Vicenda marò, Capuozzo a Bellinzago

Vicenda marò, Capuozzo a Bellinzago
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BELLINZAGO - Sala consigliare gremita, venerdì sera 4 novembre, per l’incontro con il giornalista e scrittore Toni Capuozzo. Nell’ambito degli appuntamenti delle celebrazioni del 4 Novembre promossi dal Comitato per il Centenario della Prima Guerra Mondiale, lo scrittore era a Bellinzago per presentare il suo libro “Il segreto dei Marò”, pubblicato nel 2015.

Il giornalista ha dapprima raccontato la sua lunga esperienza come giornalista inviato in territori di guerra: dalla ex Jugoslavia, alla Somalia, Medio Oriente, Iraq e Afghanistan, analizzando poi nel dettaglio, con grande precisione e professionalità, la triste vicenda che ha coinvolto, e tuttora coinvolge, i due sottufficiali della Marina Italiana Massimiliano Latorre e Salvatore Girone fin dall’ormai lontano febbraio 2012.

Capuozzo ha illustrato tutti i punti deboli della versione ufficiale della vicenda, tuttora in corso e non ancora risolta, facendo emergere come i due marò siano «stati sacrificati sull’altare di un qualcosa considerato più importante»: leggasi “il denaro”. I punti toccati dall’ospite riguardano la controversa questione della differenza dell’orario della presunta aggressione dichiarato dagli atti ufficiali della petroliera (pomeriggio) e da quello dichiarato dal peschereccio indiano (sera); la questione della tipologia dei proiettili e la loro traiettoria.

Dopo quattro anni di indagini «mal condotte» dalle autorità indiane non si è arrivati ad un rinvio a giudizio «perché gli stessi indiani si rendono conto di non avere elementi in loro possesso che possano reggere in un’aula di tribunale, per quanto forti possano essere le pressioni politiche», ha spiegato il giornalista.

La critica alla classe politica italiana, di ogni colore, che si è suo malgrado trovata coinvolta in questa vicenda diventa lampante: «Perché il nostro capo di Stato ha ricevuto con i massimi onori i due marò? Perché sapeva della loro innocenza, altrimenti non lo avrebbe mai fatto in maniera così plateale e pubblica».

Poi un riferimento al risarcimento pagato alle famiglie dei pescatori da parte dell’Italia, certi dell’innocenza dei marò ma pagato come “contentino” sperando che la faccenda si chiudesse lì. «In un periodo storico dove la parola razzismo viene usata troppo facilmente, non è razzismo dare due soldi a queste persone sperando che si accontentino? Un gesto suicida, perché agli occhi della gente passi come colpevole pur non essendolo». Situazione gestita male dall’inizio, diventata insostenibile anche da parte delle autorità indiane: «Loro stessi hanno più volte sperato che ogni volta che i marò sono rientrati in Italia non fossero più rimandati indietro, per avere qualcosa cui aggrapparsi: averli tenuti in India come ostaggi è stato un problema che non sapevano più come gestire», ha sostenuto. Insomma, un grande pasticcio internazionale che rende «chiara l’importanza e la statura politica dell’Italia nel mondo».

A moderare l’incontro con Capuozzo è stata la professoressa Federica Mingozzi che ha aperto il dibattito con alcune domande interessanti, lasciando poi la parola al pubblico. Il giornalista ha anche espresso parere personale su come andrà a finire la vicenda: «Ben prima che si arrivi a una soluzione dell’arbitrato internazionale (che tratta di giurisdizione, non di merito della vicenda) succederà quello che andava fatto subito: in nome dell’amicizia tra i due Paesi verrà posta una pietra sopra a tutto». I due marò «difficilmente potranno rientrare in servizio attivo, sarebbe solo un problema di gestione per i loro superiori: pensionamento».

Inevitabile il paragone con la vicenda che ha coinvolto in Egitto il giovane studioso Giulio Regeni, barbaramente ucciso: «Se gli stessi che si sono occupati del caso marò pensano di risolvere il caso Regeni…».

Al termine della serata, dopo i saluti e ringraziamenti del sindaco e di Marco Caviggioli, responsabile del Comitato del Centenario, Toni Capuozzo ha scambiato due chiacchiere con i presenti e ha autografato copie del suo libro.

