Il cinema Made in Italy vola in Galles

Il cinema Made in Italy vola in Galles
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Il cinema Made in Italy vola in Galles grazie a un novarese. È Luca Paci che abita oltremanica da oltre dieci anni. Lui è il direttore artistico dell’Italian Film Festival Cardiff: cinque giorni di programmazione, dal 23 al 27 novembre, nelle prestigiose sedi del Penarth Pier Pavillion e del Chapter Arts Centre. Come tanti talenti italiani, fuori dai confini del Paese Luca Paci contribuisce, con una iniziativa culturale, a diventare ambasciatore della sua nazione. E delle sue eccellenze. La laurea a Pavia, quindi la decisione di andare nel Regno Unito. Prima a Londra e poi nel Galles. Il curriculum si arricchisce. Un dottorato di ricerca a Swansea con un PhD. Nella capitale inglese lavora in alcune scuole superiori e come traduttore (per il lungo poema “La ragazza Carla” di Elio Pagliarani). Scrive poesie in inglese e italiano. Ora è professore di letteratura italiana e cinema all'Università di Swansea. Una famiglia e due figlie. Luca, 46 anni, fa parte del direttivo organizzativo dell'Italian Film Festival di Cardiff assieme a Caterina Bertelli, Luisa Pèrcopo e Paolo Viel: «La kermesse – ci racconta Luca via Skype - viene promossa dall'Italian Cultural Centre Wales, luogo di sviluppo e condivisione della cultura italiana in Galles, ben più importante di ciò che ci si potrebbe aspettare nel corso della storia recente della nazione: quest’anno è stata realizzata insieme a Sardegna Film Commission e Lucana Film Commission: in cartellone nove proiezioni di film e una larga carrellata di pellicole d'animazione dedicate ai più giovani, tutte prime visioni assolute in Gran Bretagna e in Galles». Da due anni e mezzo si è trasferito nel Galles. E lì è nata l’idea del festival: «Nel 2015 – continua Luca – abbiamo proposto con successo la prima edizione: una grande risposta di pubblico e stampa, interessando istituzioni come le università di Swansea e Cardiff». Naturale proseguire sulla strada intrapresa con una nuova rassegna «ancora più grande e ambiziosa – aggiunge Luca -. Abbiamo notato un profondo interesse per la tradizione cinematografica italiana e, dato che non c'era nulla di dedicato nella capitale, abbiamo proposto ai due cinema d'essay più importanti un festival, coinvolgendo alcuni sponsor locali, i ristoranti della zona, e l’azienda Seda, leader nel settore del packaging, per finanziare l'iniziativa: grazie a un piccolo budget, siamo riusciti a portare attori, registi e produttori qui da noi. La nostra idea quella di dare dell’Italia una immagine meno stereotipata e più realistica, puntando sulla tradizione e su giovani registi, dallo sguardo freschissimo e capace di allargare le prospettive». Il menu: «L'inaugurazione della mostra “Melanzasca”, personale dell'artista italiano Silvano Beggio. Poi spazio a uno dei nomi di maggior spicco del panorama cinematografico italiano di sempre, Ermanno Olmi, con il suo ultimo lavoro “Torneranno i pirati”: era presente Elisabetta Olmi, figlia del regista e produttrice. Poi lo Scambio” di Salvo Cuccia e “Last Summer” di Leonardo Guerra Seràgnoli, con la partecipazione di entrambi i registi, insieme all'attore della prima pellicola Sergio Vespertino. Protagonista anche l'ultimo lavoro di Claudio Caligari, regista di Arona scomparso l’anno scorso, “Non essere cattivo”. Di Fiorella Infascelli abbiamo proposto “Era d'estate”. Ottimo riscontro per ogni proiezione, sold out per tutte. Importante anche il gemellaggio con Lucana Film Commission: abbiamo inserito nel cartellone “Un paese quasi perfetto” con Fabio Volo, un titolo commerciale, ma che dà voce al paesaggio del Sud, parlando del carattere della gente, di turismo e delle nostre risorse. Altrettanto importante la collaborazione con Sardegna Film». Quindi, promuovere una immagine diversa del nostro Paese e anche «favorire scambi tra Italia e Galles, magari creando un rapporto privilegiato con la mia città, Novara, coinvolgendo sponsor e registi».

Che area si respira nel Galles dopo Brexit?

«Sembra tutto sospeso. I Britannici si sono resi conto di aver fatto un grave errore. Il Galles riceve tanti aiuti dall’Unione Europea e, come la Scozia, ha bisogno di continuare gli scambi per ritrovare la sua identità all’interno del Regno Unito. Le possibilità sono aperte. Inutile piangere sul latte versato: occorre costruire relazioni a livello linguistico, offrendo opportunità ai giovani italiani oltremanica e agli inglesi nel nostro Paese. Che è ricco di posti stupendi, sul piano turistico e culturale: ha tante eccellenze, dalla cucina al design all’artigianato che qui non esiste più. Fino al cinema: occorre creare rapporti culturali anche in questo ambito. Noi lo stiamo facendo, concretizzando scambi con il Maratea Film Festival. Con l’Italia si può fare, anche a livello regionale. Dobbiamo investire nel cinema. Per questo abbiamo dato vita al festival. Un brand e tante eccellenze che devono fare sistema. L'arte è un bene di prima necessità da condividere e, per quanto ci si rifiuti di considerarlo tale, ci sarà sempre qualcun altro più che disponibile a nutrirsene. Abbiamo una Ferrari ma dobbiamo saperla guidare. Ci sono troppi autisti e forse sbagliati».

