Quei commenti in punta… di matita

Quei commenti in punta… di matita
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NOVARA - Sono Graforecensioni. Sì, avete capito bene. Recensioni… grafiche. Qualcosa di unico, di originale. A firmarle è un medico leccese (anzi, di Galatone), specializzando in Radiodiagnostica all’Ospedale Maggiore di Novara: Alberto Zuccalà, 31 anni. Consultando la sua pagina Facebook tutto vi sarà più chiaro. Non potete andare su Facebook? Allora ve lo spiega lui. «Sono video che si compongono di due parti: la prima in cui c’è lo sviluppo del disegno a tema con la trama, un estratto testuale del romanzo e la chiusura con la copertina. Il tutto in 2 minuti». In pratica: anziché fare una recensione scritta Alberto Zuccalà si affida a carta e matita per mettere nero su bianco le sue impressioni sul libro.

«Una recensione in punta di matita e non di penna», chiosa. «Mi sono chiesto: è possibile parlare di un libro, generare interesse e curiosità partendo dal disegno e dalla forte carica comunicativa che esso contiene per sua natura? L’idea è nata leggendo un romanzo di Simona Sparaco, “Se chiudo gli occhi”, dall’immagine di una statua, “Eikasia”, che rompendosi svela il suo contenuto al lettore e risolve un momento importante dell’intera storia. Ho immaginato che, aprendo il libro, si potesse ricreare la stessa sensazione disegnandola e sono nati così i miei video che contengono quel particolare che lo caratterizza». Primo libro ad avere la Graforecensione di Alberto “Il negativo dell’amore” di Maria Paola Colombo, scrittrice novarese. Originario della Puglia, dopo aver studiato a L’Aquila, dove ha vissuto i giorni terribili del terremoto del 2009, «momenti impressi per sempre e che mi hanno visto perdere amici carissimi», si è trasferito a Novara dopo la laurea, per la specializzazione. E all’ombra della Cupola coltiva la sua passione, qualcosa di innato, «ho sempre disegnato per conto mio, bozzetti su bozzetti. Tra tutorial, esercizi, consigli di amici più bravi e appassionati di me sono andato avanti. Il disegno si apprende disegnando. Certo ci sono delle regole che devi conoscere, ma l’esercizio è importantissimo». Nessuno studio ad hoc, ha scelto un altro ramo, ma tanta voglia di continuare a lasciare il proprio segno sulla carta «Oggi sulla mia pagina Facebook ho pubblicato l’immagine di un ragazzo, Mariusz K?dzierski, che pur non avendo le mani, ha raggiunto livelli tecnici altissimi vincendo numerosi premi. Con tanta volontà, esercizio e rinunce si possono realizzare tanti sogni». «Molti scrittori erano già dei cari amici, altri li ho conosciuti con questi miei lavori o attraverso le proposte degli editori. Intuisco chi ci tiene e scrive per passione e chi lo fa solo per lavoro. Chi ha desiderio di ascoltare i suoi lettori e chi inventa storie solamente per essere letto o vendere. Fortunatamente i più mi voglio bene e mi sostengono in questo progetto condividendo i miei video. Tra loro preferisco chi ascolta e usa il romanzo come pretesto per incontrare le persone e parlare con loro». Basta leggere quello che hanno scritto di lui su Facebook per rendersene conto. Tanto gli scrittori, da Chiara Gamberale a Simona Sparaco, da Alice Basso a Catena Fiorello, da Marco Balzano a Lorenzo Marone ad Alessandro D’Avenia, quanto i lettori. Per loro gli aggettivi si moltiplicano: stupendo, poetico, meraviglioso… C’è chi lo contatta. A volte è Alberto a cercare gli autori. E allora come si mette in moto la macchina? «Leggo il libro, naturalmente, e durante la lettura o una volta terminata si delinea l’immagine che per me caratterizza quel testo. Perché mi resta impressa. E allora prendo carta e matita e provo a riprodurla come se fosse il ritratto del cuore del libro». Ma tutti… i libri? «Se non mi piacciono non vengono graforecensiti. Mi mancherebbe l’ispirazione, l’idea». Graforecensione è un suo neologismo. E la sua creazione, su Facebook si chiama così. Per la precisione “Le Graforecensioni di Alberto Zuccalà – Un disegno per un libro”. Anche la musica ha la sua importanza: i video sono accompagnati da un sottofondo musicale in linea con il “sentimento” che scorre nel romanzo e che aggrada la progressione dell’opera.

