"La verità sul caso Hansel e Gretel": Alessandro Barbaglia presenta il suo nuovo libro per ragazzi
Lo scrittore novarese, vincitore del Premio Strega, si racconta in un'intervista
Parole e frasi palindrome, parole da leggere al contrario, parole che dicono e parole che creano. Alessandro Barbaglia le usa come solo chi le conosce e le ama può fare. Dal 28 febbraio quelle parole sono nel nuovo libro per ragazzi del vincitore del Premio Strega «La verità sul caso Hansel e Gretel» edito da Mondadori.
La prima presentazione del libro è in programma per domenica 5 marzo alle 16.30 al Piccolo Coccia a Novara.
La trama
La copertina è di Ilaria Urbinati e all’autore piace tantissimo, tanto che ha scritto ispirandosi anche al disegno di quella casa sull’albero, rifugio e quartier generale per le avventure.
Anna e Otto sono gemelli, ma sono nati in due giorni, mesi e anni diversi. Abitano in un paesino di montagna dove non succede mai niente, Lagna si chiama, e c'è una sola strada, e internet non prende. Però, anche se nessuno lo sa, a Lagna si fa la focaccia dolce ai mirtilli più buona del mondo. E ogni giorno, sotto la grande quercia all'inizio del bosco, nonno Omar racconta storie fantastiche, che sanno fare magie: mentre le ascolti diventano vere. Ma un giorno tutto questo finisce: nonno Omar viene portato in una casa di riposo. Non sta bene, dicono: non riesce a distinguere le storie dalla realtà. Sostiene di conoscere la verità sul caso Hansel e Gretel, perché in ogni storia c'è una verità da scoprire. E così Anna e Otto iniziano a indagare. Se riusciranno a dimostrare che il nonno ha ragione, potranno farlo tornare a casa. Ma le fiabe sono il regno di tutte le ipotesi, ed entrarci potrebbe essere pericoloso. Come si esce da una fiaba, se non si distingue più dalla realtà? Una risposta che si può trovare solo leggendo.
Lo scrittore si è raccontato in un'intervista al settimanale NovaraOggi che vi riproponiamo.
Come è nata l’idea di questo libro, di questa storia?
"Si tratta di una storia vera al 97% che ho raccontato: quella di George Osseg che nel 1968 si convince che la fiaba di Hansel e Gretel sia il resoconto del primo femminicidio, avvenuto nella foresta dello Spessart vicino a Norimberga, e si mette a indagare. Osseg ne scrive un libro, io ho pensato a un libro per ragazzi che ha avuto una stesura alquanto travagliata".
Per quale motivo?
"In “Scacco matto tra le stelle” ho voluto rendere un evidente omaggio a Rodari, qui avrei voluto dedicare l’omaggio ad Alice nel paese delle meraviglie e Lewis Carroll, ma non si è compiuto il percorso. Ho comunque mantenuto i protagonisti con nomi palindromi e tanti giochi di parole. A un certo punto mi sono proprio bloccato con la storia e l’ho confessato ai ragazzi durante le presentazioni e gli incontri: hanno suggerito tante idee, ma risolutivo il suggerimento di una ragazza di terza media che mi ha consigliato di leggere “Sortilegi” di Bianca Pitzorno. Nessuno ha letto la bozza perché ero in ritardo nella consegna! Pensare però che l’ho inviato da Roma, mentre ero lì per presentare il Premio Strega, a un anno dalla mia vittoria. E la mia nuova storia aveva una strega come personaggio...".
Cosa si aspetta da questo libro?
"Dopo i primi due, ho smesso di aspettarmi qualcosa dai libri! Spero piaccia, diverta, sia stimolante. Il messaggio c’è: sono anni che lavoro con le fiabe e ho capito che i protagonisti sono i cattivi. E in Hansel e Gretel sono loro i cattivi: la strega è una strega e si comporta da tale, ma i bambini possono compiere delle scelte e con la strega si rivelano violenti. Anche Pollicino. Se l’Orco è un orco, Pollicino è feroce. Ho provato a scrivere una storia che si potesse leggere al contrario. Un riavvolgere la fiaba per permettere ai bimbi di non essere i cattivi della situazione".
Il suo personaggio del cuore?
"Mi piacciono Anna e Otto, ma il mio preferito è Albert che ha idee risolutive, così particolare da farmi tenerezza".
Altri libri nel cassetto?
"In questo 2023 uscirà ancora qualcosa per ragazzi, per gli adulti potrei iniziare a scrivere dopo l’estate. A marzo uscirà un podcast, un “book show” con Chiara Sgarbi".
Si sente più uno scrittore per adulti o per ragazzi?
"Difficile rispondere. Ho sulle spalle il “dramma” di aver scritto un libro su Bobby Fisher, con un tipo di scrittura nella quale mi trovo a mio agio e non è stato semplice cambiare registro per questa storia. Bobby è una storia ancora presente e invadente nella mia vita, che resterà ancora per un po’ e che mi sta offrendo incontri e occasioni straordinarie, come, di recente, la giornata nel carcere di Opera".
Come è cambiato, se è cambiato, diventando scrittore?
"E’ cambiato il mio livello di stanchezza! Mi accorgo che sono molto innamorato dei ragazzi che incontro ed è cambiato lo sguardo sui modelli che li crescono. Mi piacerebbe che le scuole fossero supportate con più strumenti, che i docenti fossero meglio retribuiti e nutriti. Mi interrogo su questo, da scrittore e da genitore".
Intervista di Erica Bertinotti