Chiesa di Santa Maria d’Egro di Castelletto: restauri conclusi
La presentazione sarà giovedì 12, alle 20.45
Saranno presentati nel corso della cerimonia in programma per giovedì 12 ottobre i restauri da poco terminati all’interno della cappella di Sant’Antonio da Padova, nell’estremità sinistra della chiesa di Santa Maria d’Egro. L’edificio, conosciuto dai castellettesi come “la chiesa del cimitero”, è stato oggetto di una serie importante di recenti restauri, che hanno portato al recupero delle due cappelle poste ai lati dell’altare.
I lavori
Grazie a una raccolta fondi lanciata da Fondazione Comunità Novarese onlus, i parrocchiani hanno avviato una sottoscrizione per finanziare i lavori di restauro. Inizialmente si è trattato della cappella alla destra dell’altare, quella della famiglia dei Visconti, il cui recupero era stato ultimato nel 2021. Poi, grazie al rinnovo dell’impegno finanziario da parte della Fondazione Comunità Novarese, che ha erogato risorse proprie, dei parrocchiani e di fondi del Ministero per i Beni culturali, i ponteggi si sono spostati sull’altra cappella, quella dedicata a Sant’Antonio di Padova.
"La cappella è stata realizzata qualche anno dopo quella dei Visconti, che risale al 1663 - dice Katia Negri, la restauratrice che insieme alla collega Gabriela Monzani ha curato entrambi gli interventi - si riconosce la stessa mano della prima per quanto riguarda la stuccatura, ovvero quella di Giovanni Battista Comanedi di Osteno, anche se il pittore intervenuto è probabilmente diverso. La cappella è stata costruita come atto di devozione per i sopravvissuti di un’ondata di lebbra ed è decisamente più spoglia rispetto a quella che abbiamo trovato a destra, dove gli affreschi erano stati realizzati lungo tutta la parete. Qui, probabilmente per la mancanza di fondi, le pareti erano invece bianche, anche se poi nel corso del Novecento erano state ricoperte da uno strato di colore che abbiamo dovuto rimuovere.
Per qualche motivo era stato posizionato anche un gradino in muratura sopra all’altare di marmo che ha tenuto nascosti e in qualche modo protetti i fregi decorativi degli angeli alla base della cappella. I dipinti con le iconografie classiche, tra gli altri, di San Carlo e San Francesco, erano conservati tutto sommato bene nella parte interna, mentre quelli che si trovano sul lato più esposto verso la parete nord sono stati intaccati dall’umidità, che rappresenta un problema davvero importante per questa struttura. La scultura lignea di Sant’Antonio sarà scoperta in occasione della presentazione dei lavori. Posso dire che è scolpita in modo molto ricco, con una lamina d’oro che va a integrare le decorazioni in legno e una lamina d’argento sulla nuvola alla base del santo che ormai ha una colorazione scura. Un aneddoto curioso riguardo a questo intervento? Nella parte alta della cappella, alla base della volta, abbiamo trovato una scritta rossa, probabilmente fatta con una matita da chi si è occupato dei lavori ai tempi, che suona più o meno così: “A largando il core desio e non fa ben”. Ringraziamo don Fabrizio Corno, con cui abbiamo collaborato molto bene, la Fondazione, la parrocchia e la funzionaria dottoressa Benedetta Brison, che ha seguito i lavori per conto della Soprintendenza dei Beni culturali".
La presentazione sarà quindi giovedì 12, alle 20.45. Si inizierà con un piccolo concerto offerto dall’ensemble Concentus Noe e nel corso della cerimonia si susseguiranno gli interventi di don Paolo Milani, direttore dell’archivio storico diocesano, di Stefano Della Sala e Matteo Rancan, scrittori del nuovo libro sulla chiesa di Santa Maria d’Egro, intitolato “Ecclesia Parochialis campestris”, dell’architetto Paolo Mira, direttore dell’ufficio Beni Culturali della Diocesi, di Gianluca Vacchini, segretario generale della Fondazione Comunità Novarese Onlus e ovviamente della restauratrice Katia Negri.