Cumuli che crescono: tra arte collaborative ambientale e laboratori gli studenti novaresi a scuola di clima
Dopo il ciclo introduttivo, nel quale i ragazzi hanno iniziato a famigliarizzare maggiormente con i temi ambientali, le scuole stanno ospitando dei laboratori tematici dove gli studenti sono direttamente coinvolti nel processo di apprendimento
In dieci plessi di primaria e secondaria proseguono le attività del progetto della Fondazione UniversiCà sostenuto da Fondazione Cariplo.
Cumuli che crescono
Proseguono le attività della “scuola della sostenibilità” che sta interessando gli studenti di dieci plessi di grandi istituti comprensivi del Novarese (Rita Levi Montalcini, Piero Fornara di Carpignano Sesia, Scuole Sacro Cuore, Convitto Nazionale Carlo Alberto). Si tratta del progetto “Cumuli che crescono” promosso dalla Fondazione UniversiCà con il sostegno di Fondazione Cariplo nel quale sono coinvolti 700 alunni e i loro insegnanti.
Dopo il ciclo introduttivo, nel quale i ragazzi hanno iniziato a famigliarizzare maggiormente con i temi ambientali, le scuole stanno ospitando dei laboratori tematici dove gli studenti sono direttamente coinvolti nel processo di apprendimento.
«La prima proposta – racconta il coordinatore scientifico, Luca Dal Bello – è quella inerente i fenomeni meteorologici. Agli alunni proponiamo una carrellata dei principali eventi che interessano il territorio dell’Alto Piemonte, per poi suggerire trucchi e modalità per prevederli. Abbiamo riscontrato una grande curiosità nei bambini, che intervengono frequentemente raccontando le proprie esperienze personali a contatto con temporali, grandinate, nevicate e ponendo molti spunti di riflessione».
Gli esperti coinvolti dalla Fondazione UniversiCà stanno affrontando un percorso parallelo che coinvolge ulteriori materie: l’arte collaborativa ambientale. A condurre i workshop è l’artista e giornalista Raffaella Castagna, già autrice di servizi per Focus, Il Giornalino, Mondadori Scienza.
Partendo da racconti ispirati al fondatore del neoplasticismo Piet Mondrian, gli studenti famigliarizzano con l’albero e le sue diverse riproposizioni artistiche, poi passano all’azione.
«Vengono utilizzate scatole di riciclo – prosegue Dal Bello – per far cooperare tra loro i bambini nella costruzione di un’opera a tema ambientale. A ciascuno è affidato un tassello da colorare con le tempere, ognuno secondo la propria fantasia. Al termine l’albero-murales si erge nelle sue varie forme: impilato, scomposto, a blocchi. Cerchiamo di trasmettere una doppia morale: quella del riutilizzo dei materiali e quella della collaborazione tra pari attraverso l’arte». Ciascuna scuola espone poi negli spazi comuni l’opera realizzata dalle classi, come testimonianza del progetto e per ricordare il legame con l’ecosistema.
Legame che verrà richiamato anche nelle esperienze open-air in programma nel Parco del Castello di Proh e sulle Colline Novaresi, dove gli studenti scopriranno gli indicatori ambientali per verificare di persona gli effetti del riscaldamento globale sul territorio, oltre a curiosità etologiche e botaniche.
Il progetto non dimentica la tematica del clima e del riscaldamento globale, che ha un focus particolare.
Nelle classi si tratta il tema delle conseguenze delle crisi energetiche e si raccolgono idee su come ci si può adattare alle sfide del futuro. Anche la casa eco-friendly e l’autosufficienza energetica vengono indagate dagli alunni che, in collaborazione con insegnanti e genitori, stanno diventando “detective del clima” per suggerire miglioramenti da apportare a scuola e in casa. «Tutte queste idee – conclude Dal Bello – saranno raccolte in una pubblicazione finale distribuita negli istituti per disseminare buone pratiche. Oggi bisogna parlare di clima quotidianamente, perché il futuro del territorio dipende anche dalle scelte che i ragazzi faranno, diventando i playmaker della nostra comunità».