Simona Bencini, jazz e… discomusic

Simona Bencini, jazz e… discomusic
Pubblicato:

NOVARA - Il Nuovo Teatro Faraggiana riparte anche nel segno del jazz. Del jazz di Simona Bencini. Sabato 19 novembre la lead vocalist dei Dirotta su Cuba (la band del funky italiano per eccellenza), inaugura alle 21 la stagione musicale curata da Paolo Viana e Sonia Turcato. A Novara il progetto “Jazzin’ on the dance floor” (biglietti a 15 euro intero e 12 ridotto). Da qualche anno Simona Bencini coltiva la passione per il jazz, reintrepretando in chiave jazzistica la discomusic degli anni 1975-1980. Accompagnata da Luca Giugno chitarra, Tony Casuscelli piano, Max Scoca contrabbasso e Martino Malacrida batteria rivisita alcuni dei brani più famosi di quel periodo, scarnificandoli dai ricchi arrangiamenti di archi, fiati e groove con l'intento di far vivere solo le canzoni, portandole, sia musicalmente che vocalmente, in un territorio più acoustic jazz.

Si va dallo swing di “September” degli EWF a quello di “Night Fever” dei BeeGees, dalla ballad struggente di “I Will survive” al ritmo incalzante di “Don’t stop til You get enough” di Michael Jackson.

Una nuova tappa del progetto. Come è nato e con quali finalità?

«Negli ultimi tempi – ci racconta – grazie alla frequentazione di grandi amici musicisti mi sono avvicinata al jazz, con un approccio sempre leggero e pop, non troppo intellettuale. Non il jazz tout court ma una musica attinente alla mia personalità artistica. Questo anche per cambiare. Non volevo essere ingabbiata in un modello di sound unico ma avevo il desiderio di provare qualcosa di diverso. Il jazz me lo consente, mi permette di essere più dinamica e usare la voce in modo più dolce. E per una cantante è importante. Ho iniziato nel 2009 a fare jazz e il nuovo spettacolo è nato a Lesa, dove abito. Un repertorio non fatto di standard classici, ma di brani popolarissimi della discomusic a cavallo tra anni ’70 e ’80 con l’intento di portarli in un altro territorio, nel mio ambito di cantante pop e funky. Senza stravolgerli. Una bella sfida, nata anche per avvicinare per avvicinare al jazz un nuovo pubblico, uno step intermedio insomma, passando per altre sonorità. Due facce della stessa medaglia. Niente di pesante ma assolutamente godibile».

Tu giochi in casa visto che hai scelto di vivere sul Lago Maggiore. Che significa allora esibirsi a Novara?

Nuovo Faraggiana ha riaperto dopo 16 anni.

«Sono molto onorata, vivo qui dal 2009 e benché non abbia messo cartelli fuori di casa mia ben presto si è sparsa la voce. Cantare dove abito è una bella cosa, il territorio ha bisogno di fare musica perché non ce n’è tanta o fatta come si deve. Non sempre i musicisti sono messi a loro agio. Mi fa piacere inaugurare un teatro che riapre dopo tanti anni. Un polo che nasce sulle ceneri di uno storico spazio. Sento la responsabilità e l’ansia del momento. Con tutta la serenità e la spontaneità che mi contraddistinguono auguro al teatro una luna vita».

Vogliamo anche ricordare il grande successo di Jesus Christ Superstar allo Sporting Village nel 2010 dove tu vestivi i panni di Maria Maddalena.

«Una esperienza bellissima e molto fortunata: uno dei musical più belli di tutti i tempi. E per me una parte molto particolare. Qualcosa di nuovo e che spero si possa ripetere, trovando l’occasione giusta che finora è mancata per fare il bis».

E poi i Dirotta su Cuba. Impossibile non citarli visto che a settembre è uscito il nuovo album, “Studio Sessions Vol.1”. Che è una rilettura del primo, quello che vi ha lanciato vent’anni fa.

«Le soddisfazioni sono già tante, soprattutto nei concerti live che sono la cosa più bella. Il messaggio arriva subito, il contatto umano è immediato e reale. Dai e anche ricevi, uno scambio continuo. Noi diamo energia e riceviamo l’applaudo, la gioia del pubblico. Così deve essere, qualcosa di concreto. I sogni servono, sono la nostra benzina. Però il concerto è qualcosa di molto reale e vero, che ti gratifica. Serve a tutti.»

Coniamo un slogan per invitare i novaresi alla serata.

«Dirottate sul Faraggiana con la voglia di sentire buona musica jazz».

