Il melodramma per i giovani del Coccia registra ben tre sold out
La storia di Alessandro Barbaglia è stata librettata da Salvatore Sito, mentre le musiche erano di Paola Magnanini
Tre repliche sold out (domenica 19 novembre per tutti e lunedì 20 due recite per le scuole): applausi e complimenti per «Lei non sa chi sono io», il melodramma per i più giovani prodotto dalla Fondazione teatro Coccia.
La storia
La storia di Alessandro Barbaglia (in scena anche nel prologo proprio nei panni di un autore che vuole scrivere storie per il teatro, a colloquio con una direttrice esigente interpretata dalla giovanissima Emma Pilota e interrotto dal Bianconiglio interpretato da Leonardo Pesucci) è stata librettata da Salvatore Sito, capace di trovare le parole giuste per raccontare i personaggi e il loro messaggio: non avere paura dei propri sogni, non dimenticarli divenendo adulti, ma seguirli sempre per realizzarli.
Le musiche e i protagonisti
La musica di Paola Magnanini ha caratterizzato i protagonisti ed è risultata subito cantabile, moderna, in un bel mix tra lirica, jazz, con l’utilizzo inusuale della fisarmonica. Ben eseguita dall’ensemble orchestrale del teatro Coccia, diretta dal maestro Nataliia Stets che si è distinta per comunicatività e competenza.
E così sul palco, con la regia di Enrica Rebaudo e le scene firmate dalla stessa Rebaudo con Erika Chilò (entrambe allieve Amo come i cantanti), hanno preso vita il Commissario che Francesco Congiu ha reso credibile e simile a tanti adulti costretti a rinunciare alle proprie passioni, la Strega con la bella voce piena di Maria Chiara Scarale divisa tra fornelli e pettegolezzi con l’amico Lupo interpretato dallo straordinario baritono Pasquale Greco: la paura del successo e la paura del fallimento hanno cantato delusioni e speranze, in attesa che Cenerentola, il soprano ricco di sfumature Clementina Regina, riuscisse a far capire al Commissario come fosse pericoloso dimenticare le proprie passioni.
Il lieto fine, sul palco, è assicurato perché i «bambini sanno colorare» i sogni. E il messaggio dell’opera è di non smettere mai.