"Giovanni Testori torna a Novara"

"Giovanni Testori torna a Novara"
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NOVARA - “Giovanni Testori torna a Novara” è un ciclo di quattro conferenze sulla storia dell’arte novarese il cui scopo principale è celebrare i cinquant’anni dalla pubblicazione del libro “Il Gran teatro montano”, ancora oggi testo fondamentale per chi decida di approcciarsi per la prima volta allo studio del Sacro Monte di Varallo e più in generale alla storia dell’arte della realtà novarese che, per Testori, è storia della Diocesi di Novara. Sebbene oggi alcuni aspetti, in particolare attributivi, di questo testo siano superati, rimane invece insuperato un linguaggio raffinatissimo e una critica emozionale che ancora oggi incanta il lettore. 
In programma per quattro giovedì (10 – 17 - 24 e 31 marzo) alle ore 18 nella saletta 10 della Galleria Giannoni, queste conferenze vogliono dunque gettare nuova luce sulla storia dell’arte locale, forse a distanza di cinquant’anni un poco dimenticata (nonostante gli sforzi di Testori), e che di tutto sa fuorché di arte di provincia, degna quindi di rientrare a tutti gli effetti nella grande Storia dell’Arte.
Si tratta di incontri di carattere certamente divulgativo curati da tre giovani storici dell'arte (Marco Audisio, Chiara Franchi e Lidia Zuccaro) che, nel rigore della ricerca filologica, mirano a coinvolgere un tipo di pubblico il più eterogeneo possibile, dagli studenti di ogni ordine e grado agli appassionati e curiosi.
Il 10 marzo Lidia Zuccaro animerà l'incontro "Medioevo, mito ed oblio", durante il quale la riflessione partirà dal quesito: quanto c'è di vero nelle nostre ricostruzioni del Medioevo, quanto ci ha influenzati nel passato il nostro immaginario e quanto continua a farlo? Due idee opposte di Medioevo continuano ancora a tentare la nostra fantasia, una fatta di splendidi tornei, di arme cavalleresche e impavidi guerrieri che si sfidano per la mano di un'inerme pulzella, come nel fregio del Broletto di Novara. L'altra buia e triste, fatta di carestie, arretratezza e una religiosità ferrea che impedisce qualsiasi guizzo di fantasia, con inconsuete immagini come quelle degli affreschi del Battistero di Novara, un Medioevo poco accattivante e lungamente obliato.
Il 17 marzo, Marco Audisio parlerà di "Giovanni Testori, Elogio dell’arte novarese, storia e critica della produzione artistica novarese tra XV e XVII". L'incontro si ripropone di analizzare le opere d’arte descritte da Testori all’interno dell'omonimo saggio comparso per la prima volta nel 1961 e riedito nel 1965 ne "Il Gran Teatro montano". Durante la conferenza, la figura di Testori e il suo saggio saranno contestualizzati nell’attuale panorama della moderna storiografia artistica. Sarà l’occasione per riscoprire o scoprire per la prima volta opere d’arte non sempre di facile fruizione, grazie anche al supporto di immagini che non compaiono come apparati nei due testi. 
Il 24 marzo sarà sempre Marco Audisio il relatore dell'incontro dal titolo "Il Cinquecento novarese: Gaudenzio Ferrari e i suoi seguaci", una lettura critica della parabola gaudenziana che affonda le sue radici nel Sacro Monte di Varallo e giunge fino agli albori del Seicento. Attraverso una carrellata delle più interessanti personalità gaudenziane, partendo proprio dal grande maestro di Valduggia e dall’opera dei suoi più importanti seguaci (Sperindio Cagnoli, Bernardino Lanino, Fermo Stella, Angelo Canta, Giovanni Maria de Rumo e Antonio Zanetti detto il Bugnate) si giungerà fino alla fine del Cinquecento presentando e analizzando inediti indirizzi di ricerca tutt’ora inesplorati che vede le figure dei figli di Lanino e altre personalità pittoriche affini portare avanti l’attività e lo stile figurativo gaudenziano. Attraverso l’incrocio di fonti critiche e letterarie, da quelle più antiche a quelle più recenti in ambito gaudenziano, il pubblico potrà farsi un’esauriente idea di quella che è forse la più importante e prolifica bottega del Cinquecento padano. La conferenza sarà anche un modo per fare alcune precisazioni sull’opera di Testori analizzata nel precedente incontro. 

Infine il 31 marzo l'incontro con relatrice Chiara Franchi, dal titolo "Mater-materia – dal realismo alla pittura informale", si aprirà con una breve introduzione sulla mostra “Courbet e l’informale”, curata da Testori nel 1988, in occasione della quale il critico espose pubblicamente la propria tesi relativa allo sviluppo dell’arte contemporanea. Il percorso si snoda dunque attraverso le tappe di tale pensiero, a partire da una panoramica su Gustave Courbet (Ornans, 1849 – La Tour-de-Peliz, 1877), “padre” del realismo francese e, secondo Testori, capostipite indiscusso dell’arte del Novecento. Punto di arrivo e di massima espressione della “matericità” delle opere di Courbet è, secondo l’intellettuale, la pittura informale: segue dunque l’analisi di uno dei suoi massimi esponenti, Ennio Morlotti (Lecco, 1910 – Milano, 1992). A conclusione dell’incontro, un approfondimento sull’attività pittorica dello stesso Testori, alla luce delle principali esposizioni che lo videro protagonista fra gli anni Settanta e Ottanta. Ogni tappa di questo percorso sarà inoltre accompagnata da brevi “incursioni” nella collezione della Galleria Giannoni, per offrire un’occasione di confronto concreto e di riflessione sul patrimonio artistico contemporaneo di Novara.

v.s.

