Verso l’unità pastorale missionaria il Vergante

Verso l’unità pastorale missionaria il Vergante
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NOVARA, 19 LUG - Continua il lavoro di revisione proposto dal vescovo di Novara e dal XXI Sinodo diocesano per far fronte alle nuove sfide dell’evangelizzazione e alla progressiva riduzione dei sacerdoti.

Ad essere interessate in queste settimane sono le 16 comunità parrocchiali del Vergante: Ghevio e Pisano, Nebbiuno, Tapigliano-Fosseno e Colazza, Massino Visconti, Brovello e Carpugnino, Gignese, Vezzo e Nocco, Lesa, Villa Lesa, Solcio, Calogna-Comnago e Belgirate. 

Sono quattro i punti proposti dal vescovo Franco Giulio Brambilla con una lettera, letta ai fedeli, lo scorso fine settimana, durante le celebrazioni festive.

La prima novità, in vista della futura Unità pastorale missionaria del Vergante (che sarà l’insieme delle 16 parrocchie sopraddette), è la costituzione di cinque unioni di parrocchie di piccole dimensioni, con alla testa per ognuna un sacerdote responsabile e un economo, a cui spetterà il compito di coordinare i consigli parrocchiali degli affari economici (caep, in sigla) di tutte le 16 parrocchie.

La seconda novità diviene, di conseguenza, la rimodulazione dei compiti dei sacerdoti presenti.

Come terzo punto c’è l’avvio dell’équipe pastorale dei laici collaboratori, che affiancherà i sacerdoti nel loro apostolato; questa équipe, costituita “ad experimentum”, sarà già in vista dell’ufficializzazione dell’Unità pastorale Missionaria del Vergante. Infine, viene confermata dal nostro vescovo l’alternanza, di domenica, fra la messa, presieduta da un sacerdote, e la liturgia festiva della parola, guidata invece da un laico o da un consacrato (già avviata nello scorso mese di marzo), nei luoghi dove il prete non può essere presente per la concomitanza delle altre celebrazioni festive.

 

LE CINQUE UNIONI DI PARROCCHIE NELL’UNITÀ PASTORALE MISSIONARIA DEL VERGANTE

Come suggerito dal XXI Sinodo diocesano in corso, vengono costituite cinque “Unioni di parrocchie” di piccole dimensioni: Ghevio e Pisano, la prima; Nebbiuno, Tapigliano-Fosseno e Colazza, la seconda; Massino Visconti, Brovello e Carpugnino, la terza; Gignese, Vezzo e Nocco, la quarta; Lesa, Villa Lesa, Solcio, Calogna-Comnago e Belgirate, la quinta.

Scrive, infatti, il XXI Sinodo: «Nella nostra diocesi vi sono molte piccole parrocchie che, se da una parte conservano un forte senso di appartenenza, nello stesso tempo faticano a vivere in modo significativo gli elementi essenziali per l’esperienza di una comunità cristiana. Si stabilisce una nuova forma di aggregazione tra queste parrocchie: secondo il giudizio dell’Ordinario e sentiti i Consigli Pastorali, le parrocchie di piccole dimensioni (intorno ai trecento abitanti) e con scarse risorse pastorali siano unite tra loro come “Unione di Parrocchie”, nella persona di un unico parroco. Verrà indicata una Parrocchia di riferimento, dove abiterà il parroco e, con adeguati strumenti di partecipazione, si renderà efficace la collaborazione pastorale con le altre parrocchie». (XXI Sinodo, n. 29)

Ciascuna di queste unioni, riunita attorno ad un unico parroco, scrive il vescovo Franco Giulio Brambilla nella lettera letta domenica scorsa, curerà «i gesti essenziali della fede (Parola di Dio, Eucaristia, Iniziazione alla fede dei bambini, Matrimoni, Cura degli anziani)», mentre «l’“Unità Pastorale Missionaria” di tutto il Vergante diventerà lo spazio comune per vivere la missione delle comunità cristiane di annunciare il Vangelo con maggior forza per raggiungere ogni condizione umana (giovani, famiglie, scuola, poveri, ecc.)».

 

LA RIMODULAZIONE DELLE RESPONSABILITÀ DEI SACERDOTI

L’unione di queste 16 parrocchie nasce anche da due fatti contingenti: le dimissioni in questi giorni del parroco di Solcio, don Michele Ingegnoli, classe 1930, per motivi di salute e la morte di don Alessandro Bottigella, parroco di Tapigliano-Fosseno, mancato improvvisamente negli ultimi giorni dello scorso mese di dicembre.