La sua pagina ora ha quasi 12.000 follower. Numeri che stordiscono e fanno di lui uno dei più interessanti “influencer” in fatto di libri. E la dicono lunga sul successo che ha raggiunto. «C’è una bella collaborazione con Liberiamo, una tra le più grandi piazze web dedicate ai libri ma sopratutto tra persone che leggono e commentano i miei video. Si crea uno scambio interessantissimo. Il passaparola è vincente, lo strumento che mi ha aiutato di più a far conoscere la mia pagina Facebook». I disegni sono rigorosamente a matita, «così mi esprimo al meglio. Sarà poi che è affine all’ambiente radiologico che frequento tutti i giorni. Tra bianco e nero della radiologia e quello del foglio e di una matita il passo è breve…». Ma quando è stato dato il via? «Tutto è iniziato in sordina a gennaio e da maggio su Facebook. La mie sono considerate recensioni valide a tutti gli effetti. Con riscontri positivi da parte dei maggiori editori: i più interessati sono Feltrinelli, Giunti, Nord, Longanesi, Garzanti. Qualcuno mi ha già invitato in casa editrice per parlare della mia esperienza. È un mondo bellissimo».

Perché non dedicare una pubblicazione alle Graforecensioni? «Potrebbe essere un’idea! Già altri miei lavori sono stati raccolti sul calendario di una onlus che ha distribuito 5.000 copie in tutta Italia. I disegni delle Graforecensioni in un libro è una proposta editoriale stupenda!». Magari anche una mostra in cui presentare i lavori potrebbe essere un’idea. «Non mi tiro indietro, ma per “realizzare” c’è sempre bisogno dell’aiuto di tutti».

Una novità, questa, da suggerire ai più giovani. «In un’epoca in cui spesso manca il tempo per leggere la classica recensione scritta la mia può essere una valida alternativa da proporre ai ragazzi, soprattutto nelle scuole, come approccio e invito alla lettura che, con i loro cellulari, troverebbero immediatamente e nel social che frequentano di più. È un modo diverso per parlare di libri. Credo non sia destinato a morire. Nella peggiore dell’ipotesi intercetterà l’autore, i suoi lettori e non l’editore. Il mio desiderio, la mia aspirazione è che questo progetto riesca a trovare una grande finestra che possa aiutarmi a farlo conoscere a un pubblico più ampio. Un hobby ancora in fase di lancio, ma spero possa diventare un lavoro. Senza però abbandonare il camice! Il primo amore non si scorda mai. La mia pagina è molto seguita e ha avuto un boom negli ultimi mesi. Sono contentissimo. Ci vorrebbe qualcosa per fare il salto di qualità». E magari, leggendo un libro, ad Alberto verrà l’intuizione. Per volare ancora di più!

Eleonora Groppetti


NOVARA - Sono Graforecensioni. Sì, avete capito bene. Recensioni… grafiche. Qualcosa di unico, di originale. A firmarle è un medico leccese (anzi, di Galatone), specializzando in Radiodiagnostica all’Ospedale Maggiore di Novara: Alberto Zuccalà, 31 anni. Consultando la sua pagina Facebook tutto vi sarà più chiaro. Non potete andare su Facebook? Allora ve lo spiega lui. «Sono video che si compongono di due parti: la prima in cui c’è lo sviluppo del disegno a tema con la trama, un estratto testuale del romanzo e la chiusura con la copertina. Il tutto in 2 minuti». In pratica: anziché fare una recensione scritta Alberto Zuccalà si affida a carta e matita per mettere nero su bianco le sue impressioni sul libro.

