Violenta lite in via Bonola tra due conviventi: “Ti faccio fare la fine di Gisella”

Violenta lite in via Bonola tra due conviventi: “Ti faccio fare la fine di Gisella”
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NOVARA, Poteva concludersi in tragedia, come accaduto in corso Cavour a luglio con la morte di Gisella, o con esiti comunque molto gravi, il litigio scoppiato nella notte tra sabato e domenica in un'abitazione di via Bonola 26, a Novara.

Qui è scoppiata una lite tra un giovane tunisino di 25 anni e la moglie italiana, 32ennne. L’uomo, che ha trascorso la serata fuori casa con un amico, rientrando piuttosto alticcio, ha iniziato a litigare con la convivente, accusandola di averlo tradito. Quasi subito è partito con le botte. Stando a quanto ricostruito, ha anche estratto un coltello, gridando “Ti faccio fare la fine di Gisella”. Il tutto davanti ai figli minori della donna, di 15, 12 e 9 anni.

A quel punto la 32enne, impaurita, non ha potuto far altro che cercare la fuga, scappando. Si è rifugiata a casa della vicina. L’uomo, però, non soddisfatto, l’ha rincorsa. Ha picchiato i pugni su una vetrata, rompendola e saltando sul terrazzo della vicina, pur di raggiungere la convivente. La donna, sotto shock e atterrita sempre più, si è gettata dal balcone al primo piano della casa dove aveva trovato rifugio. Altrettanto ha fatto il tunisino. Raggiunta la donna in strada, l’uomo ha continuato a picchiarla e, a quanto pare, le ha puntato il coltello (sembrerebbe un pugnale da sub) all’altezza del collo. Ancora la frase “Ti ammazzo come Gisella”. Fortunatamente lei riesce a bloccargli il polso. Interviene un giovane vicino di casa e due Carabinieri di quartiere della Stazione del Comando provinciale di baluardo Lamarmora, che riescono a fermare l’ira del tunisino, a bloccarlo e ammanettarlo. Lo portano quindi in caserma. In ospedale la prognosi per la donna è di 30 giorni, con la frattura di una gamba e di un piede. Oltre ovviamente allo shock patito. 30 giorni anche per l’aggressore, che, nel salto dal balcone, ha riportato la frattura del tallone.

E’ stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e violazione di domicilio. Si trova in carcere in via Sforzesca. Il coltello è stato ritrovato in strada, qualche civico più avanti. Ai militari che l’hanno preso avrebbe detto “Portatemi via, altrimenti gli faccio fare la fine di Gisella”.

Monica Curino


NOVARA, Poteva concludersi in tragedia, come accaduto in corso Cavour a luglio con la morte di Gisella, o con esiti comunque molto gravi, il litigio scoppiato nella notte tra sabato e domenica in un'abitazione di via Bonola 26, a Novara.

Qui è scoppiata una lite tra un giovane tunisino di 25 anni e la moglie italiana, 32ennne. L’uomo, che ha trascorso la serata fuori casa con un amico, rientrando piuttosto alticcio, ha iniziato a litigare con la convivente, accusandola di averlo tradito. Quasi subito è partito con le botte. Stando a quanto ricostruito, ha anche estratto un coltello, gridando “Ti faccio fare la fine di Gisella”. Il tutto davanti ai figli minori della donna, di 15, 12 e 9 anni.

A quel punto la 32enne, impaurita, non ha potuto far altro che cercare la fuga, scappando. Si è rifugiata a casa della vicina. L’uomo, però, non soddisfatto, l’ha rincorsa. Ha picchiato i pugni su una vetrata, rompendola e saltando sul terrazzo della vicina, pur di raggiungere la convivente. La donna, sotto shock e atterrita sempre più, si è gettata dal balcone al primo piano della casa dove aveva trovato rifugio. Altrettanto ha fatto il tunisino. Raggiunta la donna in strada, l’uomo ha continuato a picchiarla e, a quanto pare, le ha puntato il coltello (sembrerebbe un pugnale da sub) all’altezza del collo. Ancora la frase “Ti ammazzo come Gisella”. Fortunatamente lei riesce a bloccargli il polso. Interviene un giovane vicino di casa e due Carabinieri di quartiere della Stazione del Comando provinciale di baluardo Lamarmora, che riescono a fermare l’ira del tunisino, a bloccarlo e ammanettarlo. Lo portano quindi in caserma. In ospedale la prognosi per la donna è di 30 giorni, con la frattura di una gamba e di un piede. Oltre ovviamente allo shock patito. 30 giorni anche per l’aggressore, che, nel salto dal balcone, ha riportato la frattura del tallone.

E’ stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e violazione di domicilio. Si trova in carcere in via Sforzesca. Il coltello è stato ritrovato in strada, qualche civico più avanti. Ai militari che l’hanno preso avrebbe detto “Portatemi via, altrimenti gli faccio fare la fine di Gisella”.

Monica Curino


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