“Donne sotto la Cupola”: 65 storie in ‘rosa’ di Novara

“Donne sotto la Cupola”: 65 storie in ‘rosa’ di Novara
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NOVARA, All’ombra della Cupola antonelliana, secolare simbolo della comunità novarese, Gianfranco Capra, collaudato cronista e storico della vita cittadina, ed Eleonora Groppetti, affermata giornalista del “Corriere di Novara”, entrambi in questo 2016 ad un significativo traguardo anagrafico, hanno adunato, con il concorso della grafica Susanna Pulici, un vivace quanto suggestivo repertorio di sessantacinque donne, novaresi per nascita o per elezione, che rappresentano un’eletta schiera di “Donne sotto la Cupola”. Il volume, di grande formato, pubblicato da Azzurra Edizioni (15 euro), che sarà presentato martedì 10 maggio alle 18 all’Archivio di Stato di Novara, è ricchissimo di fotografie a illustrare le 158 pagine in cui scorrono queste figure di donne, tutte presenze importanti per la realtà novarese di fronte alle sfide del nuovo millennio. Una breve introduzione della “giornalista a New York” Maria Teresa Cometto ci ricorda che la “festa della donna” nacque in Russia all’indomani della Rivoluzione d’ottobre e, se in Italia si fa un gran discutere di “quote rosa”, “anche qui in USA per le donne non è facile affermarsi”. Come dappertutto. Il volume di Capra e Groppetti, che idealmente si collega a una precedente raccolta di settanta profili storici di donne novaresi, a cura del solo Capra, uscita nel 1998, si suddivide in sette capitoli: donne “nella memoria”, “nelle professioni”, “nel sociale”, “nella cultura”, “nello spettacolo”, “nello sport” e “donne emergenti”. Mancano, ad evitare contrasti, le donne impegnate in politica a causa delle imminenti elezioni comunali. Sfogliando il volume risulta evidente il grande impulso dato dalla presenza femminile nei vari ambiti della vita cittadina, dentro e fuori le mura, se alcune hanno portato il proprio contributo di competenza e di passione ben oltre i confini locali. Accanto ad autentiche scoperte, ormai vive solo nella “memoria”, come le attrici del cinema muto Adelina Guelfi e Adria Mira o la pioniera del ciclismo Antonietta Gilardini, altre donne restano “vive” per il loro lascito, come Franca Capurro e la “sua” Fondazione o la pittrice Olga Biglieri Scurto, mentre le sorelle Ugazio, di Galliate, ci ricordano, vittime incolpevoli, una tragica pagina della nostra guerra civile. Della galleria di “donne in carriera” che anima le pagine del libro di Capra e Groppetti colpisce la comune volontà, sospinta da una forte passione, a impegnarsi nella propria attività, quasi unite tutte da un comune destino: di aver scelto, ciascuna, la strada giusta nella quale affermarsi pienamente, come il compimento di una vocazione. E sorprende, ad esempio, vedere tante donne affermate in un campo pregiudizialmente maschile come quello dell’Economia: Eliana Baici, Anna Chiara Invernizzi, Mariella Enoc, Anna Belfiore, “un” magistrato (in servizio ad Aosta) come Marilinda Mineccia, solo una donna “fra i fumi dei fornelli” (ma con stella Michelin), Marta Grassi, mentre più numerose sono le donne impegnate nel mondo della cultura, da Emiliana Mongiat a Simona Gavinelli, Angela Maria Malosso, Susanna Borlandelli, Maria Carla Uglietti, Maria Grazia Porzio, Maria Marcella Vallascas, Giuseppina Spagnolo, Paola Sguazzini ad artiste come Daniela Grifoni e Anna Maria Raimo… E per i novaresi molti non sono solo nomi, ma persone ben caratterizzate, in cui pulsano esperienze e passioni che il volume sa testimoniare con incisività, spesso lasciando la parola al “ritratto” in questione, mai in posa, ma sempre colto nell’espressione spontanea della propria personalità, talvolta concedendo spazio anche a una dimensione familiare. Ne risulta pertanto, evitando la retorica celebrativa, in uno stile spigliato, immediato, una preziosa e puntuale documentazione anche storica, attraverso l’iter professionale e le riflessioni e le “confessioni” delle protagoniste, il “ritratto” dinamico di un certo periodo della vita della città. Il mondo dello sport si è ormai aperto da anni alla presenza femminile e la figura di suor Giovanna Saporiti, che da tempo ha oltrepassato lo spazio ristretto del campo di pallavolo, rappresenta emblematicamente le atlete in competizione, ma che dire, ancora, delle donne impegnate nel mondo dello spettacolo, come attrici, registe, e anche un “direttore” d’orchestra? E di quelle attive nel sociale (tra le altre, la commovente “favola” di Alessia Mairati)? E qual è il confine, nell’esercizio della propria professione, per dottoresse come Letizia Mazzini o Giuseppina Gambaro o per altre, impegnate, accanto ai loro incarichi, in Fondazioni o enti di sostegno al sociale? In fondo, sono tutte “donne emergenti”, non solo quelle raccolte nell’ultimo capitolo, perché tutte mai paghe dei risultati raggiunti, tutte concretamente protese verso un futuro da costruire in un mondo che sembra affogare nelle parole, “ambasciatrici” di una realtà di provincia che, nel suo operoso divenire, dimostra di poter pensare e realizzare progetti (sogni?) non effimeri. 