Eleonora Groppetti 

Il cinema Made in Italy vola in Galles grazie a un novarese. È Luca Paci che abita oltremanica da oltre dieci anni. Lui è il direttore artistico dell’Italian Film Festival Cardiff: cinque giorni di programmazione, dal 23 al 27 novembre, nelle prestigiose sedi del Penarth Pier Pavillion e del Chapter Arts Centre. Come tanti talenti italiani, fuori dai confini del Paese Luca Paci contribuisce, con una iniziativa culturale, a diventare ambasciatore della sua nazione. E delle sue eccellenze. La laurea a Pavia, quindi la decisione di andare nel Regno Unito. Prima a Londra e poi nel Galles. Il curriculum si arricchisce. Un dottorato di ricerca a Swansea con un PhD. Nella capitale inglese lavora in alcune scuole superiori e come traduttore (per il lungo poema “La ragazza Carla” di Elio Pagliarani). Scrive poesie in inglese e italiano. Ora è professore di letteratura italiana e cinema all'Università di Swansea. Una famiglia e due figlie. Luca, 46 anni, fa parte del direttivo organizzativo dell'Italian Film Festival di Cardiff assieme a Caterina Bertelli, Luisa Pèrcopo e Paolo Viel: «La kermesse – ci racconta Luca via Skype - viene promossa dall'Italian Cultural Centre Wales, luogo di sviluppo e condivisione della cultura italiana in Galles, ben più importante di ciò che ci si potrebbe aspettare nel corso della storia recente della nazione: quest’anno è stata realizzata insieme a Sardegna Film Commission e Lucana Film Commission: in cartellone nove proiezioni di film e una larga carrellata di pellicole d'animazione dedicate ai più giovani, tutte prime visioni assolute in Gran Bretagna e in Galles». Da due anni e mezzo si è trasferito nel Galles. E lì è nata l’idea del festival: «Nel 2015 – continua Luca – abbiamo proposto con successo la prima edizione: una grande risposta di pubblico e stampa, interessando istituzioni come le università di Swansea e Cardiff». Naturale proseguire sulla strada intrapresa con una nuova rassegna «ancora più grande e ambiziosa – aggiunge Luca -. Abbiamo notato un profondo interesse per la tradizione cinematografica italiana e, dato che non c'era nulla di dedicato nella capitale, abbiamo proposto ai due cinema d'essay più importanti un festival, coinvolgendo alcuni sponsor locali, i ristoranti della zona, e l’azienda Seda, leader nel settore del packaging, per finanziare l'iniziativa: grazie a un piccolo budget, siamo riusciti a portare attori, registi e produttori qui da noi. La nostra idea quella di dare dell’Italia una immagine meno stereotipata e più realistica, puntando sulla tradizione e su giovani registi, dallo sguardo freschissimo e capace di allargare le prospettive». Il menu: «L'inaugurazione della mostra “Melanzasca”, personale dell'artista italiano Silvano Beggio. Poi spazio a uno dei nomi di maggior spicco del panorama cinematografico italiano di sempre, Ermanno Olmi, con il suo ultimo lavoro “Torneranno i pirati”: era presente Elisabetta Olmi, figlia del regista e produttrice. Poi lo Scambio” di Salvo Cuccia e “Last Summer” di Leonardo Guerra Seràgnoli, con la partecipazione di entrambi i registi, insieme all'attore della prima pellicola Sergio Vespertino. Protagonista anche l'ultimo lavoro di Claudio Caligari, regista di Arona scomparso l’anno scorso, “Non essere cattivo”. Di Fiorella Infascelli abbiamo proposto “Era d'estate”. Ottimo riscontro per ogni proiezione, sold out per tutte. Importante anche il gemellaggio con Lucana Film Commission: abbiamo inserito nel cartellone “Un paese quasi perfetto” con Fabio Volo, un titolo commerciale, ma che dà voce al paesaggio del Sud, parlando del carattere della gente, di turismo e delle nostre risorse. Altrettanto importante la collaborazione con Sardegna Film». Quindi, promuovere una immagine diversa del nostro Paese e anche «favorire scambi tra Italia e Galles, magari creando un rapporto privilegiato con la mia città, Novara, coinvolgendo sponsor e registi».

Che area si respira nel Galles dopo Brexit?

«Sembra tutto sospeso. I Britannici si sono resi conto di aver fatto un grave errore. Il Galles riceve tanti aiuti dall’Unione Europea e, come la Scozia, ha bisogno di continuare gli scambi per ritrovare la sua identità all’interno del Regno Unito. Le possibilità sono aperte. Inutile piangere sul latte versato: occorre costruire relazioni a livello linguistico, offrendo opportunità ai giovani italiani oltremanica e agli inglesi nel nostro Paese. Che è ricco di posti stupendi, sul piano turistico e culturale: ha tante eccellenze, dalla cucina al design all’artigianato che qui non esiste più. Fino al cinema: occorre creare rapporti culturali anche in questo ambito. Noi lo stiamo facendo, concretizzando scambi con il Maratea Film Festival. Con l’Italia si può fare, anche a livello regionale. Dobbiamo investire nel cinema. Per questo abbiamo dato vita al festival. Un brand e tante eccellenze che devono fare sistema. L'arte è un bene di prima necessità da condividere e, per quanto ci si rifiuti di considerarlo tale, ci sarà sempre qualcun altro più che disponibile a nutrirsene. Abbiamo una Ferrari ma dobbiamo saperla guidare. Ci sono troppi autisti e forse sbagliati».

Eleonora Groppetti 

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