Sono loro i Visionari del teatro!

Sono loro i Visionari del teatro!
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C’è chi ha studiato ingegneria e chi viene da Settimo Milanese. Chi è ancora alle superiori e chi si è presentato spinto dall’amore per il teatro. Lunedì erano arrivate già una sessantina di candidature. Ma alle 15 si sono presentati 75 ragazzi. Alle 19 altri 40 giovani. Tutti rigorosamente under 30. Come richiedeva l'appello lanciato dalla Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana di Novara con “L’Italia dei Visionari”: partita la ricerca di 30 under 30 che faranno parte del team dei Visionari chiamati a vivere l’esperienza del teatro a 360 gradi. Nel progetto anche 6023 aps – Radio 6023, la voce degli studenti dell’Università del Piemonte Orientale. Lunedì scorso, nello spazio di corso della Vittoria 2/n, doppio incontro per conoscere il progetto e incontrare lo staff. Si sono presentati oltre cento giovani. I Visionari sono un gruppo di spettatori under 30 (dai 16 ai 29 anni) che si impegnano a vedere i 256 lavori che le varie compagnie hanno mandato in risposta alla seconda edizione del bando “L’Italia dei visionari” (finanziato da Compagnia di San Paolo). Al termine del lavoro i Visionari selezioneranno 8 spettacoli della nuova stagione del Teatro Faraggiana 2017/2018 e, divisi in gruppi, con il supporto di un tutor professionista sperimenteranno le attivita? del teatro. In platea a dare le istruzioni per l'uso c’erano Lucilla Giagnoni, direttrice artistica della Fondazione e ideatrice della prima stagione del rinnovato teatro, insieme a Roberto Pronzello, direttore di sala, tra i soci fondatori. «Sguardo e capacità di visione» sono le parole chiave per Giagnoni. «Occorre saper vedere il mondo in un’epoca in cui siamo bombardati da immagini e informazioni. La verità non è altro che un sollevamento di veli. Dobbiamo essere capaci di sollevarli. Quello che avviene là sul palco chiede allo spettatore di produrre tutto nella propria testa. Siete voi gli autori, lo spettacolo che vale deve rendere autore lo spettatore, la visione dello spettacolo produce realtà perché la create voi, quella della tv non fa produrre ma subire e consumare. Lo stesso per il cinema che però lavora sull’emotività. Vedere non è consumare ma capire se ci ha fatto diventare più grandi, se ha prodotto in me vita. Noi non abbiamo finanziamenti, facciamo tutto solo con i bandi. Ci interessa costruire una rete progressiva di relazioni. Sceglieremo 35 giovani ma possiamo pensare a un progetto per 100. Con un prossimo bando. Gli scartati non si sentano tali, non vogliamo perdere nessuno. Dobbiamo riunirci per decidere, ma chi non ammesso non è scartato». Pronzello: «Tante le iscrizioni, per noi un risultato importante. Sarete impegnati nella direzione artistica, nella direzione organizzativa, nella direzione di sala, nell’area produzione e logistica, nell’area tecnica e nell’area comunicazione. Capirete come funziona un teatro, il nostro teatro. Vedremo in rete gli spettacoli con altri sei teatri scegliendo le opere di giovani compagnie che si sono iscritte. Noi facciamo un passaggio in più, vi coinvolgiamo nelle attività pratiche. Ci saranno diversi momenti, anche una conferenza stampa di presentazione». I tempi li detta Lucilla Giagnoni: «A fine aprile comunicheremo a livello nazionale le scelte fatte. Due spettacoli saranno in estate a Casa Bossi, gli altri in teatro». Poi le domande dei candidati per chiarire meglio il ruolo che spetta loro. Nel foyer le aspirazioni dei giovani vengono a galla. Elena è di Robecchetto: «Ho letto l'annuncio su internet e mi ha incuriosita. Per ora non lavoro, aiuto i miei genitori nel loro negozio, ma mi piacerebbe conoscere da vicino il mondo del teatro». C'è chi ha fatto un altro percorso di studi come Giulia Buzzolone, novarese: è ingegnere. «Perché non tentare?, mi sono detta. L'università è conclusa e la passione per cinema e teatro mi ha fatto vedere questa come una buona opportunità per affacciarmi a una realtà diversa. Vedremo». La maggior parte dei ragazzi presenti al pomeriggio viene dalle scuole superiori. Frequentano il Liceo Artistico "Casorati" Amanda, Chiara, Sandro e Daniele. Non sono “profani”. Hanno già lavorato in teatro, realizzando scenografie, anche per uno spettacolo, “Non solo polvere”, andato in scena la scorsa settimana al Faraggiana. Amanda è spinta dalla «passione e dall'amore per questo ambiente», Sandro spera di vivere «questa esperienza dal momento che è stato fantastico lavorare per creare le scenografie». Chiara vuole «sperimentare qualcosa di nuovo» mentre Daniele lo ritiene un percorso «utile per una esperienza futura». Denise viene da Settimo Milanese e studia all'Artistico di Novara: «Ho fatto le scenografie per due spettacoli ed è stata una bella esperienza. Suppongo possa esserlo anche questa per cui ho deciso di partecipare pur non venendo dal territorio». Con lei c'è Marco di Cilavegna: «Sono qui grazie a Denise, me lo ha detto lei. Sono tecnico audio luci e mi piacerebbe essere scelto per apprendere cose nuove in questo campo. Sto imparando a costruire strumenti musicali e questa esperienza mi arricchirebbe di sicuro». Sono di Novara Luca e Andrea: lavorano come tecnici audio. «Siamo qui perché ci piacerebbe far parte del team dei Visionari per capire come funziona questo nuovo teatro». Progetti e speranze. È l'Italia dei Visionari.Eleonora Groppetti

