22-23 luglio

A Stresa Festival va in scena il “Rigoletto” diretto dal regista nebbiunese Gianmaria Aliverta

Sul palco di Orta San Giulio

A Stresa Festival va in scena il “Rigoletto” diretto dal regista nebbiunese Gianmaria Aliverta
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Il Maestro Brunello, neo direttore artistico, ha voluto per l’anno in corso puntare sulla lirica formato tascabile riprendendo una tradizione ottocentesca dove ridurre gli organici e l’impianto delle opere era una prassi abbastanza diffusa. Per farlo ha deciso di affidarsi al regista e drammaturgo Gianmaria Aliverta, che soprattutto con VoceAllOpera, la sua creatura nata 13 anni fa proprio sul lago maggiore, porta le opere in contesti inusuali e a contatto con il pubblico: teatri di periferia a Milano, castelli, ville, parchi e metropolitane.
Appuntamento il 22-23 luglio alle 20 a Orta San Giulio.

I dettagli

Aliverta torna ha riallestire il capolavoro verdiano in un’inusuale riduzione drammaturgica e musicale, frutto dello stesso regista. Si va al nocciolo di Rigoletto: via i personaggio secondari, via coro cortigiano e paggi, solo cinque artisti vocali a ricoprire sette ruoli, pochissimi gli elementi scenici volti a fondersi con il paesaggio incantevole e incantato di Orta; a concludere l’operazione basteranno i costumi ricercati e teatrali di Sara Marcucci.

Lo spettacolo sarà itinerante e si svolgerà sullo stesso piano del pubblico, non ci saranno palcoscenici a separare il pubblico dagli interpreti, sarà una vera e propria esperienza immersiva; lo spettatore perderà la percezione di essere un mero ascoltatore e vivrà e condividerà le emozioni con gli stessi artisti.

Sul piano musicale Aliverta ha pensato ad un riadattamento orchestrale il cui punto di forza sarà la fisarmonica, a cui il direttore musicale dell’associazione Marco Alibrando ha aggiunto Clarinetto e Violoncello; tutta l’opera è stata pertanto trascritta dalla sapienti mani di Giacomo Mutigli.

Aliverta ha puntato su un cast di giovanissimi cantanti di cui presto sentiremo molto parlare: Castillo, già ex allievo dell’Accademia del Teatro Alla Scala, indosserà per la prima volta i panni di Rigoletto; il tenore Infantino, vincitore del concorso internazionale Giancarlo Aliverta edizione 2023, che ha già debuttato ad aprile nei panni di Rodolfo per VoceAllOpera, sarà il Duca di Mantova; il soprano Sanza, che debuttò con VoceAllopera il ruolo già nel 2019, sarà Gilda; così anche il mezzo-soprano Antonini, che nel 2019 interpretò già Giovanna e Maddalena; entra invece nella squadra VAO il giovane basso Milanese De Antoni come Monterone e Sparafucile; a concertare il tutto il direttore musicale di VoceAllopera il bravissimo e talentuoso Marco Alibrando.

Le parole di Aliverta

“Sono felicissimo di poter arrivare qui dopo aver fatto un percorso decennale nelle più importanti fondazioni liriche europee, dopo aver inaugurato teatri importantissimi come il Real di Madrid, la Fenice di Venezia e molti altri, torno ora nei luoghi dove sono cresciuto, dove sono nato. Ringrazio Mario Brunello per avermi invitato e per aver creduto in me.

Con questo Rigoletto ho voluto rimettere l’attenzione sul travestimento, sul personaggio orrendo e informe che fece incuriosire Verdi. Quando Rigoletto andò in scena era la prima volta in assoluto che un’ opera lirica aveva come protagonista una persona deforme, un gobbo, un cattivo, una persona obbligata a divertire i potenti ma che cova nel suo corpo l’odio per il mondo intero, una figura che non si pente mai, che non si colpevolizza mai, che prende sempre la strada più semplice, quella di non farsi mai un esame di coscienza, di dare la colpa sempre al mondo, e persino al fato, alla maledizione.”

“Partendo da questi elementi imprescindibili della trama ho semplicemente spostato l’ambientazione temporale, che la censura dell’epoca aveva deciso di ambientare in una corte cinquecentesca, ai giorni d’oggi. Quindi cosa oggi ci può dar fastidio più di ogni altra cosa? Non certo una gobba finta di cui l’interprete si scorda per ergersi tutto diritto per fare qualche puntatura acuta; oggi quello che può davvero turbare il pubblico e fargli percepire Rigoletto come diverso, mostruoso, è a mio avviso l’aspetto sessuale; pensate ad un travestito, che ruolo può avere ancora oggi nella società? Cosa può essere consentito fare ad un uomo che si traveste da donna, può forse gestire allegramente una panetteria, fare il medico, essere direttore di banca? No, viene per lo più deriso e considerato ed usato solo a fini sessuali, per organizzare festini e orge, per fare qualche spettacolo d’intrattenimento in qualche locale come Drag Queen ma non certamente immaginato a svolgere una vita alla luce del sole facendo lavori comuni. Ecco, questo è quello che vedrete in questo particolare allestimento, vi accompagnerò in un’ esperienza unica nei meandri dell’ animo orrendo di Rigoletto, che usa la sua attitudine come pretesto, d’altronde il sottotesto che ho scelto per questa riduzione dice tutto: “ma in altr’uom qui mi cangio”.

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