Il vescovo ha così disposto che, a partire dal prossimo 1° agosto, vengano “rimodulate” le responsabilità dei cinque sacerdoti, presenti nella zona pastorale dell’Unità pastorale missionaria del Vergante, alla guida delle cinque unioni di parrocchie, che sono state ora create. Nello specifico, don Arnaldo Giulini sarà responsabile delle parrocchie di Ghevio e Pisano. Don Maurizio Medina, delle parrocchie di Nebbiuno, Tapigliano-Fosseno e Colazza. Don Emilio Micotti, delle parrocchie di Massino Visconti, Brovello e Carpugnino. Don Albert Tafou, delle parrocchie di Gignese, Nocco e Vezzo. Don Massimo Galbiati delle parrocchie di Lesa, Villalesa, Solcio, Calogna-Comnago e Belgirate. «Questi cinque sacerdoti, - sottolinea il vescovo - pur con la responsabilità sulle parrocchie a loro affidate, sono chiamati a programmare la pastorale lavorando insieme».

 

L’AVVIO DELL’ÉQUIPE DEI LAICI COLLABORATORI

Infatti, ai sacerdoti si affiancherà, «un’équipe pastorale dei laici collaboratori, che – scrive Brambilla nella sua lettera - può già da ora essere costituita ad experimentum e diventerà ufficiale con la definitiva approvazione della vostra Unità Pastorale Missionaria, secondo le scelte del Sinodo diocesano in corso». Inoltre, «il prossimo anno dovrà essere dedicato anzitutto a far crescere questa collaborazione pastorale comune e a trovare soluzioni che tolgano ai sacerdoti l’ansia delle questioni amministrative ed economiche che sono un peso gravoso, aggiunto alla fatica pastorale». Infatti, i sacerdoti, «devono solo vigilare sulla gestione cristiana dei beni della Chiesa, mentre per tutte le questioni tecniche e burocratiche, i vari CAEP di ciascuna “Unione di parrocchie” potranno essere coordinati da un Economo, in collaborazione con il parroco dell’Unione, come nel modello già partito felicemente nella vicina Stresa».

 

L’ALTERNANZA DOMENICALE FRA MESSA E LITURGIA FESTIVA DELLA PAROLA

Infine, viene confermata l’alternanza, di domenica, fra la messa, presieduta da un sacerdote, e la liturgia festiva della parola, guidata invece da un laico o da un consacrato (già avviata nello scorso mese marzo), nei luoghi dove il prete non può essere presente per la concomitanza delle altre celebrazioni festive. Tuttavia, conclude mons. Brambilla, «ora sarà opportuno rivedere ancora qualche orario delle celebrazioni, soprattutto nelle parrocchie lungo il lago».

mo.c.

NOVARA, 19 LUG - Continua il lavoro di revisione proposto dal vescovo di Novara e dal XXI Sinodo diocesano per far fronte alle nuove sfide dell’evangelizzazione e alla progressiva riduzione dei sacerdoti.

Ad essere interessate in queste settimane sono le 16 comunità parrocchiali del Vergante: Ghevio e Pisano, Nebbiuno, Tapigliano-Fosseno e Colazza, Massino Visconti, Brovello e Carpugnino, Gignese, Vezzo e Nocco, Lesa, Villa Lesa, Solcio, Calogna-Comnago e Belgirate. 

Sono quattro i punti proposti dal vescovo Franco Giulio Brambilla con una lettera, letta ai fedeli, lo scorso fine settimana, durante le celebrazioni festive.

La prima novità, in vista della futura Unità pastorale missionaria del Vergante (che sarà l’insieme delle 16 parrocchie sopraddette), è la costituzione di cinque unioni di parrocchie di piccole dimensioni, con alla testa per ognuna un sacerdote responsabile e un economo, a cui spetterà il compito di coordinare i consigli parrocchiali degli affari economici (caep, in sigla) di tutte le 16 parrocchie.

La seconda novità diviene, di conseguenza, la rimodulazione dei compiti dei sacerdoti presenti.

Come terzo punto c’è l’avvio dell’équipe pastorale dei laici collaboratori, che affiancherà i sacerdoti nel loro apostolato; questa équipe, costituita “ad experimentum”, sarà già in vista dell’ufficializzazione dell’Unità pastorale Missionaria del Vergante. Infine, viene confermata dal nostro vescovo l’alternanza, di domenica, fra la messa, presieduta da un sacerdote, e la liturgia festiva della parola, guidata invece da un laico o da un consacrato (già avviata nello scorso mese di marzo), nei luoghi dove il prete non può essere presente per la concomitanza delle altre celebrazioni festive.

 

LE CINQUE UNIONI DI PARROCCHIE NELL’UNITÀ PASTORALE MISSIONARIA DEL VERGANTE

Come suggerito dal XXI Sinodo diocesano in corso, vengono costituite cinque “Unioni di parrocchie” di piccole dimensioni: Ghevio e Pisano, la prima; Nebbiuno, Tapigliano-Fosseno e Colazza, la seconda; Massino Visconti, Brovello e Carpugnino, la terza; Gignese, Vezzo e Nocco, la quarta; Lesa, Villa Lesa, Solcio, Calogna-Comnago e Belgirate, la quinta.