C’è chi ha studiato ingegneria e chi viene da Settimo Milanese. Chi è ancora alle superiori e chi si è presentato spinto dall’amore per il teatro. Lunedì erano arrivate già una sessantina di candidature. Ma alle 15 si sono presentati 75 ragazzi. Alle 19 altri 40 giovani. Tutti rigorosamente under 30. Come richiedeva l'appello lanciato dalla Fondazione Nuovo Teatro Faraggiana di Novara con “L’Italia dei Visionari”: partita la ricerca di 30 under 30 che faranno parte del team dei Visionari chiamati a vivere l’esperienza del teatro a 360 gradi. Nel progetto anche 6023 aps – Radio 6023, la voce degli studenti dell’Università del Piemonte Orientale. Lunedì scorso, nello spazio di corso della Vittoria 2/n, doppio incontro per conoscere il progetto e incontrare lo staff. Si sono presentati oltre cento giovani. I Visionari sono un gruppo di spettatori under 30 (dai 16 ai 29 anni) che si impegnano a vedere i 256 lavori che le varie compagnie hanno mandato in risposta alla seconda edizione del bando “L’Italia dei visionari” (finanziato da Compagnia di San Paolo). Al termine del lavoro i Visionari selezioneranno 8 spettacoli della nuova stagione del Teatro Faraggiana 2017/2018 e, divisi in gruppi, con il supporto di un tutor professionista sperimenteranno le attivita? del teatro. In platea a dare le istruzioni per l'uso c’erano Lucilla Giagnoni, direttrice artistica della Fondazione e ideatrice della prima stagione del rinnovato teatro, insieme a Roberto Pronzello, direttore di sala, tra i soci fondatori. «Sguardo e capacità di visione» sono le parole chiave per Giagnoni. «Occorre saper vedere il mondo in un’epoca in cui siamo bombardati da immagini e informazioni. La verità non è altro che un sollevamento di veli. Dobbiamo essere capaci di sollevarli. Quello che avviene là sul palco chiede allo spettatore di produrre tutto nella propria testa. Siete voi gli autori, lo spettacolo che vale deve rendere autore lo spettatore, la visione dello spettacolo produce realtà perché la create voi, quella della tv non fa produrre ma subire e consumare. Lo stesso per il cinema che però lavora sull’emotività. Vedere non è consumare ma capire se ci ha fatto diventare più grandi, se ha prodotto in me vita. Noi non abbiamo finanziamenti, facciamo tutto solo con i bandi. Ci interessa costruire una rete progressiva di relazioni. Sceglieremo 35 giovani ma possiamo pensare a un progetto per 100. Con un prossimo bando. Gli scartati non si sentano tali, non vogliamo perdere nessuno. Dobbiamo riunirci per decidere, ma chi non ammesso non è scartato». Pronzello: «Tante le iscrizioni, per noi un risultato importante. Sarete impegnati nella direzione artistica, nella direzione organizzativa, nella direzione di sala, nell’area produzione e logistica, nell’area tecnica e nell’area comunicazione. Capirete come funziona un teatro, il nostro teatro. Vedremo in rete gli spettacoli con altri sei teatri scegliendo le opere di giovani compagnie che si sono iscritte. Noi facciamo un passaggio in più, vi coinvolgiamo nelle attività pratiche. Ci saranno diversi momenti, anche una conferenza stampa di presentazione». I tempi li detta Lucilla Giagnoni: «A fine aprile comunicheremo a livello nazionale le scelte fatte. Due spettacoli saranno in estate a Casa Bossi, gli altri in teatro». Poi le domande dei candidati per chiarire meglio il ruolo che spetta loro. Nel foyer le aspirazioni dei giovani vengono a galla. Elena è di Robecchetto: «Ho letto l'annuncio su internet e mi ha incuriosita. Per ora non lavoro, aiuto i miei genitori nel loro negozio, ma mi piacerebbe conoscere da vicino il mondo del teatro». C'è chi ha fatto un altro percorso di studi come Giulia Buzzolone, novarese: è ingegnere. «Perché non tentare?, mi sono detta. L'università è conclusa e la passione per cinema e teatro mi ha fatto vedere questa come una buona opportunità per affacciarmi a una realtà diversa. Vedremo». La maggior parte dei ragazzi presenti al pomeriggio viene dalle scuole superiori. Frequentano il Liceo Artistico "Casorati" Amanda, Chiara, Sandro e Daniele. Non sono “profani”. Hanno già lavorato in teatro, realizzando scenografie, anche per uno spettacolo, “Non solo polvere”, andato in scena la scorsa settimana al Faraggiana. Amanda è spinta dalla «passione e dall'amore per questo ambiente», Sandro spera di vivere «questa esperienza dal momento che è stato fantastico lavorare per creare le scenografie». Chiara vuole «sperimentare qualcosa di nuovo» mentre Daniele lo ritiene un percorso «utile per una esperienza futura». Denise viene da Settimo Milanese e studia all'Artistico di Novara: «Ho fatto le scenografie per due spettacoli ed è stata una bella esperienza. Suppongo possa esserlo anche questa per cui ho deciso di partecipare pur non venendo dal territorio». Con lei c'è Marco di Cilavegna: «Sono qui grazie a Denise, me lo ha detto lei. Sono tecnico audio luci e mi piacerebbe essere scelto per apprendere cose nuove in questo campo. Sto imparando a costruire strumenti musicali e questa esperienza mi arricchirebbe di sicuro». Sono di Novara Luca e Andrea: lavorano come tecnici audio. «Siamo qui perché ci piacerebbe far parte del team dei Visionari per capire come funziona questo nuovo teatro». Progetti e speranze. È l'Italia dei Visionari.Eleonora Groppetti

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