Alla fine “In principio” scontenta tutti

Alla fine “In principio” scontenta tutti
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NOVARA – Non ci sta l’assessore alla cultura del Comune di Novara Paola Turchelli ad essere messa sul “banco degli imputati” per il bilancio della mostra “In Principio. Dall’origine dell’universo alla creazione dell’opera d’arte”, organizzata in collaborazione con la Fondazione Teatro Coccia, svoltasi al Broletto dal 28 novembre 2014 al 6 aprile 2015. L’assessore ammette che qualcosa non ha funzionato: «Il basso numero di visitatori è un fatto. Come però è un fatto che il budget di spesa presentato è stato rispettato. Quello che sono mancate sono le entrate della biglietteria che non hanno raggiunto le aspettative in cui tutti avevamo creduto, anche a seguito del grande entusiasmo e dei risultati raggiunti lo scorso anno con la mostra “Homo Sapiens”. Abbiamo avuto grande riscontro a livello dei mass media; la comunicazione è stata fatta su scala nazionale e i giornali, le radio, le riviste d’arte specializzate hanno parlato di noi. Ma i visitatori sono stati pochi rispetto a quanto ci si aspettava e le ragioni possono essere di vario tipo: io credo principalmente che il tema fosse complesso e di conseguenza poco attrattivo. Forse anche il titolo non chiariva in modo semplice ed immediato la ricchezza e il livello dei contenuti espositivi. “Homo Sapiens” già dal titolo richiamava la preistoria, gli uomini delle caverne… persino i dinosauri, risultando attrattivo per un pubblico ampio di famiglie e bambini, per “In Principio” sono loro il pubblico che ci è mancato e che aveva fatto i numeri della mostra precedente. Non va inoltre nascosto che abbiamo avuto problemi legati all’allestimento».

