Il genio di Giuseppe Verdi illumina l’Aida

Il genio di Giuseppe Verdi illumina l’Aida
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Presentazione milanese per la prima del Teatro Coccia di Novara. Oggi, alla Fondazione Portaluppi, per la stampa appuntamento con i protagonisti dell’Aida: insieme al sindaco Alessandro Canelli e al direttore del Coccia Renata Rapetti, a raccontare la nascita dell’opera di Verdi all’ombra della Cupola saranno i registi Piero Maranghi e Paolo Gavazzeni e il direttore d’orchestra Matteo Beltrami. Venerdì 7 ottobre alle 20.30 il debutto dell’Aida che tornerà sul palco domenica 9 e, in via eccezionale, martedì 11, sempre alle 20.30: rispetto al cartellone presentato a luglio, è stata aggiunta una terza recita. Nel cast anche le voci di Alexandra Zabala, Sanja Anastasia, Walter Fraccaro e del soprano trecatese Marta Calcaterra. In occasione della serata “Lampi di genio. La bellezza della ricerca e dell’innovazione, high tech e remoto”, che il Corriere della Sera ha proposto sabato 24 settembre al Coccia dando il via al percorso “Il Bello dell’Italia”, al folto pubblico è stata offerta qualche anticipazione dell’opera verdiana che segnerà l’inizio della stagione 2016-2017. In apertura la Corale San Gregorio Magno e il Coro del Ticino, diretti dal maestro Matteo Beltrami (al pianoforte Mirco Godio), hanno proposto il “Gloria all’Egitto e ad Iside” dal capolavoro di Giuseppe Verdi e tra i protagonisti della serata saliti sul palco ci sono stati anche i registi dell’Aida novarese, Piero Maranghi e Paolo Gavazzeni. Creatività, una delle parole chiave dell’incontro. Ben incarnata dal genio di Giuseppe Verdi. Lo ha sottolineato Piero Maranghi, che è anche direttore di Sky Classica: «Ha illuminato il mondo con il suo genio. Lui e Wagner dividono il mondo in due. Un genio totale, la cui vita è stata fologorata da un continuo lampo. Fu un grande cittadino del mondo: 27 opere e solo una ispirata da un testo letterario italiano. Con la sua ultima opera, il Falstaff, gabba tutti e apre un mondo. E lascia qualcosa di rivoluzionario, una traccia per gli eredi. Insomma, un genio totale». Anche Paolo Gavazzeni, che è direttore artistico della Fondazione Arena di Verona, ha sottolineato la genialità del Cigno di Busseto: «Non era mai stato in Egitto eppure ha saputo creare una atmosfera tipicamente egiziana. Il suo colpo di genio? Aver ammiccato ai gusti del pubblico del tempo. Ha creato un’opera con grandi masse in scena. Aida rivela e, nello stesso tempo, nasconde una natura intimistica che secondo noi è la vera anima dell’opera. Un vibrare umano, di personaggi soli e che muoiono tutti. L’amore diventa eterno grazie alla vita che speriamo ci possa essere nell’aldilà».

Eleonora Groppetti

Presentazione milanese per la prima del Teatro Coccia di Novara. Oggi, alla Fondazione Portaluppi, per la stampa appuntamento con i protagonisti dell’Aida: insieme al sindaco Alessandro Canelli e al direttore del Coccia Renata Rapetti, a raccontare la nascita dell’opera di Verdi all’ombra della Cupola saranno i registi Piero Maranghi e Paolo Gavazzeni e il direttore d’orchestra Matteo Beltrami. Venerdì 7 ottobre alle 20.30 il debutto dell’Aida che tornerà sul palco domenica 9 e, in via eccezionale, martedì 11, sempre alle 20.30: rispetto al cartellone presentato a luglio, è stata aggiunta una terza recita. Nel cast anche le voci di Alexandra Zabala, Sanja Anastasia, Walter Fraccaro e del soprano trecatese Marta Calcaterra. In occasione della serata “Lampi di genio. La bellezza della ricerca e dell’innovazione, high tech e remoto”, che il Corriere della Sera ha proposto sabato 24 settembre al Coccia dando il via al percorso “Il Bello dell’Italia”, al folto pubblico è stata offerta qualche anticipazione dell’opera verdiana che segnerà l’inizio della stagione 2016-2017. In apertura la Corale San Gregorio Magno e il Coro del Ticino, diretti dal maestro Matteo Beltrami (al pianoforte Mirco Godio), hanno proposto il “Gloria all’Egitto e ad Iside” dal capolavoro di Giuseppe Verdi e tra i protagonisti della serata saliti sul palco ci sono stati anche i registi dell’Aida novarese, Piero Maranghi e Paolo Gavazzeni. Creatività, una delle parole chiave dell’incontro. Ben incarnata dal genio di Giuseppe Verdi. Lo ha sottolineato Piero Maranghi, che è anche direttore di Sky Classica: «Ha illuminato il mondo con il suo genio. Lui e Wagner dividono il mondo in due. Un genio totale, la cui vita è stata fologorata da un continuo lampo. Fu un grande cittadino del mondo: 27 opere e solo una ispirata da un testo letterario italiano. Con la sua ultima opera, il Falstaff, gabba tutti e apre un mondo. E lascia qualcosa di rivoluzionario, una traccia per gli eredi. Insomma, un genio totale». Anche Paolo Gavazzeni, che è direttore artistico della Fondazione Arena di Verona, ha sottolineato la genialità del Cigno di Busseto: «Non era mai stato in Egitto eppure ha saputo creare una atmosfera tipicamente egiziana. Il suo colpo di genio? Aver ammiccato ai gusti del pubblico del tempo. Ha creato un’opera con grandi masse in scena. Aida rivela e, nello stesso tempo, nasconde una natura intimistica che secondo noi è la vera anima dell’opera. Un vibrare umano, di personaggi soli e che muoiono tutti. L’amore diventa eterno grazie alla vita che speriamo ci possa essere nell’aldilà».

Eleonora Groppetti

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