Vola Marco! Dai trampoli all’Europa

Vola Marco! Dai trampoli all’Europa
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Gli occhi del mondo – di quella parte che non è mancata a Expo 2015 – hanno ancora fissa l’immagine del bambino protagonista di “Allavita!”, l’evento-show esclusivo per l’esposizione universale di Milano. Ma Leo, impersonato dall’artista novarese Marco Migliavacca entrato nella grande e prestigiosa famiglia del Cirque du Soleil, ha ben presto lasciato spazio ad altre anime, pronte a prendere vita attraverso il “one man show” che a soli 28 anni vanta già un curriculum di tutto rispetto nel panorama internazionale. L’ultimo anno e mezzo è stato artisticamente molto interessante, «perché mi sono misurato con dimensioni nuove quali ad esempio il teatro per bambini in Belgio e il mondo della lirica», spiega. E’ infatti calato il sipario domenica 22 gennaio, al teatro Regio di Torino, su “Pagliacci”, il capolavoro di Ruggero Leoncavallo riportato in scena – a 125 anni dalla prima assoluta – dal regista Gabriele Lavia. «La mia prima volta nel mondo della lirica – spiega Migliavacca – e la mia prima volta al Regio di Torino, vero ‘gioiellino italiano’. Ero in un cast di grandi professionisti con i quali si è creata subito l’intesa di lavoro». In scena cinque giorni a settimana, dall’11 al 22 gennaio, Migliavacca è tra i quattro trampolieri che il regista vuole sul palco per evidenziare la componente acrobatica dell’opera. «E’ stato molto bello lavorare con Lavia, è rimasto soddisfatto del risultato. Interessante relazionarmi con i cantanti lirici protagonisti del dramma – ricorda – Sul palco, tra un centinaio di comparse, per muoversi sui trampoli è richiesta estrema precisione ed è questa la difficoltà e la bravura. Peccato che le repliche degli spettacoli qui in Italia siano così poche rispetto al resto d’Europa…». Europa in cui risplende, tra le altre, Londra. «Lì lo scorso maggio ho partecipato al London Burlesque Festival, il più grande d’Europa del settore. Ero l’unico performer maschile italiano – ricorda Migliavacca - Ho portato due “acts” tra giocoleria e fuoco. E ci ritornerò il prossimo maggio». Dalle scene alla cattedra. L’artista – che è “Formatore di circo sociale”, titolo conseguito al corso universitario della facoltà di Scienze Motorie di Torvergata a Roma – per il terzo anno consecutivo è stato ospite relatore delle giornate di studio all’arte circense e al mondo dello spettacolo all’Università di Milano dei Beni Culturali: «Una partecipazione che rinnovo volentieri e alla quale tengo tantissimo perché mi metto nei panni di questi giovani studenti bisognosi di “dritte” e consigli… Se avessi avuto anch’io a suo tempo questo genere di orientamento avrei trovato di certo minori difficoltà nel farmi strada in questo mondo. Mi piace incontrare i giovani e confrontarmi con loro anche per sfatare certi pregiudizi e luoghi comuni che ruotano attorno a questo mestiere». Ad esempio “che è un’alternativa per chi non ha voglia di lavorare”… «Niente affatto! Come tutte le professioni, anche per questa servono impegno, studio e sacrificio. E io ne ho fatti tanti per arrivare a svolgere il mestiere che amo, l’unico che potrei mai fare nella mia vita.  Anche se è un lavoro sempre in bilico, ogni giorno in equilibrio… non solo sui trampoli: concluso un progetto, non sai mai se e cosa verrà dopo. E quindi bisogna sempre inventarsi un numero nuovo, un costume particolare il più appetibili possibili. Perché la concorrenza è molto alta in questo settore, settore in crescita perché la gente sta riscoprendo il piacere del teatro, dello spettacolo, dell’intrattenimento», rileva il performer.
Arianna Martelli

Gli occhi del mondo – di quella parte che non è mancata a Expo 2015 – hanno ancora fissa l’immagine del bambino protagonista di “Allavita!”, l’evento-show esclusivo per l’esposizione universale di Milano. Ma Leo, impersonato dall’artista novarese Marco Migliavacca entrato nella grande e prestigiosa famiglia del Cirque du Soleil, ha ben presto lasciato spazio ad altre anime, pronte a prendere vita attraverso il “one man show” che a soli 28 anni vanta già un curriculum di tutto rispetto nel panorama internazionale. L’ultimo anno e mezzo è stato artisticamente molto interessante, «perché mi sono misurato con dimensioni nuove quali ad esempio il teatro per bambini in Belgio e il mondo della lirica», spiega. E’ infatti calato il sipario domenica 22 gennaio, al teatro Regio di Torino, su “Pagliacci”, il capolavoro di Ruggero Leoncavallo riportato in scena – a 125 anni dalla prima assoluta – dal regista Gabriele Lavia. «La mia prima volta nel mondo della lirica – spiega Migliavacca – e la mia prima volta al Regio di Torino, vero ‘gioiellino italiano’. Ero in un cast di grandi professionisti con i quali si è creata subito l’intesa di lavoro». In scena cinque giorni a settimana, dall’11 al 22 gennaio, Migliavacca è tra i quattro trampolieri che il regista vuole sul palco per evidenziare la componente acrobatica dell’opera. «E’ stato molto bello lavorare con Lavia, è rimasto soddisfatto del risultato. Interessante relazionarmi con i cantanti lirici protagonisti del dramma – ricorda – Sul palco, tra un centinaio di comparse, per muoversi sui trampoli è richiesta estrema precisione ed è questa la difficoltà e la bravura. Peccato che le repliche degli spettacoli qui in Italia siano così poche rispetto al resto d’Europa…». Europa in cui risplende, tra le altre, Londra. «Lì lo scorso maggio ho partecipato al London Burlesque Festival, il più grande d’Europa del settore. Ero l’unico performer maschile italiano – ricorda Migliavacca - Ho portato due “acts” tra giocoleria e fuoco. E ci ritornerò il prossimo maggio». Dalle scene alla cattedra. L’artista – che è “Formatore di circo sociale”, titolo conseguito al corso universitario della facoltà di Scienze Motorie di Torvergata a Roma – per il terzo anno consecutivo è stato ospite relatore delle giornate di studio all’arte circense e al mondo dello spettacolo all’Università di Milano dei Beni Culturali: «Una partecipazione che rinnovo volentieri e alla quale tengo tantissimo perché mi metto nei panni di questi giovani studenti bisognosi di “dritte” e consigli… Se avessi avuto anch’io a suo tempo questo genere di orientamento avrei trovato di certo minori difficoltà nel farmi strada in questo mondo. Mi piace incontrare i giovani e confrontarmi con loro anche per sfatare certi pregiudizi e luoghi comuni che ruotano attorno a questo mestiere». Ad esempio “che è un’alternativa per chi non ha voglia di lavorare”… «Niente affatto! Come tutte le professioni, anche per questa servono impegno, studio e sacrificio. E io ne ho fatti tanti per arrivare a svolgere il mestiere che amo, l’unico che potrei mai fare nella mia vita.  Anche se è un lavoro sempre in bilico, ogni giorno in equilibrio… non solo sui trampoli: concluso un progetto, non sai mai se e cosa verrà dopo. E quindi bisogna sempre inventarsi un numero nuovo, un costume particolare il più appetibili possibili. Perché la concorrenza è molto alta in questo settore, settore in crescita perché la gente sta riscoprendo il piacere del teatro, dello spettacolo, dell’intrattenimento», rileva il performer.
Arianna Martelli

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