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Così Est Sesia valorizza l'antichissima Roggia Mora

Prosegue l’impegno del Consorzio di irrigazione novarese per tutelare il sito creato da Ludovico il Moro nel Quattrocento

Così Est Sesia valorizza l'antichissima Roggia Mora
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Alla scoperta della Roggia Mora, sulle tracce di Leonardo da Vinci e di Ludovico il Moro. 60 km di biodiversità, attraverso le Vie del Riso nella Lomellina e le Vie del Vino tra le colline novaresi. L’ecomuseo Mulino di Mora Bassa. E anche una mostra dedicata alla roggia al Castello Sforzesco di Vigevano.

Est Sesia, da sempre è impegnata nella tutela, valorizzazione e promozione del territorio agricolo-irriguo compreso tra i fiumi Sesia e Ticino, non soltanto con l’attività di manutenzione e gestione del patrimonio idrico, ma anche attraverso la conservazione del patrimonio storico dei canali e la promozione di iniziative culturali.

La mostra

Recentemente il Consorzio ha partecipato alla realizzazione della mostra “Roggia Mora. Ludovico il Moro: luoghi e paesaggi”, allestita presso il Castello di Vigevano, che si concluderà proprio questo fine settimana. Est Sesia ha aderito, fornendo alcuni preziosi documenti sulla storia della Roggia, conservati dall’Archivio Storico delle Acque e delle Terre Irrigue di Est Sesia. Uno dei quali, addirittura risalente al 1470 e visibile ai visitatori della mostra, fornirebbe una delle più antiche testimonianze della presenza del riso in Lomellina, e quindi in tutta Italia.

La mostra, che segue quella realizzata a Novara nel corso del 2019 intitolata “Acque e Territorio. L’eredità di Leonardo da Vinci”, ha consentito ai visitatori di immergersi nei particolari paesaggi attraversati dal corso d’acqua che da Prato Sesia arriva a Vigevano attraversando i torrenti Strona, Agogna e Terdoppio.

L’occasione è stata dunque propizia per promuovere l’Archivio di Est Sesia- e in particolare la Sezione Staccata di Vigevano intitolato alla Nobile Famiglia Saporiti- che conserva anche preziose mappe storiche, e documenti inediti su tutti i canali del territorio, dal tardo Medioevo fino a oggi, passando per l’Unificazione e il regno d’Italia.

L'Ecomuseo Mulino

Sempre sulle sponde della Roggia Mora, proprio alle porte di Vigevano, si trova l’Ecomuseo Mulino della Mora Bassa, dedicato al genio di Leonardo da Vinci, che collaborò proprio con il Moro e gli Sforza per la progettazione dei diversi canali che abbeverano le terre del Piemonte e della Lomellina. Si tratta di un museo molto particolare, che per la sua interattività continua ad attirare l’interesse di visitatori di tutte le età.

Il mulino è stato interamente ristrutturato da Est Sesia nel 2000 come avamposto per un progetto diffuso di valorizzazione della Roggia Mora sia in Piemonte che in Lomellina. L’edificio è dotato di due grandi ruote idrauliche, e testimonia l’evoluzione tecnologica, ma anche economica e sociale, della Lomellina del ‘400, che proprio con Leonardo stava raggiungendo il suo apice. E infatti, il mulino offre l’opportunità di visitare due mostre permanenti: “L’acqua disegna il paesaggio”, composta da 40 pannelli che descrivono il ruolo delle acque e dell’agricoltura nella costruzione, difesa e valorizzazione del territorio (che cominciò a trasformarsi a partire dal XII secolo per diventare quello che conosciamo) e una costituita dai modelli in legno, funzionanti, di macchine leonardesche, curata dall’Associazione culturale “La Città Ideale”.

Il luogo è stato meta ideale per famiglie e bambini, con tanto di giardino attrezzato con aree di sosta e pic-nic.

Una storia antichissima

Est Sesia intende continuare nel progetto generale di valorizzazione della Roggia Mora, la cui storia affonda le radici nel Medioevo dei Comuni e delle Signorie italiane. Il primo tratto risale, infatti, addirittura al XII Secolo, col nome di Roggia Nuova, ampliata poi nel corso del XII secolo. Ma la svolta arriva con la dominazione degli Sforza, quando Gian Galeazzo, il 15 novembre 1481, autorizza Ludovico il Moro, zio e luogotenente del Duca di Milano, a “estrarre e derivare dalla Sesia tutta l’acqua che volesse e a utilizzarla a suo piacimento nelle proprietà sforzesche del Vigevanasco”. Il Moro diede il via ai lavori, accordandosi con diversi signori locali e con la città di Novara per non privarli dello sfruttamento della risorsa idrica, e tra il 1487 e 1488 procedette all’ampliamento per portare la roggia fino alla cascina Sforzesca, dono di nozze alla moglie Beatrice d’Este.

La roggia è dunque oggi un vero museo diffuso, un luogo della memoria, che attraversa un territorio che nel corso dei secoli è sempre stato  tra i più importanti, dal punto di vista agricolo, di tutta Italia. Un territorio che proprio in questo periodo offre paesaggi incantevoli tra le terre del riso, tutto da scoprire o riscoprire a piedi o in bicicletta.

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