Zion Smart Shop, tutto tace (e il titolare sembra sparito)

Zion Smart Shop, tutto tace (e il titolare sembra sparito)
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NOVARA - Sono preoccupati i tanti clienti - sparsi in tutta Italia - dello Zion Smart Shop di viale Volta, non tanto quelli soddisfatti dopo aver acquistato a prezzi stracciati cellulari e pc e comunque magari interessati a nuovi convenienti acquisti, quanto quelli che, avendo ordinato e pagato il prodotto, non lo hanno ricevuto entro i 15 giorni medi lavorativi concordati, e dopo settimane, mesi, sono tuttora in attesa della consegna, oppure del rimborso, spesso promesso anche per iscritto, o addirittura con tanto di impegno di bonifico… rimasto però solo un impegno. Un giro sul web (senza contare le segnalazioni arrivate direttamente in redazione) ed è presto detto: una valanga di storie più o meno tutte uguali, clienti da tutta Italia che a partire dall’inizio di quest’anno hanno ordinato e pagato on line telefonini e computer che lamentano mancate consegne (nei tempi prestabiliti) e mancati rimborsi. Il (nuovo) problema è che il negozio di viale Volta, dopo la chiusura di un paio di giorni all’inizio della settimana scorsa “per gravi problemi di famiglia”, dall’inizio di questa ha le serrande sempre abbassate (e il telefono fisso sembra staccato). Sulla home del sito web (cavallo di battaglia dell’azienda) compare la scritta “Sito in manutenzione, ci scusiamo per il disagio”. Sulla pagina Facebook non ci sono altri interventi dello staff fuorchè il vecchio avviso appunto della settimana scorsa che preannunciava la chiusura per i problemi di famiglia (ma giovedì il negozio aveva riaperto). E il titolare, Davinio Zanetti, sembra sparito: noi stessi per tutta la giornata di ieri abbiamo cercato di contattarlo, lasciando anche messaggi in segreteria, ma invano (e ovviamente rimaniamo sempre disponibili a sue spiegazioni e repliche). Una traccia (per quello che può valere) arriva forse da un cliente, che sulla pagina Fb dello Zion ieri ha scritto: “É chiuso ragazzi causa il cliente che lo ha aggredito giovedì, o almeno questo è quello che so mi sono sentito con lui lunedì. Ed era in ballo con l'avvocato per riaprire perché lo facevano stare chiuso causa sicurezza. Appena saprò qualcosa ve lo farò sapere”. Il riferimento è a quello che è accaduto appunto giovedì scorso (e di cui il “Corriere” ha dato immediato conto on line, e poi sul numero di lunedì): dopo un paio di giorni di chiusura, le serrande del negozio si erano come detto rialzate giovedì 30 aprile. Solo che fuori c’era la consueta fila di clienti che reclamavano il prodotto o il rimborso. Nervi tesi, e come facilmente prevedibile, è bastata una scintilla, ovvero una parola ritenuta sbagliata, un atteggiamento forse mal interpretato, e da un battibecco si è sfiorata la rissa, con Zanetti nel mirino di un cliente esasperato, trattenuto per fortuna dagli altri clienti. Inevitabile l’intervento della Polizia, per un gesto ovviamente da condannare e che potrebbe sfociare in una denuncia. Sul momento Zanetti aveva comunque manifestato solo la volontà di abbassare le serrande («perché posso capire il malumore, ma la violenza no, non è mai accettabile») e di recarsi eventualmente al Pronto soccorso. Quel pomeriggio il negozio era rimasto chiuso, l’indomani, venerdì, era il 1° maggio, poi sabato serrande abbassate e quindi domenica. Lunedì le serrande non si sono rialzate, ma fuori non c’era alcun avviso. Idem martedì, mentre ieri è apparso un biglietto, ma di un cliente, rivolto a Zanetti: ”…ancora una volta sono venuto qui per avere notizie ma con grande dispiacere vedo che è chiuso! Dicono che non apri più! A questo punto dammi notizie oppure settimana prossima aggiungo la mia denuncia alle altre…”. Se Zanetti è fuori gioco per i gravi problemi di famiglia, l’augurio è ovviamente che possano essere al più presto risolti; se lo è per i postumi di quanto avvenuto giovedì scorso, comprensibile il suo stato d’animo e d’ansia, ma altrettanto comprensibile quello dei tanti clienti in attesa (e non solo di notizie) che nulla hanno a che fare con l’episodio: doveroso da parte di Zanetti (o di chi per lui), farsi vivo, dare notizie, far sapere le sue intenzioni. Il silenzio di certo non è tranquillizzante…  e comunque le spiegazioni fornite in passato da Zanetti (vedi sito primanovara.it e oknovara.it) andrebbero forse corroborate da fatti concreti (anche perchè si parla appunto di pagamenti anticipati).

Della vicenda, come noto, si sta occupando da tempo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, peraltro ora sollecitata anche dalla Unione consumatori italiani. La stessa associazione (a Novara ha sede in via Perrone 8, mail segreteriaregionepiemonte@u-c-i.it) sta raccogliendo segnalazioni e documentazione per vagliare eventuali azioni legali, anche collettive. Improbabile che il caso possa chiudersi… con il negozio. Che tutti, davvero tutti, sperano possa riaprire al più presto.

