Vergante in lutto per Valerio Carini
Il ricordo dell'uomo della famiglia.
Tutto il Vergante è in lutto per la morte di Valerio Carini, storico fondatore di un celebre ristorante al Poggio radioso di Nebbiuno.
Addio a Valerio Carini, storico ristoratore vergantino
Se ne va un pezzo di storia del paese. E' scomparso giovedì 29 ottobre a 85 anni Valeriano Carini, conosciuto come Valerio, che gestiva il ristorante «La pagoda» al Poggio radioso. Era nato il 15 gennaio 1935 e lascia la moglie Maria Antonietta, le figlie Livia, Laura e Adriana, oltre ai nipoti Claudia, Riccardo, Elena, Marta e Silvia. Aveva trascorso le ultime settimane di vita all'ospedale Santissima Trinità di Borgomanero, dove è mancato a causa del Covid-19. Era stato proprio lui ad aprire il ristorante nel gennaio del 1970: quest'anno ricorre il 50° anniversario, ma Valerio non ha potuto realizzare il sogno di fare una grande festa con parenti e amici. Originario di Invorio superiore, gestì il locale con la moglie e l'aiuto negli ultimi vent'anni della figlia Laura.
«Era una persona sorridente e socievole - racconta Livia - aveva una cerchia di amici incredibile, sia per l’attività lavorativa che per il suo carattere, lo amavano in tanti. Era un accanito cacciatore di beccacce: si svegliava presto al mattino, stava ore e ore con gli amici ad aspettarle, per tre volte a settimana ci andò fino a due mesi fa. Adorava lo sport e in particolare il calcio con la sua Juventus, quando vinceva lo scudetto metteva bandiere ovunque e attaccava i gadget qua e là per far arrabbiare milanisti e interisti che frequentavano il locale. Gli piaceva la montagna, soprattutto il monte Cornaggia, e amava molto camminare nella natura. E adorava il suo lavoro: “La pagoda” non chiudeva quasi mai. Ma la cosa più importane per lui era la famiglia, ci proteggeva con amore infinito, e tutto è stato ancora più intenso dopo la nascita dei nipoti: non sono mai mancate le belle domeniche e le gite».
Carini era una vera e propria istituzione anche in materia di funghi per tutto il territorio: «Era bellissimo vedere persone che venivano al ristorante anche solo per parlare con lui, chiedevano informazioni sui funghi. Lo ritenevano un punto di riferimento della zona, e lo avvisavano in caso di incendi. Mia madre gli è sempre stata vicina, si dice che dietro un uomo forte c'è sempre una donna forte. Purtroppo la pandemia sanitaria lo ha privato della soddisfazione di coronare una bella carriera, impedendo l’organizzazione della festa per i 50 anni di attività al Poggio radioso. Ha fatto tutto ciò in cui ha creduto nella vita, diceva che ogni giorno in più, dagli 80 anni in poi, è un dono, che ha vissuto in pieno fino a tre settimane fa».