Il nuovo teatro “chiama” anche le scuole

Il nuovo teatro “chiama” anche le scuole
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NOVARA - Il nuovo Teatro Faraggiana si apre anche alle scuole. Come promesso. Con musica e spettacoli rivolti agli studenti. Sette messe in scena della stagione 2016-2017 avranno una replica mattutina per i ragazzi delle superiori. Ecco il cartellone studiato per i giovani. Al via venerdì 13 gennaio con “Srebrenica” di e con Roberta Biagiarelli, “protagonista di una storia dove la ragion di Stato e gli interessi di politica internazionale – così nella presentazione - hanno giocato a Risiko con la vita di decine di migliaia di persone. Questo spettacolo testimonianza ricorda le vittime e punta il dito sui carnefici: aggressori e aggrediti”. Venerdì 3 febbraio in cartellone “La dolce guerra” di Elena Ferrari (attrice novarese) e Mariano Arenella: protagonisti due personaggi storici, Giovanni Pastrone, pioniere del cinema italiano, e Fanny del Ry, giovane maestra venuta in contatto con le teorie di Maria Montessori. «Attraverso la loro storia si rivive la Prima Guerra Mondiale, - spiegano i due attori - ma soprattutto si capisce quanto fosse diffuso e inconsapevole il consenso popolare a quella tragica pagina e quanto sia sempre necessario, per ognuno di noi, affrontare con consapevolezza ogni evento». Venerdì 17 febbraio sul palco Lucilla Giagnoni (attrice novarese ma anche direttrice artistica della Fondazione e ideatrice della stagione) con “Il ritorno di Chimera”, testo in cui affronta la storia della tragica vita della strega di Zardino raccontata da Sebastiano Vassalli nel romanzo che vinse il Premio Strega nel 1990. Venerdì 24 febbraio in cartellone “Mi chiamo Aram e sono italiano – Storie da Synagosyty”, di Gabriele Vacis e Aram Kian con Aram Kian: “Una classica infanzia degli anni Ottanta – ancora dalla presentazione -, vissuta nella periferia industriale di una grande città del Nord, fra tegolini del Mulino Bianco e compagni di scuola strafottenti; una banale adolescenza anni Novanta, condita di musica grunge, cortei studenteschi e serate in discoteca; una comune giovinezza a cavallo del nuovo secolo, fatta di inconcludenti anni universitari e lavoro che non si trova. Ritratto tipico di un trentenne italiano. Solo che, quando il trentenne in questione si chiama Aram e ha un padre iraniano, le cose si complicano un po’...”. Si passa a venerdì 10 marzo con “La Terra vista dalla Luna” di Vincenzo Picone: in scena Micaela Casalboni, Paride Cicirello, Giulia Franzaresi, Silvia Lamboglia e Gian Marco Pellecchia. Notizie reali e storie inventate a delineare quadri grotteschi e surreali che diventano specchio distorto e veritiero della realtà. Giovedì 23 marzo tocca a “Novecento” di Alessandro Baricco, con Eugenio Allegri. Lo spettacolo prende le mosse dagli andamenti musicali della parola, dai gesti surreali e dalle evocazioni magnetiche che lo lanciarono al debutto. Si chiude venerdì 7 aprile con “Acquadoro”, con Lucilla Giagnoni e Marco Tamagni, da “L’oro del mondo” di Vassalli. Tra parola e musica dal vivo, canzoni popolari, successi dell’epoca e composizioni blues un percorso narrativo che racconta il lavoro, la civiltà del fiume, l’epopea dei cercatori d’oro anche attraverso il dialetto.

e.gr.

NOVARA - Il nuovo Teatro Faraggiana si apre anche alle scuole. Come promesso. Con musica e spettacoli rivolti agli studenti. Sette messe in scena della stagione 2016-2017 avranno una replica mattutina per i ragazzi delle superiori. Ecco il cartellone studiato per i giovani. Al via venerdì 13 gennaio con “Srebrenica” di e con Roberta Biagiarelli, “protagonista di una storia dove la ragion di Stato e gli interessi di politica internazionale – così nella presentazione - hanno giocato a Risiko con la vita di decine di migliaia di persone. Questo spettacolo testimonianza ricorda le vittime e punta il dito sui carnefici: aggressori e aggrediti”. Venerdì 3 febbraio in cartellone “La dolce guerra” di Elena Ferrari (attrice novarese) e Mariano Arenella: protagonisti due personaggi storici, Giovanni Pastrone, pioniere del cinema italiano, e Fanny del Ry, giovane maestra venuta in contatto con le teorie di Maria Montessori. «Attraverso la loro storia si rivive la Prima Guerra Mondiale, - spiegano i due attori - ma soprattutto si capisce quanto fosse diffuso e inconsapevole il consenso popolare a quella tragica pagina e quanto sia sempre necessario, per ognuno di noi, affrontare con consapevolezza ogni evento». Venerdì 17 febbraio sul palco Lucilla Giagnoni (attrice novarese ma anche direttrice artistica della Fondazione e ideatrice della stagione) con “Il ritorno di Chimera”, testo in cui affronta la storia della tragica vita della strega di Zardino raccontata da Sebastiano Vassalli nel romanzo che vinse il Premio Strega nel 1990. Venerdì 24 febbraio in cartellone “Mi chiamo Aram e sono italiano – Storie da Synagosyty”, di Gabriele Vacis e Aram Kian con Aram Kian: “Una classica infanzia degli anni Ottanta – ancora dalla presentazione -, vissuta nella periferia industriale di una grande città del Nord, fra tegolini del Mulino Bianco e compagni di scuola strafottenti; una banale adolescenza anni Novanta, condita di musica grunge, cortei studenteschi e serate in discoteca; una comune giovinezza a cavallo del nuovo secolo, fatta di inconcludenti anni universitari e lavoro che non si trova. Ritratto tipico di un trentenne italiano. Solo che, quando il trentenne in questione si chiama Aram e ha un padre iraniano, le cose si complicano un po’...”. Si passa a venerdì 10 marzo con “La Terra vista dalla Luna” di Vincenzo Picone: in scena Micaela Casalboni, Paride Cicirello, Giulia Franzaresi, Silvia Lamboglia e Gian Marco Pellecchia. Notizie reali e storie inventate a delineare quadri grotteschi e surreali che diventano specchio distorto e veritiero della realtà. Giovedì 23 marzo tocca a “Novecento” di Alessandro Baricco, con Eugenio Allegri. Lo spettacolo prende le mosse dagli andamenti musicali della parola, dai gesti surreali e dalle evocazioni magnetiche che lo lanciarono al debutto. Si chiude venerdì 7 aprile con “Acquadoro”, con Lucilla Giagnoni e Marco Tamagni, da “L’oro del mondo” di Vassalli. Tra parola e musica dal vivo, canzoni popolari, successi dell’epoca e composizioni blues un percorso narrativo che racconta il lavoro, la civiltà del fiume, l’epopea dei cercatori d’oro anche attraverso il dialetto.

e.gr.

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