NOVARA – Non ci sta l’assessore alla cultura del Comune di Novara Paola Turchelli ad essere messa sul “banco degli imputati” per il bilancio della mostra “In Principio. Dall’origine dell’universo alla creazione dell’opera d’arte”, organizzata in collaborazione con la Fondazione Teatro Coccia, svoltasi al Broletto dal 28 novembre 2014 al 6 aprile 2015. L’assessore ammette che qualcosa non ha funzionato: «Il basso numero di visitatori è un fatto. Come però è un fatto che il budget di spesa presentato è stato rispettato. Quello che sono mancate sono le entrate della biglietteria che non hanno raggiunto le aspettative in cui tutti avevamo creduto, anche a seguito del grande entusiasmo e dei risultati raggiunti lo scorso anno con la mostra “Homo Sapiens”. Abbiamo avuto grande riscontro a livello dei mass media; la comunicazione è stata fatta su scala nazionale e i giornali, le radio, le riviste d’arte specializzate hanno parlato di noi. Ma i visitatori sono stati pochi rispetto a quanto ci si aspettava e le ragioni possono essere di vario tipo: io credo principalmente che il tema fosse complesso e di conseguenza poco attrattivo. Forse anche il titolo non chiariva in modo semplice ed immediato la ricchezza e il livello dei contenuti espositivi. “Homo Sapiens” già dal titolo richiamava la preistoria, gli uomini delle caverne… persino i dinosauri, risultando attrattivo per un pubblico ampio di famiglie e bambini, per “In Principio” sono loro il pubblico che ci è mancato e che aveva fatto i numeri della mostra precedente. Non va inoltre nascosto che abbiamo avuto problemi legati all’allestimento».
L’assessore Turchelli spiega inoltre: . «Con questa mostra, abbiamo cercato di alzare il tiro: un argomento originale, un taglio più scientifico, un progetto più ampio e legato alla realtà concreta. Ma forse la gente non è ancora pronta o non è interessata. Forse oggi nelle mostre si cerca altro. Quello che dispiace è che un progetto culturale importante, che ha portato a Novara il Guercino, Fontana, Burri, Alighiero Boetti e che ha contato sul supporto sugli Istituti Nazionali di Astrofisica e di Geologia e Vulcanologia e sul contributo di studiosi e critici quali Achille Bonito Oliva, venga poi ridotto ad una questione di numeri e cifre che certamente sono importanti e da tenere presenti per calibrare meglio le future iniziative, ma che però è certamente una proposta di alto livello che segue il percorso più generale di rinascita che la Città di Novara sta vivendo da 4 anni nei diversi settori culturali ed artistici. Vorrei dire in conclusione che oggi Novara può dichiararsi delusa del risultato di una mostra che ha ottenuto oltre 12.000 visitatori perchè l’azione di questa amministrazione ha alzato non solo i risultati, ma anche il livello dell’aspettativa. Perchè numeri di questo tipo solo cinque anni fa sarebbero stati definiti un successo straordinario». La replica dell’assessore nasce dalla pubblicazione, sul sito web del Comune, della determina del quadro economico complessivo a consuntivo della mostra, da inviare alla Regione Piemonte al fine della liquidazione del contributo di 100.000 euro. Pubblicazione che ha infatti suscitato qualche critica. Il totale delle spese ammonta a 530.633, 54 euro, mentre le entrate a 487.087, 06 euro. La cifra di entrate dovute ai biglietti d’ingresso è pari a 46.201, 82 euro. I visitatori erano stati 12.198. Le spese di comunicazione sono state di 175.257,24 euro. A criticare è il consigliere comunale di minoranza della Lega Nord Alessandro Canelli. Nel mese di giugno di quest’anno aveva presentato un’interrogazione e aveva sollevato per primo il problema, in merito anche a un contenzioso tra Fondazione “Coccia” e alcuni fornitori della mostra. «Non c’era dubbio sostiene Canelli – che sarebbero emersi questi dati negativi. Guardando il piano economico iniziale e la stesura del preventivo delle entrate era impossibile la copertura. Comune e Fondazione Coccia sono riusciti a contenere le perdite, credo transando con qualche fornitore ma la perdita c’è stata. In Italia è possibile che un avvenimento culturale sia in perdita. Le iniziative vanno valutate sull’impatto che hanno sui cittadini. Chi ripianerà ora? Spiace che da mesi si continui a dire che la mostra era in pareggio, quando si sapeva che non lo era. Ma la cosa più importante secondo me è che il mancato interesse del pubblico e le critiche sulla validità culturale della mostra sono fattori negativi che rendono ancora meno sopportabile la perdita economica!».
Un buon riscontro di visitatori ha invece avuto la mostra “Capolavori del Barocco. Il trionfo della pittura nelle terre Novaresi” svoltasi al Broletto dal 18 giugno al 27 settembre di quest’anno. Nessun paragone tra i due allestimenti, perchè quella del Barocco era a ingresso libero. La mostra era promossa da Provincia di Novara, Atl (Agenzia Turistica Locale), Diocesi di Novara, e Soprintendenza per i beni architettonici e culturali. La Provincia di Novara, interpellata per un bilancio dell’evento, ha fornito, solo alcuni dati parziali, quelli definitivi verranno comunicati in una conferenza stampa a fine mese, congiuntamente con gli altri organizzatori. “I visitatori sono stati più di 16.500 (si tratta di visitatori unici, ovvero quelli che sono andati al Broletto. Non sono stati conteggiati quelli alla Sala ‘Casorati’ (salvo ci siano andati in giorni diversi e senza biglietto). La mostra era ad ingresso gratuito. Le scuole, di fatto, hanno potuto visitare la mostra solo nell’ultima settimana di settembre, facendo comunque salire di molte centinaia i visitatori totali. Non sono state possibili proroghe all’apertura per altri utilizzi del Broletto già stabiliti. Il 60% dei visitatori risulta proveniente da fuori Novara, soddisfacente anche la presenza di stranieri. I dati sono ricavati dal guest book compilato dai visitatori. Da molti Comuni sono arrivati gruppi organizzati, soprattutto dal Cusio che aveva molte opere esposte e da Castelletto Ticino. Soddisfacente anche la partecipazione alle due aperture serali a fine luglio e a settembre, in cui oltre alla visite guidate sono stati proposti concerti e spettacoli in mostra”.
In merito ai costi è stato specificato: “La Provincia ha dato un contributo di 53mila euro + Iva derivanti dal progetto Sistema culturale integrato finanziato da Fondazione Cariplo. Altri contributi (che però devono ancora essere rendicontati e fanno parte anche di progetti paralleli che coinvolgono i partner) sono arrivati da Fondazione Crt e dalla fondazione inglese ‘Sir Denis Mahon’. Sono stati stampati circa 1.500 cataloghi, distribuiti anche all’estero da Silvana Editoriale. I dati di vendita del catalogo così come gli importi raccolti dalle donazioni (era consigliato almeno 1 euro per ogni visitatore) non sono ancora disponibili. Così come al momento non è possibile dare indicazioni specifiche sulle opere che verranno restaurare con le donazioni. Nella conferenza stampa verranno dettagliate anche le spese di comunicazione”.
«Siamo estremamente soddisfatti del risultato della mostra, evento culturale di punta dell’estate – commenta il presidente della Provincia Matteo Besozzi – Oltre ai numeri lusinghieri, quello che più conta è la valorizzazione del patrimonio artistico territoriale. La proposta è stata apprezzata, con le risorse disponibili abbiamo lavorato al meglio e in sinergia con tutti i soggetti coinvolti. Da non dimenticare, inoltre, che grazie a questo evento è stata recuperata la Sala “Casorati”, un nuovo importante spazio culturale a breve fulcro di altri eventi».

Massimo Delzoppo

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