Emilio Solfrizzi al Teatro Coccia in “Sarto per signora”

Emilio Solfrizzi al Teatro Coccia in “Sarto per signora”
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NOVARA - Emilio Solfrizzi sarà in scena al Teatro Coccia nel weekend in “Sarto per signora” di Georges Feydeau. Sabato 21 marzo lo spettacolo inizierà alle 21, domenica 22 alle 16.

Solfrizzi, barese classe 1962, ha all’attivo teatro, cinema, televisione non solo come comico (ricordiamo il duo che formò con Antonio Stornaiolo “Toti e Tata” scioltosi nel 1998) o attore di commedia (la serie “Tutti pazzi per amore”, “Maschi contro femmine” e “Femmine contro maschi” di Fausto Brizzi) ma anche in ruoli drammatici (“Luisa Sanfelice” dei fratelli Taviani, “El Alamein - La linea del fuoco” di Enzo Monteleone, più recentemente “Il commissario” nell’ambito della miniserie televisiva “Gli anni spezzati”).

Accanto a Solfrizzi nel cast Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Barbara Bedrina
Lisa Galantini, Simone Luglio, Fabrizia Sacchi, Giulia Weber. La scena è di Carlo De Marino, i costumi di Sandra Cardini, il disegno luci di Pasquale Mari, regia di Valerio Binasco.

La commedia è ambientata a Parigi e narra del dottor Molineaux, fresco di matrimonio ma dai dubbi comportamenti coniugali. Il protagonista in questione, infatti, avendo un animo libertino, tradisce la moglie con un’avvenente signora, e per poter incontrare la sua amante senza destare alcun sospetto si finge sarto, creando così una serie di simpatiche ed esilaranti gag che coinvolgono tutti i protagonisti della piéce. Una comicità amplificata dal virtuosismo tecnico dell’autore capace di assommare colpi di scena comici ed equivoci con la precisione di un chirurgo.

I personaggi dell’opera sono quelli tipici della commedia degli equivoci. E in effetti, in “Sarto per signora” le incomprensioni, casuali e volute, non mancano di certo. Feydeau preparava i suoi testi secondo schemi geometrici in cui le uscite e le entrate, gli incontri impossibili, le false scoperte, i rimandi e le coincidenze, disegnavano figure impeccabili. Il suo gioco di agnizioni, però, i congegni comici, si rivelavano strutture costruite appositamente per riempire il vuoto di valori di una società borghese fondata solo sull’apparenza.

“E’ talmente pura l’arte comica di Feydeau – commenta il regista - che molti miei colleghi ne restano imbarazzati. Io invece ritengo Feydeau uno dei più grandi autori del mondo.  Il fatto, poi, che abbia scritto soltanto esilaranti commedie di situazione, che già alla sola lettura fanno ridere perché stimolano irresistibilmente l’immaginazione scenica, lo colloca nel ristretto numero degli autori teatrali ‘puri’, che non fanno letteratura, ma grande Teatro. C’è una poesia tutta speciale, nell’arte di far ridere. Ed è la poesia dei ‘caratteri’. Dell’umanità stramba. Che si ficca in situazioni impossibili, e ne esce all’ultimo secondo con un impossibile balzo. E’ il balzo che tutti vorremmo saper fare. Lo sguardo di Feydeau sui temi più importanti della vita (come l’amore, il matrimonio, il successo sociale) è talmente immorale e superficiale, che sembra riscattare beffardamente la pesantezza della vita”.

I biglietti sono in vendita dai 15 ai 30 euro a seconda dei settori, per informazioni rivolgersi alla biglietteria del teatro tel. 0321 233200.

v.s.

NOVARA - Emilio Solfrizzi sarà in scena al Teatro Coccia nel weekend in “Sarto per signora” di Georges Feydeau. Sabato 21 marzo lo spettacolo inizierà alle 21, domenica 22 alle 16.

Solfrizzi, barese classe 1962, ha all’attivo teatro, cinema, televisione non solo come comico (ricordiamo il duo che formò con Antonio Stornaiolo “Toti e Tata” scioltosi nel 1998) o attore di commedia (la serie “Tutti pazzi per amore”, “Maschi contro femmine” e “Femmine contro maschi” di Fausto Brizzi) ma anche in ruoli drammatici (“Luisa Sanfelice” dei fratelli Taviani, “El Alamein - La linea del fuoco” di Enzo Monteleone, più recentemente “Il commissario” nell’ambito della miniserie televisiva “Gli anni spezzati”).

Accanto a Solfrizzi nel cast Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Barbara Bedrina
Lisa Galantini, Simone Luglio, Fabrizia Sacchi, Giulia Weber. La scena è di Carlo De Marino, i costumi di Sandra Cardini, il disegno luci di Pasquale Mari, regia di Valerio Binasco.

La commedia è ambientata a Parigi e narra del dottor Molineaux, fresco di matrimonio ma dai dubbi comportamenti coniugali. Il protagonista in questione, infatti, avendo un animo libertino, tradisce la moglie con un’avvenente signora, e per poter incontrare la sua amante senza destare alcun sospetto si finge sarto, creando così una serie di simpatiche ed esilaranti gag che coinvolgono tutti i protagonisti della piéce. Una comicità amplificata dal virtuosismo tecnico dell’autore capace di assommare colpi di scena comici ed equivoci con la precisione di un chirurgo.

I personaggi dell’opera sono quelli tipici della commedia degli equivoci. E in effetti, in “Sarto per signora” le incomprensioni, casuali e volute, non mancano di certo. Feydeau preparava i suoi testi secondo schemi geometrici in cui le uscite e le entrate, gli incontri impossibili, le false scoperte, i rimandi e le coincidenze, disegnavano figure impeccabili. Il suo gioco di agnizioni, però, i congegni comici, si rivelavano strutture costruite appositamente per riempire il vuoto di valori di una società borghese fondata solo sull’apparenza.

“E’ talmente pura l’arte comica di Feydeau – commenta il regista - che molti miei colleghi ne restano imbarazzati. Io invece ritengo Feydeau uno dei più grandi autori del mondo.  Il fatto, poi, che abbia scritto soltanto esilaranti commedie di situazione, che già alla sola lettura fanno ridere perché stimolano irresistibilmente l’immaginazione scenica, lo colloca nel ristretto numero degli autori teatrali ‘puri’, che non fanno letteratura, ma grande Teatro. C’è una poesia tutta speciale, nell’arte di far ridere. Ed è la poesia dei ‘caratteri’. Dell’umanità stramba. Che si ficca in situazioni impossibili, e ne esce all’ultimo secondo con un impossibile balzo. E’ il balzo che tutti vorremmo saper fare. Lo sguardo di Feydeau sui temi più importanti della vita (come l’amore, il matrimonio, il successo sociale) è talmente immorale e superficiale, che sembra riscattare beffardamente la pesantezza della vita”.

I biglietti sono in vendita dai 15 ai 30 euro a seconda dei settori, per informazioni rivolgersi alla biglietteria del teatro tel. 0321 233200.

v.s.

 

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