«Una recensione in punta di matita e non di penna», chiosa. «Mi sono chiesto: è possibile parlare di un libro, generare interesse e curiosità partendo dal disegno e dalla forte carica comunicativa che esso contiene per sua natura? L’idea è nata leggendo un romanzo di Simona Sparaco, “Se chiudo gli occhi”, dall’immagine di una statua, “Eikasia”, che rompendosi svela il suo contenuto al lettore e risolve un momento importante dell’intera storia. Ho immaginato che, aprendo il libro, si potesse ricreare la stessa sensazione disegnandola e sono nati così i miei video che contengono quel particolare che lo caratterizza». Primo libro ad avere la Graforecensione di Alberto “Il negativo dell’amore” di Maria Paola Colombo, scrittrice novarese. Originario della Puglia, dopo aver studiato a L’Aquila, dove ha vissuto i giorni terribili del terremoto del 2009, «momenti impressi per sempre e che mi hanno visto perdere amici carissimi», si è trasferito a Novara dopo la laurea, per la specializzazione. E all’ombra della Cupola coltiva la sua passione, qualcosa di innato, «ho sempre disegnato per conto mio, bozzetti su bozzetti. Tra tutorial, esercizi, consigli di amici più bravi e appassionati di me sono andato avanti. Il disegno si apprende disegnando. Certo ci sono delle regole che devi conoscere, ma l’esercizio è importantissimo». Nessuno studio ad hoc, ha scelto un altro ramo, ma tanta voglia di continuare a lasciare il proprio segno sulla carta «Oggi sulla mia pagina Facebook ho pubblicato l’immagine di un ragazzo, Mariusz K?dzierski, che pur non avendo le mani, ha raggiunto livelli tecnici altissimi vincendo numerosi premi. Con tanta volontà, esercizio e rinunce si possono realizzare tanti sogni». «Molti scrittori erano già dei cari amici, altri li ho conosciuti con questi miei lavori o attraverso le proposte degli editori. Intuisco chi ci tiene e scrive per passione e chi lo fa solo per lavoro. Chi ha desiderio di ascoltare i suoi lettori e chi inventa storie solamente per essere letto o vendere. Fortunatamente i più mi voglio bene e mi sostengono in questo progetto condividendo i miei video. Tra loro preferisco chi ascolta e usa il romanzo come pretesto per incontrare le persone e parlare con loro». Basta leggere quello che hanno scritto di lui su Facebook per rendersene conto. Tanto gli scrittori, da Chiara Gamberale a Simona Sparaco, da Alice Basso a Catena Fiorello, da Marco Balzano a Lorenzo Marone ad Alessandro D’Avenia, quanto i lettori. Per loro gli aggettivi si moltiplicano: stupendo, poetico, meraviglioso… C’è chi lo contatta. A volte è Alberto a cercare gli autori. E allora come si mette in moto la macchina? «Leggo il libro, naturalmente, e durante la lettura o una volta terminata si delinea l’immagine che per me caratterizza quel testo. Perché mi resta impressa. E allora prendo carta e matita e provo a riprodurla come se fosse il ritratto del cuore del libro». Ma tutti… i libri? «Se non mi piacciono non vengono graforecensiti. Mi mancherebbe l’ispirazione, l’idea». Graforecensione è un suo neologismo. E la sua creazione, su Facebook si chiama così. Per la precisione “Le Graforecensioni di Alberto Zuccalà – Un disegno per un libro”. Anche la musica ha la sua importanza: i video sono accompagnati da un sottofondo musicale in linea con il “sentimento” che scorre nel romanzo e che aggrada la progressione dell’opera.

La sua pagina ora ha quasi 12.000 follower. Numeri che stordiscono e fanno di lui uno dei più interessanti “influencer” in fatto di libri. E la dicono lunga sul successo che ha raggiunto. «C’è una bella collaborazione con Liberiamo, una tra le più grandi piazze web dedicate ai libri ma sopratutto tra persone che leggono e commentano i miei video. Si crea uno scambio interessantissimo. Il passaparola è vincente, lo strumento che mi ha aiutato di più a far conoscere la mia pagina Facebook». I disegni sono rigorosamente a matita, «così mi esprimo al meglio. Sarà poi che è affine all’ambiente radiologico che frequento tutti i giorni. Tra bianco e nero della radiologia e quello del foglio e di una matita il passo è breve…». Ma quando è stato dato il via? «Tutto è iniziato in sordina a gennaio e da maggio su Facebook. La mie sono considerate recensioni valide a tutti gli effetti. Con riscontri positivi da parte dei maggiori editori: i più interessati sono Feltrinelli, Giunti, Nord, Longanesi, Garzanti. Qualcuno mi ha già invitato in casa editrice per parlare della mia esperienza. È un mondo bellissimo».

Perché non dedicare una pubblicazione alle Graforecensioni? «Potrebbe essere un’idea! Già altri miei lavori sono stati raccolti sul calendario di una onlus che ha distribuito 5.000 copie in tutta Italia. I disegni delle Graforecensioni in un libro è una proposta editoriale stupenda!». Magari anche una mostra in cui presentare i lavori potrebbe essere un’idea. «Non mi tiro indietro, ma per “realizzare” c’è sempre bisogno dell’aiuto di tutti».

Una novità, questa, da suggerire ai più giovani. «In un’epoca in cui spesso manca il tempo per leggere la classica recensione scritta la mia può essere una valida alternativa da proporre ai ragazzi, soprattutto nelle scuole, come approccio e invito alla lettura che, con i loro cellulari, troverebbero immediatamente e nel social che frequentano di più. È un modo diverso per parlare di libri. Credo non sia destinato a morire. Nella peggiore dell’ipotesi intercetterà l’autore, i suoi lettori e non l’editore. Il mio desiderio, la mia aspirazione è che questo progetto riesca a trovare una grande finestra che possa aiutarmi a farlo conoscere a un pubblico più ampio. Un hobby ancora in fase di lancio, ma spero possa diventare un lavoro. Senza però abbandonare il camice! Il primo amore non si scorda mai. La mia pagina è molto seguita e ha avuto un boom negli ultimi mesi. Sono contentissimo. Ci vorrebbe qualcosa per fare il salto di qualità». E magari, leggendo un libro, ad Alberto verrà l’intuizione. Per volare ancora di più!

Eleonora Groppetti


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