Spettacolo

Giampaolo Morelli approda al Coccia tra scomode verità e storie vere

L'attore si racconta in un'intervista e dà appuntamento al pubblico novarese per venerdì 17

Giampaolo Morelli approda al Coccia tra scomode verità e storie vere
Pubblicato:
Aggiornato:

Nella serie tv diventata un cult è l’ispettore Coliandro, l’investigatore nato dalla penna del giallista Carlo Lucarelli, ma sul palco si racconterà in un monologo brillante e irriverente.

In scena al Coccia

Il celebre attore napoletano Giampaolo Morelli sarà protagonista a Novara, nella stagione del Teatro Coccia: venerdì 17 febbraio alle 21, nel cartellone Comico, porterà in scena tra “Scomode verità e 3 storie vere”, un ironico e dissacrante spettacolo scritto insieme a Gianluca Ansanelli: accanto a lui il maestro Sergio Colicchio.

Un folgorante monologo che procede tra fulminanti battute e meditazioni sulle debolezze dell’umanità. Un “bigino” di tic, manie, slanci e ossessioni del vivere quotidiano, fatto di considerazioni e aforismi, riflessioni discorsive e articolate, intime e profonde, ma capaci di offrire un ritratto inedito e confidenziale del protagonista.

"Mi racconto senza filtro"

"Un comedy speech che è irriverente, caustico, pungente e sempre sincero – racconta al telefono -. Le scomode verità non sono altro che quelle con cui si ha a che fare tutti i giorni durante la vita. Parto dall’infanzia, dalla mia giovinezza per arrivare all’oggi. Tutte storie vere, non c’è nulla di inventato, lette con la lente dell’ironia. Lo spettacolo nasce dalla voglia di tornare a contatto con il pubblico. Dopo il Covid è diventata ancora più forte l’esigenza di recuperare quella relazione cristallina e vera che il teatro regala. Lo faccio non con un testo di prosa, ma raccontandomi senza filtro".

Quanto è difficile mettersi a nudo sul palco?

"Non è facile ma è qualcosa di naturale, anzi è una piacevole liberazione. Quando inizi a parlare di cose solo tue subito ti accorgi che tante delle tue esperienze, magari declinate in maniera diversa, sono le stesse del pubblico. Come se le occasioni di riflessione sulla tua esistenza nascessero insieme agli spettatori".

Dopo la pandemia hai trovato un pubblico diverso?

"Completamente diverso. C’è una grandissima voglia di verità, di contatto umano e il teatro sta raccogliendo tanti consensi perché in sala si vive il presente. Una esperienza imprevedibile che facciamo insieme, io e il pubblico. Emozioni impagabili che nascono in diretta, in quel preciso momento".

Ma allora per Giampaolo Morelli meglio il teatro, la tv o il cinema?

"Adoro il cinema, l’odore del set, della troupe, di quel lavorare insieme, di quella fatica incredibile che si può comprendere solo frequentando questo ambiente, ma salire sul palco con il mio spettacolo e dare spazio all’improvvisazione raccontando una verità scomoda piuttosto che un’altra mi fa venire le farfalle nello stomaco, cosa che da tempo non provavo e non pensavo che il teatro mi potesse dare".

Mai stato a Novara?

"No per cui fatemi trovare una bella accoglienza".

Ma non finisce qui: Morelli dà anche appuntamento ai suoi fan per la serie Sky “Non ci resta che il crimine - 1970”, con Marco Giallini e Gian Marco Tognazzi e annuncia la sua terza regia cinematografica per un progetto ancora top secret.

Intervista di Eleonora Groppetti

Seguici sui nostri canali