Matteo Bagnati

BELLINZAGO - Sala consigliare gremita, venerdì sera 4 novembre, per l’incontro con il giornalista e scrittore Toni Capuozzo. Nell’ambito degli appuntamenti delle celebrazioni del 4 Novembre promossi dal Comitato per il Centenario della Prima Guerra Mondiale, lo scrittore era a Bellinzago per presentare il suo libro “Il segreto dei Marò”, pubblicato nel 2015.

Il giornalista ha dapprima raccontato la sua lunga esperienza come giornalista inviato in territori di guerra: dalla ex Jugoslavia, alla Somalia, Medio Oriente, Iraq e Afghanistan, analizzando poi nel dettaglio, con grande precisione e professionalità, la triste vicenda che ha coinvolto, e tuttora coinvolge, i due sottufficiali della Marina Italiana Massimiliano Latorre e Salvatore Girone fin dall’ormai lontano febbraio 2012.

Capuozzo ha illustrato tutti i punti deboli della versione ufficiale della vicenda, tuttora in corso e non ancora risolta, facendo emergere come i due marò siano «stati sacrificati sull’altare di un qualcosa considerato più importante»: leggasi “il denaro”. I punti toccati dall’ospite riguardano la controversa questione della differenza dell’orario della presunta aggressione dichiarato dagli atti ufficiali della petroliera (pomeriggio) e da quello dichiarato dal peschereccio indiano (sera); la questione della tipologia dei proiettili e la loro traiettoria.

Dopo quattro anni di indagini «mal condotte» dalle autorità indiane non si è arrivati ad un rinvio a giudizio «perché gli stessi indiani si rendono conto di non avere elementi in loro possesso che possano reggere in un’aula di tribunale, per quanto forti possano essere le pressioni politiche», ha spiegato il giornalista.

La critica alla classe politica italiana, di ogni colore, che si è suo malgrado trovata coinvolta in questa vicenda diventa lampante: «Perché il nostro capo di Stato ha ricevuto con i massimi onori i due marò? Perché sapeva della loro innocenza, altrimenti non lo avrebbe mai fatto in maniera così plateale e pubblica».

Poi un riferimento al risarcimento pagato alle famiglie dei pescatori da parte dell’Italia, certi dell’innocenza dei marò ma pagato come “contentino” sperando che la faccenda si chiudesse lì. «In un periodo storico dove la parola razzismo viene usata troppo facilmente, non è razzismo dare due soldi a queste persone sperando che si accontentino? Un gesto suicida, perché agli occhi della gente passi come colpevole pur non essendolo». Situazione gestita male dall’inizio, diventata insostenibile anche da parte delle autorità indiane: «Loro stessi hanno più volte sperato che ogni volta che i marò sono rientrati in Italia non fossero più rimandati indietro, per avere qualcosa cui aggrapparsi: averli tenuti in India come ostaggi è stato un problema che non sapevano più come gestire», ha sostenuto. Insomma, un grande pasticcio internazionale che rende «chiara l’importanza e la statura politica dell’Italia nel mondo».

A moderare l’incontro con Capuozzo è stata la professoressa Federica Mingozzi che ha aperto il dibattito con alcune domande interessanti, lasciando poi la parola al pubblico. Il giornalista ha anche espresso parere personale su come andrà a finire la vicenda: «Ben prima che si arrivi a una soluzione dell’arbitrato internazionale (che tratta di giurisdizione, non di merito della vicenda) succederà quello che andava fatto subito: in nome dell’amicizia tra i due Paesi verrà posta una pietra sopra a tutto». I due marò «difficilmente potranno rientrare in servizio attivo, sarebbe solo un problema di gestione per i loro superiori: pensionamento».

Inevitabile il paragone con la vicenda che ha coinvolto in Egitto il giovane studioso Giulio Regeni, barbaramente ucciso: «Se gli stessi che si sono occupati del caso marò pensano di risolvere il caso Regeni…».

Al termine della serata, dopo i saluti e ringraziamenti del sindaco e di Marco Caviggioli, responsabile del Comitato del Centenario, Toni Capuozzo ha scambiato due chiacchiere con i presenti e ha autografato copie del suo libro.

Matteo Bagnati

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