Vivono in auto con tre bimbi, arriva la casa
L'offerta di ospitalità dall'associazione Mamre di Borgomanero.
Vivono in auto a Torino con tre bimbi, arriva la casa. L'offerta di ospitalità dall'associazione Mamre di Borgomanero.
Vivono in auto con tre bimbi, arriva la casa
Un appartamento nei dintorni di Borgomanero è pronto ad accogliere la famiglia composta da padre, madre e tre figli in tenera età (il più piccolo di soli cinque mesi) sfrattata e costretta a vivere in un’auto parcheggiata nel quartiere Borgo Vittoria a Torino (nella foto dal Corriere della Sera). A mettere a disposizione l’alloggio «adeguato alle esigenze di questa famiglia» è l’Associazione Mamre che in città gestisce alcune strutture di prima accoglienza. Da qualche tempo ospita anche alcune profughe nigeriane scampate alla violenza di Boko Haram, l’organizzazione terroristica jihadista sunnita diffusa nel nord della Nigeria.
Ondata di solidarietà
La storia della famiglia torinese, balzata alla ribalta della cronaca qualche giorno fa, ha scatenato su tutto il territorio nazionale un’ondata di solidarietà. Difficile pensare il contrario. Alessandro, il capo famiglia, ha 39 anni e faceva il magazziniere mentre la moglie Alessandra svolgeva lavori saltuari come addetta alle pulizie. A fine mese Alessandro portava a casa uno stipendio che seppur a fatica consentiva alla sua famiglia di tirare avanti. Per pagare l’affitto di casa e le bollette Alessandro si adattava anche a svolgere attività di volantinaggio. La ditta per cui lavorava è fallita e lo ha lasciato con mesi di stipendio arretrato. Così il padrone di casa lo ha sfrattato costringendo la famiglia a vivere in auto, per strada, ricevendo di tanto in tanto l’aiuto di qualche passante.
«Riteniamo sia una cosa giusta»
«Ci siamo rivolti ai servizi sociali del Comune – ha spiegato Alessandro ai giornalisti – ma mi hanno detto che non potevano assegnarmi una casa se non possedevamo alcun reddito». Così è scattata la gara di solidarietà. Alessandra e i suoi tre figli da qualche giorno sono ospiti in un istituto religioso. Una sistemazione provvisoria in attesa di soluzioni più stabili. «L’appartamento che siamo in grado di offrire a questa famiglia, – dice il presidente di Mamre Mario Metti – sempre che sia disponibile a trasferirsi nella nostra zona, è libero ed è pronto per essere utilizzato. Perché abbiamo formulato questa offerta? Non perché siamo persone buone ma più semplicemente perché riteniamo sia una cosa giusta».
Carlo Panizza