Scrive, infatti, il XXI Sinodo: «Nella nostra diocesi vi sono molte piccole parrocchie che, se da una parte conservano un forte senso di appartenenza, nello stesso tempo faticano a vivere in modo significativo gli elementi essenziali per l’esperienza di una comunità cristiana. Si stabilisce una nuova forma di aggregazione tra queste parrocchie: secondo il giudizio dell’Ordinario e sentiti i Consigli Pastorali, le parrocchie di piccole dimensioni (intorno ai trecento abitanti) e con scarse risorse pastorali siano unite tra loro come “Unione di Parrocchie”, nella persona di un unico parroco. Verrà indicata una Parrocchia di riferimento, dove abiterà il parroco e, con adeguati strumenti di partecipazione, si renderà efficace la collaborazione pastorale con le altre parrocchie». (XXI Sinodo, n. 29)

Ciascuna di queste unioni, riunita attorno ad un unico parroco, scrive il vescovo Franco Giulio Brambilla nella lettera letta domenica scorsa, curerà «i gesti essenziali della fede (Parola di Dio, Eucaristia, Iniziazione alla fede dei bambini, Matrimoni, Cura degli anziani)», mentre «l’“Unità Pastorale Missionaria” di tutto il Vergante diventerà lo spazio comune per vivere la missione delle comunità cristiane di annunciare il Vangelo con maggior forza per raggiungere ogni condizione umana (giovani, famiglie, scuola, poveri, ecc.)».

 

LA RIMODULAZIONE DELLE RESPONSABILITÀ DEI SACERDOTI

L’unione di queste 16 parrocchie nasce anche da due fatti contingenti: le dimissioni in questi giorni del parroco di Solcio, don Michele Ingegnoli, classe 1930, per motivi di salute e la morte di don Alessandro Bottigella, parroco di Tapigliano-Fosseno, mancato improvvisamente negli ultimi giorni dello scorso mese di dicembre.

Il vescovo ha così disposto che, a partire dal prossimo 1° agosto, vengano “rimodulate” le responsabilità dei cinque sacerdoti, presenti nella zona pastorale dell’Unità pastorale missionaria del Vergante, alla guida delle cinque unioni di parrocchie, che sono state ora create. Nello specifico, don Arnaldo Giulini sarà responsabile delle parrocchie di Ghevio e Pisano. Don Maurizio Medina, delle parrocchie di Nebbiuno, Tapigliano-Fosseno e Colazza. Don Emilio Micotti, delle parrocchie di Massino Visconti, Brovello e Carpugnino. Don Albert Tafou, delle parrocchie di Gignese, Nocco e Vezzo. Don Massimo Galbiati delle parrocchie di Lesa, Villalesa, Solcio, Calogna-Comnago e Belgirate. «Questi cinque sacerdoti, - sottolinea il vescovo - pur con la responsabilità sulle parrocchie a loro affidate, sono chiamati a programmare la pastorale lavorando insieme».

 

L’AVVIO DELL’ÉQUIPE DEI LAICI COLLABORATORI

Infatti, ai sacerdoti si affiancherà, «un’équipe pastorale dei laici collaboratori, che – scrive Brambilla nella sua lettera - può già da ora essere costituita ad experimentum e diventerà ufficiale con la definitiva approvazione della vostra Unità Pastorale Missionaria, secondo le scelte del Sinodo diocesano in corso». Inoltre, «il prossimo anno dovrà essere dedicato anzitutto a far crescere questa collaborazione pastorale comune e a trovare soluzioni che tolgano ai sacerdoti l’ansia delle questioni amministrative ed economiche che sono un peso gravoso, aggiunto alla fatica pastorale». Infatti, i sacerdoti, «devono solo vigilare sulla gestione cristiana dei beni della Chiesa, mentre per tutte le questioni tecniche e burocratiche, i vari CAEP di ciascuna “Unione di parrocchie” potranno essere coordinati da un Economo, in collaborazione con il parroco dell’Unione, come nel modello già partito felicemente nella vicina Stresa».

 

L’ALTERNANZA DOMENICALE FRA MESSA E LITURGIA FESTIVA DELLA PAROLA

Infine, viene confermata l’alternanza, di domenica, fra la messa, presieduta da un sacerdote, e la liturgia festiva della parola, guidata invece da un laico o da un consacrato (già avviata nello scorso mese marzo), nei luoghi dove il prete non può essere presente per la concomitanza delle altre celebrazioni festive. Tuttavia, conclude mons. Brambilla, «ora sarà opportuno rivedere ancora qualche orario delle celebrazioni, soprattutto nelle parrocchie lungo il lago».

mo.c.

 

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