, dai prefetti e dai sindaci”.
Nei piani del ministero la percentuale rispetto alla popolazione sale da 2,5 a tre profughi (la media di Novara è già di 5 richiedenti asilo) ogni mille residenti. restano i problemi del Piemonte, con Comuni dove i migranti vengono accolti e altri dove non ce n’è neppure uno e i molti dove il parametro fissato è superato abbondantemente (Novara in primis). Un aspetto, questo, che si incrocia con un altro tema affrontato al Viminale e che, pure questo, divide i sindaci: il ricorso allo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che vede una partecipazione attiva e di governo dell’ente locale, oppure “delegare” la questione ai Cas, ovvero  i Centri di accoglienza straordinaria affidati ad altri enti o, quasi sempre, a cooperative.
Si da sempre più concreta, intanto, l’ipotesi di una possibile localizzazione di un terzo centro di prima accoglienza in provincia di Novara. 
Lo ha dichiarato Monica Cerutti, assessore all'Immigrazione della Regione Piemonte, durante la visita al Centro polifunzionale “Fenoglio” di Settimo Torinese, il centro di prima accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, gestito dalla Croce Rossa Italiana.
«La mia visita al centro Fenoglio vuole essere una testimonianza della vicinanza e gratitudine della Regione Piemonte nei confronti degli uomini e delle donne che quotidianamente sono impegnati nella gestione della prima accoglienza in Piemonte e nei confronti di un'amministrazione comunale che ha deciso di governare il fenomeno di concerto con le altre istituzioni - ha commentato - Le difficoltà nella gestione dell'accoglienza sono sotto gli occhi di tutti, ma credo sia importante dare spazio anche alle esperienze positive. L'obiettivo della Regione Piemonte è quello di ampliare la rete dell'accoglienza, ma senza imporla, di concerto con l'Anci e le Prefetture. È fondamentale accompagnare le amministrazioni locali nella costruzione di progettualità condivise. Il nostro sistema regionale prevede un secondo centro di prima accoglienza a Castello di Annone, in provincia di Asti, entrato in funzione da qualche settimana. Verificheremo nei prossimi mesi le necessità e la possibile localizzazione di un terzo centro di prima accoglienza sul territorio piemontese».
Sarà nel Novarese?
««La Regione Piemonte sta verificando la capacità, in termini numerici, di prima accoglienza degli attuali due centri presenti a Settimo Torinese e Castello di Annone. Il nostro obiettivo è evitare il più possibile grandi concentrazioni di migranti nelle due strutture, seppur di persone in transito verso le accoglienze distribuite nelle province. In questa direzione stiamo valutando la possibilità di individuare un terzo centro di prima accoglienza che necessariamente, per motivi logistici, potrebbe essere nel nord del Piemonte, ma al momento non esiste alcuna ipotesi concreta di collocazione territoriale e nel caso si individuasse si procederà in un percorso di condivisione con la realtà interessata» 
Sandro Devecchi

Leggi di più sul Corriere di Novara di sabato 22 luglio 2017 

L’incontro tra il ministro dell’Interno Marco Minniti e il presidente dell’Anci Antonio Decaro “sulle criticità che si sono recentemente manifestate nel sistema di accoglienza dei migranti", come recita una nota del Viminale, ha portato ad una cabina di regia che “si riunirà ogni settimana, per gestire insieme l’accoglienza diffusa e sciogliere quelle criticità, nella consapevolezza dell'importanza del ruolo svolto, ognuno per la propria parte, dai prefetti e dai sindaci”.
Nei piani del ministero la percentuale rispetto alla popolazione sale da 2,5 a tre profughi (la media di Novara è già di 5 richiedenti asilo) ogni mille residenti. restano i problemi del Piemonte, con Comuni dove i migranti vengono accolti e altri dove non ce n’è neppure uno e i molti dove il parametro fissato è superato abbondantemente (Novara in primis). Un aspetto, questo, che si incrocia con un altro tema affrontato al Viminale e che, pure questo, divide i sindaci: il ricorso allo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che vede una partecipazione attiva e di governo dell’ente locale, oppure “delegare” la questione ai Cas, ovvero  i Centri di accoglienza straordinaria affidati ad altri enti o, quasi sempre, a cooperative.
Si da sempre più concreta, intanto, l’ipotesi di una possibile localizzazione di un terzo centro di prima accoglienza in provincia di Novara. 
Lo ha dichiarato Monica Cerutti, assessore all'Immigrazione della Regione Piemonte, durante la visita al Centro polifunzionale “Fenoglio” di Settimo Torinese, il centro di prima accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, gestito dalla Croce Rossa Italiana.
«La mia visita al centro Fenoglio vuole essere una testimonianza della vicinanza e gratitudine della Regione Piemonte nei confronti degli uomini e delle donne che quotidianamente sono impegnati nella gestione della prima accoglienza in Piemonte e nei confronti di un'amministrazione comunale che ha deciso di governare il fenomeno di concerto con le altre istituzioni - ha commentato - Le difficoltà nella gestione dell'accoglienza sono sotto gli occhi di tutti, ma credo sia importante dare spazio anche alle esperienze positive. L'obiettivo della Regione Piemonte è quello di ampliare la rete dell'accoglienza, ma senza imporla, di concerto con l'Anci e le Prefetture. È fondamentale accompagnare le amministrazioni locali nella costruzione di progettualità condivise. Il nostro sistema regionale prevede un secondo centro di prima accoglienza a Castello di Annone, in provincia di Asti, entrato in funzione da qualche settimana. Verificheremo nei prossimi mesi le necessità e la possibile localizzazione di un terzo centro di prima accoglienza sul territorio piemontese».
Sarà nel Novarese?
««La Regione Piemonte sta verificando la capacità, in termini numerici, di prima accoglienza degli attuali due centri presenti a Settimo Torinese e Castello di Annone. Il nostro obiettivo è evitare il più possibile grandi concentrazioni di migranti nelle due strutture, seppur di persone in transito verso le accoglienze distribuite nelle province. In questa direzione stiamo valutando la possibilità di individuare un terzo centro di prima accoglienza che necessariamente, per motivi logistici, potrebbe essere nel nord del Piemonte, ma al momento non esiste alcuna ipotesi concreta di collocazione territoriale e nel caso si individuasse si procederà in un percorso di condivisione con la realtà interessata» 
Sandro Devecchi

Leggi di più sul Corriere di Novara di sabato 22 luglio 2017 

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