Cultura

Borgomanero anche quest'anno risponde all'appello contro la pena di morte

Le luci dell'aula consiliare rimarranno accese tutta la notte tra il 29 e il 30 novembre.

Borgomanero anche quest'anno risponde all'appello contro la pena di morte
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Città contro la pena di morte e città per la vita: anche quest'anno Borgomanero risponde all'appello della Comunità di Sant'Egidio.

Città per la vita e contro la pena di morte

Anche per quest’anno l’amministrazione di Borgomanero aderisce alla campagna internazionale promossa dalla comunità di Sant’Egidio «Città per la vita/Città contro la pena di morte». Per l’occasione, nella notte tra domenica 29 e lunedì 30 novembre, le luci dell’aula consiliare rimarranno accese, unendosi alle luci di altre città in tutta Europa e nel mondo per chiedere l’abolizione della pena di morte nel pianeta. L’iniziativa è giunta alla sua 16ª edizione, e Borgomanero è ormai da diversi anni che partecipa. «L’adesione - si legge sulla delibera di Giunta con la quale anche per il 2020 viene disposta la partecipazione alla campagna internazionale della Comunità di Sant’Egidio - comporta una serie di impegni e iniziative, come la realizzazione da parte della città di un gesto fortemente simbolico a testimonianza dell’impegno locale per la giustizia, che consiste nell’illuminazione di un monumento significativo durante la giornata del 30 novembre, in occasione dell’anniversario della prima abolizione della pena capitale nel mondo avvenuta il 30 novembre del 1786 da parte del Granducato di Toscana», oltre «alla collaborazione dell’amministrazione alle iniziative organizzate sul territorio da altri Enti o Associazioni, correlate alla medesima ricorrenza e rivolte a sensibilizzare la cittadinanza sulla necessità della sospensione delle esecuzioni capitali».

Nel 2019 erano state più di 2000 le città aderenti all'appello nel mondo

La delibera di Giunta quindi, oltre a provvedere a questi impegni, consente l’inserimento della città di Borgomanero nell’elenco delle città per la vita che aderiscono all’iniziativa «cities for life». Nel 2019 erano state più di 2000 in tutto il mondo le città che avevano aderito all’appello della Comunità di Sant’Egidio. Secondo i dati raccolti da Amnesty International, sempre nel 2019 sono state 657 le persone messe a morte in 20 Paesi nel mondo, con una riduzione del 5 per cento rispetto all’anno precedente. La maggioranza delle sentenze capitali, ossia di condanne a morte nei sistemi giuridici che ancora prevedono tale pena, sono state emanate in Cina, Iran, Arabia Saudita, Iraq ed Egitto. «La Cina - si legge sul sito di Amnesty International - rimane il maggior esecutore al mondo, ma la reale entità dell’uso della pena di morte in questo paese è sconosciuta perché i dati sono classificati come segreto di stato; per questo motivo, il dato complessivo di almeno 657 esecuzioni, non tiene in considerazione le migliaia di sentenze capitali che si ritiene siano eseguite in Cina ogni anno». Negli Stati Uniti d’America, nel 2019, le esecuzioni sono state 22.

In Italia si parte con l'illuminazione del Colosseo

Per la giornata promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, il centro ideale da cui ogni anno parte la manifestazione è Roma, che dà il via alla rete mondiale illuminando il Colosseo. L’Italia ha abolito la pena di morte dopo la caduta del fascismo, che l’aveva reintrodotta dopo che l’Italia unitaria l’aveva abolita nel 1889. Per quanto riguarda i crimini commessi in tempo di pace la Costituzione repubblicana abroga la pena di morte, che rimase però nel codice penale militare di guerra fino al 1994, quando una legge la convertì nel massimo della pena prevista dal codice penale, l’ergastolo.

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