Un fendente al fianco risultato fatale per Davide Gabasio
NOVARA – «Correte, presto, ho ferito mio padre». Questo il tenore della chiamata giunta alla centrale del 118 sabato intorno alle 13. A chiamare i soccorsi, Andrea Corallo, 27 anni, che, pochi istanti prima, stando a quanto emerso sinora dalle indagini, avrebbe colpito al fianco con un solo fendente il patrigno Davide Gabasio, che viveva con lui in un alloggio all’ottavo piano di una casa popolare di via Juvarra 5, patrigno che un’ora più tardi sarebbe spirato.
NOVARA – «Correte, presto, ho ferito mio padre». Questo il tenore della chiamata giunta alla centrale del 118 sabato intorno alle 13. A chiamare i soccorsi, Andrea Corallo, 27 anni, che, pochi istanti prima, stando a quanto emerso sinora dalle indagini, avrebbe colpito al fianco con un solo fendente il patrigno Davide Gabasio, che viveva con lui in un alloggio all’ottavo piano di una casa popolare di via Juvarra 5, patrigno che un’ora più tardi sarebbe spirato.
E’ stato lo stesso giovane a prestare i primi soccorsi all’uomo, sbracciandosi poi verso la strada, per gridare ai passanti, ignari in quel momento dell’accaduto, di indicare l’ultimo piano quando sarebbe giunta l’ambulanza. Ha poi atteso in casa l’arrivo della Polizia. Sul posto, a ridosso delle scuole del quartiere e dietro all’ex Centro sociale di viale Giulio Cesare, oltre all’ambulanza del 118, i Vigili del fuoco, che si sarebbero dovuti occupare di portar giù il ferito, e tre auto della Polizia, due delle Volanti e una della Squadra Mobile.
L’esatta dinamica dell’accaduto è al momento in fase di ricostruzione dagli inquirenti, che stanno raccogliendo informazioni e ascoltando eventuali testimoni. Sulla vicenda vige, comunque, il massimo riserbo. Quello che sembra per ora certo è che, intorno all’ora di pranzo, tra i due uomini (patrigno e figliastro), sia sorta una lite poi degenerata. Il giovane, in quei frangenti, con ogni probabilità molto movimentati, avrebbe afferrato un coltello, colpendo il 47enne al fianco. Una sola ferita, ma, purtroppo, così profonda, che l’uomo non ce l’ha fatta. Quel solo colpo, infatti, gli è stato fatale.
I sanitari hanno tentato più volte di rianimarlo, ma inutilmente. E’ morto nel corridoio della casa un’ora dopo il ferimento. Il ragazzo, ora in carcere con l’accusa di omicidio e subito portato in Questura dalla Polizia (le indagini sono coordinate dalla Procura con il sostituto procuratore Nicola Serianni), a quanto sta affiorando, pare avesse pensato solo di averlo ferito. Pochi secondi e ha capito la gravità dell’accaduto, dandosi da fare per soccorrere il patrigno e cercare di salvarlo. Si è poi lasciato portare via dagli agenti, da un’auto della Mobile e una Volante.
In strada si è formato celermente un capannello di gente, amici, vicini di casa e conoscenti dei due uomini, ‘attratti’ fuori dalle proprie abitazioni dalle sirene spiegate con cui son intervenuti i soccorsi e le Forze dell’Ordine. Tutti a chiedersi cosa potesse essere accaduto, tutti scossi dall’apprendere che in quell’appartamento all’ultimo piano fosse andato in scena un accoltellamento. Nessuno ci voleva credere. Nessuno, soprattutto, voleva credere che fosse stato il giovane, descritto come un ragazzo tranquillo e mai violento, a colpire il patrigno, a reagire così nella lite.
Gabasio e Corallo vivevano una situazione difficile, di disagio, fatta di lavori saltuari e di denaro sempre da cercare per poter andare avanti, per pagare l’affitto e mangiare. E sovente le discussioni pare fossero legate proprio a questi problemi.
Sabato pomeriggio qualche vicino ha sentito litigare, ma non immaginava potesse finire così. «Si pensava a una normale lite in famiglia, nulla di più». Qualcun altro, invece, racconta di aver proprio sentito le parole del 47enne, che avrebbe gridato, durante la discussione: «aiuto, sto male».
In casa, in quei momenti, solo loro due. Le sorelle e un altro fratello (figli alcuni di Gabasio, un altro della madre del giovane arrestato, scomparsa anni fa) vivono fuori Novara, chi a Vercelli, chi anche in Sicilia, con le rispettive famiglie.
Sotto casa, man mano, a indicare con chiarezza come le cose si fossero messe male per il ferito, il personale dell’ambulanza sceso dall’appartamento solo con le proprie strumentazioni e senza il 47enne, l’ambulanza che lasciava la casa e l’arrivo dapprima della Polizia scientifica, per tutti i rilievi del caso, e, quindi, del medico legale, la dottoressa Emanuela Agosta. Questo, intorno alle 15. Mentre la notizia della morte di Gabasio si diffondeva tra i vicini, anche l’arrivo, intorno alle 16, dell’agenzia di pompe funebri, per recuperare il cadavere dell’uomo, portato via intorno alle 16,30.
L’alloggio è stato posto sotto sequestro. Sul posto anche la Polizia locale con un volontario dell’Enpa, che ha recuperato il gatto del giovane. L’autopsia sul corpo di Gabasio sarà eseguita nei prossimi giorni.
mo.c.
[nella foto: Andrea Corallo]