Muti e la musica della speranza

Muti e la musica della speranza
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NOVARA – «Non avrei mai pensato che questo concerto dovesse avvenire in un giorno di lutto per la città di Novara e per il nostro Paese, una delle vittime dell’attentato è un nostro e vostro concittadino: Francesco Caldara. La serata assume un altro significato che non è di celebrazione dei giovani che rappresentano il nostro futuro. Non possiamo iniziare il concerto senza fermarci un attimo: per questo vi chiedo un minuto di raccoglimento». Un messaggio carico di dolore e tristezza quello con cui il maestro Riccardo Muti apre venerdì sera il concerto al Teatro Coccia. Ma anche un «messaggio di luce e di speranza» che Muti affida alla musica, al programma della serata, che sembra quasi “piegarsi” alla volontà di alzare la testa per combattere il dramma che il mondo intero sta vivendo dopo l’attentato terroristico di Tunisi. «Le vittime di questi giorni, iniziando da Francesco Caldara, – ancora il maestro che dal 2010 è direttore musicale della prestigiosa Chicago Symphony Orchestra – sono il segnale di un pericolo che mette in discussione il nostro futuro, quello dei nostri figli, dei nostri nipoti, dei nostri giovani. Il podio non è luogo in cui fare proclami e prendere posizioni politiche ma non possiamo dimenticare che la perdita di identità di una nazione è un veicolo facilissimo per tutti coloro che vorrebbero perdessimo quella che è stata la nostra storia, la nostra identità. Io sono partito da questo teatro, voi lo sapete, e da anni mi batto per mantenere alto il corso della storia del nostro Paese, la sua identità. Una delle colonne è la musica: la cultura, troppo spesso nominata impropriamente, oggi ha perduto il suo significato intrinseco. La musica è una delle armi da adoperare per combattere quelli che vorrebbero che crollassero la nostra storia e la nostra cultura: i giovani non possono concretizzare la speranza se chi ci governa considera la cultura un extra lusso da mettere da parte o da non considerare». Una impegnativa battaglia quella che combatte il maestro Muti, contro una società che è sorda e miope, che non investe e non crede nella musica e nei giovani: ecco il messaggio lanciato dal palco. In un teatro esaurito da mesi, con persone accorse anche da altre città, Novara vive una serata storica. Sul palco del Coccia il maestro dirige l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” da lui fondata nel 2004. Il repertorio ha proposto Rossini (Ouverture da “Guglielmo Tell”), Schubert (Sinfonia n. 4 in do minore “Tragica” D 417) e Cajkovskij (Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64).

Eleonora Groppetti

NOVARA – «Non avrei mai pensato che questo concerto dovesse avvenire in un giorno di lutto per la città di Novara e per il nostro Paese, una delle vittime dell’attentato è un nostro e vostro concittadino: Francesco Caldara. La serata assume un altro significato che non è di celebrazione dei giovani che rappresentano il nostro futuro. Non possiamo iniziare il concerto senza fermarci un attimo: per questo vi chiedo un minuto di raccoglimento». Un messaggio carico di dolore e tristezza quello con cui il maestro Riccardo Muti apre venerdì sera il concerto al Teatro Coccia. Ma anche un «messaggio di luce e di speranza» che Muti affida alla musica, al programma della serata, che sembra quasi “piegarsi” alla volontà di alzare la testa per combattere il dramma che il mondo intero sta vivendo dopo l’attentato terroristico di Tunisi. «Le vittime di questi giorni, iniziando da Francesco Caldara, – ancora il maestro che dal 2010 è direttore musicale della prestigiosa Chicago Symphony Orchestra – sono il segnale di un pericolo che mette in discussione il nostro futuro, quello dei nostri figli, dei nostri nipoti, dei nostri giovani. Il podio non è luogo in cui fare proclami e prendere posizioni politiche ma non possiamo dimenticare che la perdita di identità di una nazione è un veicolo facilissimo per tutti coloro che vorrebbero perdessimo quella che è stata la nostra storia, la nostra identità. Io sono partito da questo teatro, voi lo sapete, e da anni mi batto per mantenere alto il corso della storia del nostro Paese, la sua identità. Una delle colonne è la musica: la cultura, troppo spesso nominata impropriamente, oggi ha perduto il suo significato intrinseco. La musica è una delle armi da adoperare per combattere quelli che vorrebbero che crollassero la nostra storia e la nostra cultura: i giovani non possono concretizzare la speranza se chi ci governa considera la cultura un extra lusso da mettere da parte o da non considerare». Una impegnativa battaglia quella che combatte il maestro Muti, contro una società che è sorda e miope, che non investe e non crede nella musica e nei giovani: ecco il messaggio lanciato dal palco. In un teatro esaurito da mesi, con persone accorse anche da altre città, Novara vive una serata storica. Sul palco del Coccia il maestro dirige l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” da lui fondata nel 2004. Il repertorio ha proposto Rossini (Ouverture da “Guglielmo Tell”), Schubert (Sinfonia n. 4 in do minore “Tragica” D 417) e Cajkovskij (Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64).

Eleonora Groppetti

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