Eleonora Groppetti

NOVARA - Il Nuovo Teatro Faraggiana riparte anche nel segno del jazz. Del jazz di Simona Bencini. Sabato 19 novembre la lead vocalist dei Dirotta su Cuba (la band del funky italiano per eccellenza), inaugura alle 21 la stagione musicale curata da Paolo Viana e Sonia Turcato. A Novara il progetto “Jazzin’ on the dance floor” (biglietti a 15 euro intero e 12 ridotto). Da qualche anno Simona Bencini coltiva la passione per il jazz, reintrepretando in chiave jazzistica la discomusic degli anni 1975-1980. Accompagnata da Luca Giugno chitarra, Tony Casuscelli piano, Max Scoca contrabbasso e Martino Malacrida batteria rivisita alcuni dei brani più famosi di quel periodo, scarnificandoli dai ricchi arrangiamenti di archi, fiati e groove con l'intento di far vivere solo le canzoni, portandole, sia musicalmente che vocalmente, in un territorio più acoustic jazz.

Si va dallo swing di “September” degli EWF a quello di “Night Fever” dei BeeGees, dalla ballad struggente di “I Will survive” al ritmo incalzante di “Don’t stop til You get enough” di Michael Jackson.

Una nuova tappa del progetto. Come è nato e con quali finalità?

«Negli ultimi tempi – ci racconta – grazie alla frequentazione di grandi amici musicisti mi sono avvicinata al jazz, con un approccio sempre leggero e pop, non troppo intellettuale. Non il jazz tout court ma una musica attinente alla mia personalità artistica. Questo anche per cambiare. Non volevo essere ingabbiata in un modello di sound unico ma avevo il desiderio di provare qualcosa di diverso. Il jazz me lo consente, mi permette di essere più dinamica e usare la voce in modo più dolce. E per una cantante è importante. Ho iniziato nel 2009 a fare jazz e il nuovo spettacolo è nato a Lesa, dove abito. Un repertorio non fatto di standard classici, ma di brani popolarissimi della discomusic a cavallo tra anni ’70 e ’80 con l’intento di portarli in un altro territorio, nel mio ambito di cantante pop e funky. Senza stravolgerli. Una bella sfida, nata anche per avvicinare per avvicinare al jazz un nuovo pubblico, uno step intermedio insomma, passando per altre sonorità. Due facce della stessa medaglia. Niente di pesante ma assolutamente godibile».

Tu giochi in casa visto che hai scelto di vivere sul Lago Maggiore. Che significa allora esibirsi a Novara?

Nuovo Faraggiana ha riaperto dopo 16 anni.

«Sono molto onorata, vivo qui dal 2009 e benché non abbia messo cartelli fuori di casa mia ben presto si è sparsa la voce. Cantare dove abito è una bella cosa, il territorio ha bisogno di fare musica perché non ce n’è tanta o fatta come si deve. Non sempre i musicisti sono messi a loro agio. Mi fa piacere inaugurare un teatro che riapre dopo tanti anni. Un polo che nasce sulle ceneri di uno storico spazio. Sento la responsabilità e l’ansia del momento. Con tutta la serenità e la spontaneità che mi contraddistinguono auguro al teatro una luna vita».

Vogliamo anche ricordare il grande successo di Jesus Christ Superstar allo Sporting Village nel 2010 dove tu vestivi i panni di Maria Maddalena.

«Una esperienza bellissima e molto fortunata: uno dei musical più belli di tutti i tempi. E per me una parte molto particolare. Qualcosa di nuovo e che spero si possa ripetere, trovando l’occasione giusta che finora è mancata per fare il bis».

E poi i Dirotta su Cuba. Impossibile non citarli visto che a settembre è uscito il nuovo album, “Studio Sessions Vol.1”. Che è una rilettura del primo, quello che vi ha lanciato vent’anni fa.

«Le soddisfazioni sono già tante, soprattutto nei concerti live che sono la cosa più bella. Il messaggio arriva subito, il contatto umano è immediato e reale. Dai e anche ricevi, uno scambio continuo. Noi diamo energia e riceviamo l’applaudo, la gioia del pubblico. Così deve essere, qualcosa di concreto. I sogni servono, sono la nostra benzina. Però il concerto è qualcosa di molto reale e vero, che ti gratifica. Serve a tutti.»

Coniamo un slogan per invitare i novaresi alla serata.

«Dirottate sul Faraggiana con la voglia di sentire buona musica jazz».

Eleonora Groppetti

Seguici sui nostri canali