Fondazione Comunità Novarese

Restauri della Chiesa di San Giovanni a Novara: emerge una straordinaria sorpresa

La Chiesa è uno scrigno tardobarocco in buone condizioni di conservazione nei suoi prospetti esterni (grazie a recenti interventi di restauro) ma propone segni evidenti di degrado dell’apparato decorativo interno.

Restauri della Chiesa di San Giovanni a Novara: emerge una straordinaria sorpresa
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Restauro degli interni per la Chiesa di San Giovanni Decollato a Novara grazie al contributo di Fondazione Comunità Novarese onlus. Lavori divisi in cinque lotti: si comincia dalla parete est
dell’edificio su cui insistono l’antico organo e la cantoria e che ha riservato, nelle fasi preliminari di lavoro una straordinaria sorpresa.

I lavori

Ultimo progetto approvato sul Bando “Patrimonio di Comunità” edizione 2021 di Fondazione Comunità Novarese onlus: si tratta del “Restauro e risanamento conservativo degli interni: parete est e affresco della Chiesa di San Giovanni Decollato di Novara” promosso dalla Confraternita di San Giovanni Battista Decollato ad fontes. Il progetto ha ricevuto da FCN un contributo di 30.000 euro su un costo complessivo di oltre 55.000 euro.
Localizzata nel cuore di Novara, la Chiesa di San Giovanni Battista Decollato (da quattro secoli sede dell’omonima Confraternita) nella sua forma attuale, fu edificata tra il 1635 e il 1643, ampliando e ruotando di 90 gradi un precedente oratorio, risalente al 1510 e costruito, con orientamento est- ovest, a ridosso del Battistero paleocristiano, con il quale è possibile condividesse un altare.

La Chiesa è uno scrigno tardobarocco in buone condizioni di conservazione nei suoi prospetti esterni (grazie a recenti interventi di restauro) ma propone segni evidenti di degrado dell’apparato decorativo interno. Da qui, l’ambizione di un restauro complessivo, che ha condotto a un progetto articolato in cinque lotti.

“L’edificio – spiega il Presidente della Fondazione Comunità Novarese onlus, Prof. Davide Maggi -
non è solo un centro di culto ma un simbolo storico, artistico, archivistico ed architettonico di
notevole valore. Il restauro consentirà il recupero di un bene che, dal XVI secolo, è parte integrante del tessuto storico urbanistico del centro cittadino, insistendo nel medesimo isolato della Cattedrale, del Battistero e del Palazzo Vescovile, in affaccio sul Teatro Coccia e sul Castello, nonché in direzione del complesso monumentale del Broletto. Quest’area sarà interessata, nei prossimi anni, da progetti di valorizzazione e di rigenerazione urbana con la restituzione di molti spazi alla città. Questa ulteriore riqualificazione consentirà di implementare le sinergie già esistenti con alcuni attori del contesto socio-culturale della città di Novara, creandone di nuove”.
Il primo (e più complicato) lotto dei cinque riguarda l’intervento sulla parete est dell’edificio su cui insistono l’antico organo (contenuto nella propria cassa) e la cantoria. Tale intervento è articolato in più fasi, sia strutturali, sia funzionali al recupero degli apparati decorativi dello strumento, della cassa, della cantoria e della parete su cui insistono; parete condivisa con il Battistero sulla quale, durante le fasi preliminari del cantiere, è emerso un affresco databile al XVI secolo, di notevole interesse.

Questa parete risulta essere un vero e proprio “palinsesto” che racconta la storia dell’edificio. Proprio sotto il piano della cantoria, è emersa durante i saggi preliminari dell’intervento una porzione di circa 13 metri quadri decorata ad affresco, che arriva fino al livello del pavimento: la parte più estesa, superiormente, comprende tre scene sacre databili al XVI secolo – “La salita al Calvario”; “La Crocifissione” e “La deposizione” – parzialmente coperte da una scialbatura di epoca settecentesca e da depositi di polvere e materiali organici ormai deteriorati, attribuibile ad una bottega locale di elevato livello. La parte inferiore, invece, presenta una decorazione architettonica con campiture a finto marmo ingentilite da racemi; anch’esse inedite.
Gli interventi del primo lotto, cui seguiranno quelli sulla parete occidentale, sulla controfacciata e sulle cappelle interne della chiesa, si rendono necessari per l’evidente stato di degrado in cui versa l’edificio.

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