NOVARA - “Giovanni Testori torna a Novara” è un ciclo di quattro conferenze sulla storia dell’arte novarese il cui scopo principale è celebrare i cinquant’anni dalla pubblicazione del libro “Il Gran teatro montano”, ancora oggi testo fondamentale per chi decida di approcciarsi per la prima volta allo studio del Sacro Monte di Varallo e più in generale alla storia dell’arte della realtà novarese che, per Testori, è storia della Diocesi di Novara. Sebbene oggi alcuni aspetti, in particolare attributivi, di questo testo siano superati, rimane invece insuperato un linguaggio raffinatissimo e una critica emozionale che ancora oggi incanta il lettore. 
In programma per quattro giovedì (10 – 17 - 24 e 31 marzo) alle ore 18 nella saletta 10 della Galleria Giannoni, queste conferenze vogliono dunque gettare nuova luce sulla storia dell’arte locale, forse a distanza di cinquant’anni un poco dimenticata (nonostante gli sforzi di Testori), e che di tutto sa fuorché di arte di provincia, degna quindi di rientrare a tutti gli effetti nella grande Storia dell’Arte.
Si tratta di incontri di carattere certamente divulgativo curati da tre giovani storici dell'arte (Marco Audisio, Chiara Franchi e Lidia Zuccaro) che, nel rigore della ricerca filologica, mirano a coinvolgere un tipo di pubblico il più eterogeneo possibile, dagli studenti di ogni ordine e grado agli appassionati e curiosi.
Il 10 marzo Lidia Zuccaro animerà l'incontro "Medioevo, mito ed oblio", durante il quale la riflessione partirà dal quesito: quanto c'è di vero nelle nostre ricostruzioni del Medioevo, quanto ci ha influenzati nel passato il nostro immaginario e quanto continua a farlo? Due idee opposte di Medioevo continuano ancora a tentare la nostra fantasia, una fatta di splendidi tornei, di arme cavalleresche e impavidi guerrieri che si sfidano per la mano di un'inerme pulzella, come nel fregio del Broletto di Novara. L'altra buia e triste, fatta di carestie, arretratezza e una religiosità ferrea che impedisce qualsiasi guizzo di fantasia, con inconsuete immagini come quelle degli affreschi del Battistero di Novara, un Medioevo poco accattivante e lungamente obliato.
Il 17 marzo, Marco Audisio parlerà di "Giovanni Testori, Elogio dell’arte novarese, storia e critica della produzione artistica novarese tra XV e XVII". L'incontro si ripropone di analizzare le opere d’arte descritte da Testori all’interno dell'omonimo saggio comparso per la prima volta nel 1961 e riedito nel 1965 ne "Il Gran Teatro montano". Durante la conferenza, la figura di Testori e il suo saggio saranno contestualizzati nell’attuale panorama della moderna storiografia artistica. Sarà l’occasione per riscoprire o scoprire per la prima volta opere d’arte non sempre di facile fruizione, grazie anche al supporto di immagini che non compaiono come apparati nei due testi. 
Il 24 marzo sarà sempre Marco Audisio il relatore dell'incontro dal titolo "Il Cinquecento novarese: Gaudenzio Ferrari e i suoi seguaci", una lettura critica della parabola gaudenziana che affonda le sue radici nel Sacro Monte di Varallo e giunge fino agli albori del Seicento. Attraverso una carrellata delle più interessanti personalità gaudenziane, partendo proprio dal grande maestro di Valduggia e dall’opera dei suoi più importanti seguaci (Sperindio Cagnoli, Bernardino Lanino, Fermo Stella, Angelo Canta, Giovanni Maria de Rumo e Antonio Zanetti detto il Bugnate) si giungerà fino alla fine del Cinquecento presentando e analizzando inediti indirizzi di ricerca tutt’ora inesplorati che vede le figure dei figli di Lanino e altre personalità pittoriche affini portare avanti l’attività e lo stile figurativo gaudenziano. Attraverso l’incrocio di fonti critiche e letterarie, da quelle più antiche a quelle più recenti in ambito gaudenziano, il pubblico potrà farsi un’esauriente idea di quella che è forse la più importante e prolifica bottega del Cinquecento padano. La conferenza sarà anche un modo per fare alcune precisazioni sull’opera di Testori analizzata nel precedente incontro. 

Infine il 31 marzo l'incontro con relatrice Chiara Franchi, dal titolo "Mater-materia – dal realismo alla pittura informale", si aprirà con una breve introduzione sulla mostra “Courbet e l’informale”, curata da Testori nel 1988, in occasione della quale il critico espose pubblicamente la propria tesi relativa allo sviluppo dell’arte contemporanea. Il percorso si snoda dunque attraverso le tappe di tale pensiero, a partire da una panoramica su Gustave Courbet (Ornans, 1849 – La Tour-de-Peliz, 1877), “padre” del realismo francese e, secondo Testori, capostipite indiscusso dell’arte del Novecento. Punto di arrivo e di massima espressione della “matericità” delle opere di Courbet è, secondo l’intellettuale, la pittura informale: segue dunque l’analisi di uno dei suoi massimi esponenti, Ennio Morlotti (Lecco, 1910 – Milano, 1992). A conclusione dell’incontro, un approfondimento sull’attività pittorica dello stesso Testori, alla luce delle principali esposizioni che lo videro protagonista fra gli anni Settanta e Ottanta. Ogni tappa di questo percorso sarà inoltre accompagnata da brevi “incursioni” nella collezione della Galleria Giannoni, per offrire un’occasione di confronto concreto e di riflessione sul patrimonio artistico contemporaneo di Novara.

v.s.

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