Ercole Pelizzone

NOVARA, All’ombra della Cupola antonelliana, secolare simbolo della comunità novarese, Gianfranco Capra, collaudato cronista e storico della vita cittadina, ed Eleonora Groppetti, affermata giornalista del “Corriere di Novara”, entrambi in questo 2016 ad un significativo traguardo anagrafico, hanno adunato, con il concorso della grafica Susanna Pulici, un vivace quanto suggestivo repertorio di sessantacinque donne, novaresi per nascita o per elezione, che rappresentano un’eletta schiera di “Donne sotto la Cupola”. Il volume, di grande formato, pubblicato da Azzurra Edizioni (15 euro), che sarà presentato martedì 10 maggio alle 18 all’Archivio di Stato di Novara, è ricchissimo di fotografie a illustrare le 158 pagine in cui scorrono queste figure di donne, tutte presenze importanti per la realtà novarese di fronte alle sfide del nuovo millennio. Una breve introduzione della “giornalista a New York” Maria Teresa Cometto ci ricorda che la “festa della donna” nacque in Russia all’indomani della Rivoluzione d’ottobre e, se in Italia si fa un gran discutere di “quote rosa”, “anche qui in USA per le donne non è facile affermarsi”. Come dappertutto. Il volume di Capra e Groppetti, che idealmente si collega a una precedente raccolta di settanta profili storici di donne novaresi, a cura del solo Capra, uscita nel 1998, si suddivide in sette capitoli: donne “nella memoria”, “nelle professioni”, “nel sociale”, “nella cultura”, “nello spettacolo”, “nello sport” e “donne emergenti”. Mancano, ad evitare contrasti, le donne impegnate in politica a causa delle imminenti elezioni comunali. Sfogliando il volume risulta evidente il grande impulso dato dalla presenza femminile nei vari ambiti della vita cittadina, dentro e fuori le mura, se alcune hanno portato il proprio contributo di competenza e di passione ben oltre i confini locali. Accanto ad autentiche scoperte, ormai vive solo nella “memoria”, come le attrici del cinema muto Adelina Guelfi e Adria Mira o la pioniera del ciclismo Antonietta Gilardini, altre donne restano “vive” per il loro lascito, come Franca Capurro e la “sua” Fondazione o la pittrice Olga Biglieri Scurto, mentre le sorelle Ugazio, di Galliate, ci ricordano, vittime incolpevoli, una tragica pagina della nostra guerra civile. Della galleria di “donne in carriera” che anima le pagine del libro di Capra e Groppetti colpisce la comune volontà, sospinta da una forte passione, a impegnarsi nella propria attività, quasi unite tutte da un comune destino: di aver scelto, ciascuna, la strada giusta nella quale affermarsi pienamente, come il compimento di una vocazione. E sorprende, ad esempio, vedere tante donne affermate in un campo pregiudizialmente maschile come quello dell’Economia: Eliana Baici, Anna Chiara Invernizzi, Mariella Enoc, Anna Belfiore, “un” magistrato (in servizio ad Aosta) come Marilinda Mineccia, solo una donna “fra i fumi dei fornelli” (ma con stella Michelin), Marta Grassi, mentre più numerose sono le donne impegnate nel mondo della cultura, da Emiliana Mongiat a Simona Gavinelli, Angela Maria Malosso, Susanna Borlandelli, Maria Carla Uglietti, Maria Grazia Porzio, Maria Marcella Vallascas, Giuseppina Spagnolo, Paola Sguazzini ad artiste come Daniela Grifoni e Anna Maria Raimo… E per i novaresi molti non sono solo nomi, ma persone ben caratterizzate, in cui pulsano esperienze e passioni che il volume sa testimoniare con incisività, spesso lasciando la parola al “ritratto” in questione, mai in posa, ma sempre colto nell’espressione spontanea della propria personalità, talvolta concedendo spazio anche a una dimensione familiare. Ne risulta pertanto, evitando la retorica celebrativa, in uno stile spigliato, immediato, una preziosa e puntuale documentazione anche storica, attraverso l’iter professionale e le riflessioni e le “confessioni” delle protagoniste, il “ritratto” dinamico di un certo periodo della vita della città. Il mondo dello sport si è ormai aperto da anni alla presenza femminile e la figura di suor Giovanna Saporiti, che da tempo ha oltrepassato lo spazio ristretto del campo di pallavolo, rappresenta emblematicamente le atlete in competizione, ma che dire, ancora, delle donne impegnate nel mondo dello spettacolo, come attrici, registe, e anche un “direttore” d’orchestra? E di quelle attive nel sociale (tra le altre, la commovente “favola” di Alessia Mairati)? E qual è il confine, nell’esercizio della propria professione, per dottoresse come Letizia Mazzini o Giuseppina Gambaro o per altre, impegnate, accanto ai loro incarichi, in Fondazioni o enti di sostegno al sociale? In fondo, sono tutte “donne emergenti”, non solo quelle raccolte nell’ultimo capitolo, perché tutte mai paghe dei risultati raggiunti, tutte concretamente protese verso un futuro da costruire in un mondo che sembra affogare nelle parole, “ambasciatrici” di una realtà di provincia che, nel suo operoso divenire, dimostra di poter pensare e realizzare progetti (sogni?) non effimeri. 

Ercole Pelizzone

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