È tutta una contaminazione con “Fratto_X”

È tutta una contaminazione con “Fratto_X”
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NOVARA - Tutto all’insegna della contaminazione. Uno sperimentatore (e una sperimentatrice). Un ricercatore (e una ricercatrice). Lo abbiamo scritto nel 2013, quando Antonio Rezza e Flavia Mastrella hanno presentato il loro “Fratto X” ad Arona: attori-autori nello spettacolo protagonista del Festival di letteratura e Teatro sull’Acqua: non è certo facile incasellare (e di sicuro non lo vorrebbero) la loro performance. Domani, giovedì 9 febbraio, lo spettacolo è in cartellone al Nuovo Teatro Faraggiana di Novara (ore 21, biglietti interi da 11 a 20 euro, ridotti da 9 a 16): con lui Ivan Bellavista, habitat di Flavia Mastrella. Attore, regista e scrittore: Rezza è di origine novarese. Il suo è un nome che riempie le pagine culturali della nazione: «Sono nato a Novara perché mio padre lavorava in Polizia a Vercelli, ma ci sono rimasto solo un anno e mezzo. Ricordi diretti non ne posso avere. Però quando ho spettacoli in Piemonte passo da Novara». Così ci aveva detto quattro anni fa, presentando l’evento di Arona. Ora va in scena proprio a Novara. «Non vogliamo lanciare messaggi – ci aveva detto Rezza presentando l’evento di Arona -. Il teatro dei messaggi è morto. La nostra è energia. Non siamo infermieri, non vogliamo medicare le ferite. È una scossa elettrica, un fremito. Non ci sono ammonimenti o ammaestramenti o un indirizzo di una vita migliore. Non si può migliorare l’esistenza dell’altro. Siamo eroi contemporanei. Facciamo un discorso che non fa nessuno. Con una destrezza che mi porta a stare fuori dal palco. Perché io sono fuori dal palco. E se sei bravo puoi fregartene di qualsiasi tipo di istituzione o di regola che governi l’arte o il teatro». Tutto prende le mosse da una profonda riflessione sull'umano: frazionato, frammentato, scomposto. «Il titolo – ancora Rezza - nasce da una frammentazione linguistica e corporea e legata allo spazio. Pensiamo all’orizzonte, a due innamorati che si baciano guardando l’orizzonte. Romanticismo e tragedia. Perché l’orizzonte è qualcosa che divide l’umanità, sopra e sotto. Fratto_X». Contaminazione, dunque. «Un discorso di arte contemporanea che è di pertinenza di Flavia. Prima nascono gli habitat e gli spazi che poi saranno abitati dal mio corpo. È arte contemporanea prestata ai luoghi del teatro, che trova nel teatro il luogo di rappresentazione più comodo». Aveva aggiunto Flavia Mastrella (artista, scultrice e regista italiana): «Un percorso di contaminazione. Io mi occupo di arte figurata, lui di azione e performance. La contaminazione nasce dalla difficoltà esterna. “Fratto_X” è qualcosa di entusiasmante: ci sono più comunicazioni, il colore, la forma, il concetto appena accennato, molto spazio per l’immaginazione. È la nostra poetica: lasciare l’altro libero. Così diventa un’esperienza. E tutti ridono tanto con vitalità. Lo spazio è parte integrante dell’insieme. Diventa una pantomima di grossa immaginazione. Lo spazio è completamente alterato. La realtà non figura».

Eleonora Groppetti

NOVARA - Tutto all’insegna della contaminazione. Uno sperimentatore (e una sperimentatrice). Un ricercatore (e una ricercatrice). Lo abbiamo scritto nel 2013, quando Antonio Rezza e Flavia Mastrella hanno presentato il loro “Fratto X” ad Arona: attori-autori nello spettacolo protagonista del Festival di letteratura e Teatro sull’Acqua: non è certo facile incasellare (e di sicuro non lo vorrebbero) la loro performance. Domani, giovedì 9 febbraio, lo spettacolo è in cartellone al Nuovo Teatro Faraggiana di Novara (ore 21, biglietti interi da 11 a 20 euro, ridotti da 9 a 16): con lui Ivan Bellavista, habitat di Flavia Mastrella. Attore, regista e scrittore: Rezza è di origine novarese. Il suo è un nome che riempie le pagine culturali della nazione: «Sono nato a Novara perché mio padre lavorava in Polizia a Vercelli, ma ci sono rimasto solo un anno e mezzo. Ricordi diretti non ne posso avere. Però quando ho spettacoli in Piemonte passo da Novara». Così ci aveva detto quattro anni fa, presentando l’evento di Arona. Ora va in scena proprio a Novara. «Non vogliamo lanciare messaggi – ci aveva detto Rezza presentando l’evento di Arona -. Il teatro dei messaggi è morto. La nostra è energia. Non siamo infermieri, non vogliamo medicare le ferite. È una scossa elettrica, un fremito. Non ci sono ammonimenti o ammaestramenti o un indirizzo di una vita migliore. Non si può migliorare l’esistenza dell’altro. Siamo eroi contemporanei. Facciamo un discorso che non fa nessuno. Con una destrezza che mi porta a stare fuori dal palco. Perché io sono fuori dal palco. E se sei bravo puoi fregartene di qualsiasi tipo di istituzione o di regola che governi l’arte o il teatro». Tutto prende le mosse da una profonda riflessione sull'umano: frazionato, frammentato, scomposto. «Il titolo – ancora Rezza - nasce da una frammentazione linguistica e corporea e legata allo spazio. Pensiamo all’orizzonte, a due innamorati che si baciano guardando l’orizzonte. Romanticismo e tragedia. Perché l’orizzonte è qualcosa che divide l’umanità, sopra e sotto. Fratto_X». Contaminazione, dunque. «Un discorso di arte contemporanea che è di pertinenza di Flavia. Prima nascono gli habitat e gli spazi che poi saranno abitati dal mio corpo. È arte contemporanea prestata ai luoghi del teatro, che trova nel teatro il luogo di rappresentazione più comodo». Aveva aggiunto Flavia Mastrella (artista, scultrice e regista italiana): «Un percorso di contaminazione. Io mi occupo di arte figurata, lui di azione e performance. La contaminazione nasce dalla difficoltà esterna. “Fratto_X” è qualcosa di entusiasmante: ci sono più comunicazioni, il colore, la forma, il concetto appena accennato, molto spazio per l’immaginazione. È la nostra poetica: lasciare l’altro libero. Così diventa un’esperienza. E tutti ridono tanto con vitalità. Lo spazio è parte integrante dell’insieme. Diventa una pantomima di grossa immaginazione. Lo spazio è completamente alterato. La realtà non figura».

Eleonora Groppetti

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