Paolo Viviani

NOVARA - Sono preoccupati i tanti clienti - sparsi in tutta Italia - dello Zion Smart Shop di viale Volta, non tanto quelli soddisfatti dopo aver acquistato a prezzi stracciati cellulari e pc e comunque magari interessati a nuovi convenienti acquisti, quanto quelli che, avendo ordinato e pagato il prodotto, non lo hanno ricevuto entro i 15 giorni medi lavorativi concordati, e dopo settimane, mesi, sono tuttora in attesa della consegna, oppure del rimborso, spesso promesso anche per iscritto, o addirittura con tanto di impegno di bonifico… rimasto però solo un impegno. Un giro sul web (senza contare le segnalazioni arrivate direttamente in redazione) ed è presto detto: una valanga di storie più o meno tutte uguali, clienti da tutta Italia che a partire dall’inizio di quest’anno hanno ordinato e pagato on line telefonini e computer che lamentano mancate consegne (nei tempi prestabiliti) e mancati rimborsi. Il (nuovo) problema è che il negozio di viale Volta, dopo la chiusura di un paio di giorni all’inizio della settimana scorsa “per gravi problemi di famiglia”, dall’inizio di questa ha le serrande sempre abbassate (e il telefono fisso sembra staccato). Sulla home del sito web (cavallo di battaglia dell’azienda) compare la scritta “Sito in manutenzione, ci scusiamo per il disagio”. Sulla pagina Facebook non ci sono altri interventi dello staff fuorchè il vecchio avviso appunto della settimana scorsa che preannunciava la chiusura per i problemi di famiglia (ma giovedì il negozio aveva riaperto). E il titolare, Davinio Zanetti, sembra sparito: noi stessi per tutta la giornata di ieri abbiamo cercato di contattarlo, lasciando anche messaggi in segreteria, ma invano (e ovviamente rimaniamo sempre disponibili a sue spiegazioni e repliche). Una traccia (per quello che può valere) arriva forse da un cliente, che sulla pagina Fb dello Zion ieri ha scritto: “É chiuso ragazzi causa il cliente che lo ha aggredito giovedì, o almeno questo è quello che so mi sono sentito con lui lunedì. Ed era in ballo con l'avvocato per riaprire perché lo facevano stare chiuso causa sicurezza. Appena saprò qualcosa ve lo farò sapere”. Il riferimento è a quello che è accaduto appunto giovedì scorso (e di cui il “Corriere” ha dato immediato conto on line, e poi sul numero di lunedì): dopo un paio di giorni di chiusura, le serrande del negozio si erano come detto rialzate giovedì 30 aprile. Solo che fuori c’era la consueta fila di clienti che reclamavano il prodotto o il rimborso. Nervi tesi, e come facilmente prevedibile, è bastata una scintilla, ovvero una parola ritenuta sbagliata, un atteggiamento forse mal interpretato, e da un battibecco si è sfiorata la rissa, con Zanetti nel mirino di un cliente esasperato, trattenuto per fortuna dagli altri clienti. Inevitabile l’intervento della Polizia, per un gesto ovviamente da condannare e che potrebbe sfociare in una denuncia. Sul momento Zanetti aveva comunque manifestato solo la volontà di abbassare le serrande («perché posso capire il malumore, ma la violenza no, non è mai accettabile») e di recarsi eventualmente al Pronto soccorso. Quel pomeriggio il negozio era rimasto chiuso, l’indomani, venerdì, era il 1° maggio, poi sabato serrande abbassate e quindi domenica. Lunedì le serrande non si sono rialzate, ma fuori non c’era alcun avviso. Idem martedì, mentre ieri è apparso un biglietto, ma di un cliente, rivolto a Zanetti: ”…ancora una volta sono venuto qui per avere notizie ma con grande dispiacere vedo che è chiuso! Dicono che non apri più! A questo punto dammi notizie oppure settimana prossima aggiungo la mia denuncia alle altre…”. Se Zanetti è fuori gioco per i gravi problemi di famiglia, l’augurio è ovviamente che possano essere al più presto risolti; se lo è per i postumi di quanto avvenuto giovedì scorso, comprensibile il suo stato d’animo e d’ansia, ma altrettanto comprensibile quello dei tanti clienti in attesa (e non solo di notizie) che nulla hanno a che fare con l’episodio: doveroso da parte di Zanetti (o di chi per lui), farsi vivo, dare notizie, far sapere le sue intenzioni. Il silenzio di certo non è tranquillizzante…  e comunque le spiegazioni fornite in passato da Zanetti (vedi sito primanovara.it e oknovara.it) andrebbero forse corroborate da fatti concreti (anche perchè si parla appunto di pagamenti anticipati).

Della vicenda, come noto, si sta occupando da tempo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, peraltro ora sollecitata anche dalla Unione consumatori italiani. La stessa associazione (a Novara ha sede in via Perrone 8, mail segreteriaregionepiemonte@u-c-i.it) sta raccogliendo segnalazioni e documentazione per vagliare eventuali azioni legali, anche collettive. Improbabile che il caso possa chiudersi… con il negozio. Che tutti, davvero tutti, sperano possa riaprire al più presto.

Paolo Viviani

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