Volti e gesti, il mondo della risaia

Volti e gesti, il mondo della risaia
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NOVARA - Continua il progetto espositivo dedicato alla fotografia organizzato a Palazzo Faraggiana, al Museo di Storia Naturale di Novara, dalla Società Fotografica Novarese, dalla Fiaf, dal Comune di Novara e dal Museo Faraggiana Ferrandi in concomitanza con l'Expo milanese. La mostra in corso, visitabile fino al 30 agosto, è dedicata ad un maestro novarese della fotografia, Michele Ghigo, che presenta le immagini scattate alla Tenuta Cassinetta di Cozzo Lomellina (Pavia) nel 1964, anno in cui era presidente della Società Fotografica. Non erano immagini isolate ma facevano parte di un progetto più articolato che aveva coinvolto Pierangelo Baglione e Carlo Gaudenzio Perotti, in quegli anni segretario dell'associazione. Quelle esposte sono fotografie quasi tutte scattate in un unico momento temporale: è il risultato di un'idea di documentazione che per Ghigo era stata quella di mettere l'accento sui volti e i gesti, individuali e collettivi, delle persone attive nella cascina. Molti i ritratti esposti che restituiscono l'umanità e la bellezza delle lavoratrici fotografate nei loro atteggiamenti più naturali e sinceri. I loro visi, spesso segnati della fatica e dal duro lavoro, chiusi da fazzoletti annodati sul collo o da pettinature severe, si stagliano con purezza volumetrica su sfondi neutri e vivi, come il legno di una porta, gli intonaci chiari delle pareti, il ritmo omogeneo della risaia, in modo da poter lasciare che l'attenzione visiva dell'osservatore si concentri sull'espressività, sottolineata dal chiaroscuro perfetto del bianco nero in stampe ottenute direttamente dall'autore. In altre immagini i ritratti sono costruiti per contrasti di particolari, come in quella in cui la camicetta a quadretti colloquia visivamente con la tenda a fiori oppure le persone sono parte di composizioni attentamente strutturate (“L'uovo montato” e “La cuciniera”, 1964). Qualche scatto è stato dedicato da Michele Ghigo anche ai personaggi maschili che ruotavano intorno al lavoro delle mondine, come a quel “Mondariso boy” dall'espressione sicura e un po' beffarda fotografato nel 1962 oppure a quel “bacàn” che nella primavera del 1961 sorvegliava con attenzione le operazioni di trapianto. Le immagini rivelano come l'interesse di Ghigo si fosse esteso alle situazioni lavorative, ai momenti di riposo e alle immagini di gruppo. Interessanti quelle dedicate alle ragazze che osservano con curiosità e allegria le fotografie che le riproducono, a loro regalate dal fotografo (“Dormitorio Donne”, 1964) oppure alle tre mondariso mentre attendono con serietà e compostezza al loro lavoro in risaia (“Il trapianto”, 1961), alle giovani che fanno merenda (“Spuntino a tre”, 1961), al ritorno in cascina alla sera a piedi nudi (nella foto). Quelle proposte sono immagini di un passato ormai non più riproponibile per le nuove, sofisticate tecniche di coltivazione del riso, documenti di un lavoro corale, impietoso, faticoso e mal retribuito, in cui le donne, per lo più giovani, con le gambe immerse nell'acqua, tormentate dalle sanguisughe, dalle zanzare, sotto l'afa e il caldo delle terre novaresi della Bassa, della Lomellina, del Vercellese, difese solo dal grande cappello di paglia, combattevano la loro battaglia quotidiana per la sopravvivenza. Una condizione lavorativa che Ghigo ci restituisce senza enfasi e con partecipata attenzione.

Emiliana Mongiat

 

Titolo: “Volti e gesti della risaia”

Fotografie di Michele Ghigo

Periodo: 6 giugno - 30 agosto

Sede: Museo di Storia Naturale Faraggiana Ferrandi

Novara, via Ferrari, 23

Orario: da martedì a venerdì  9 - 12.30;

sabato: 9/12.30   14/19; domenica 14/19

Ingresso libero

NOVARA - Continua il progetto espositivo dedicato alla fotografia organizzato a Palazzo Faraggiana, al Museo di Storia Naturale di Novara, dalla Società Fotografica Novarese, dalla Fiaf, dal Comune di Novara e dal Museo Faraggiana Ferrandi in concomitanza con l'Expo milanese. La mostra in corso, visitabile fino al 30 agosto, è dedicata ad un maestro novarese della fotografia, Michele Ghigo, che presenta le immagini scattate alla Tenuta Cassinetta di Cozzo Lomellina (Pavia) nel 1964, anno in cui era presidente della Società Fotografica. Non erano immagini isolate ma facevano parte di un progetto più articolato che aveva coinvolto Pierangelo Baglione e Carlo Gaudenzio Perotti, in quegli anni segretario dell'associazione. Quelle esposte sono fotografie quasi tutte scattate in un unico momento temporale: è il risultato di un'idea di documentazione che per Ghigo era stata quella di mettere l'accento sui volti e i gesti, individuali e collettivi, delle persone attive nella cascina. Molti i ritratti esposti che restituiscono l'umanità e la bellezza delle lavoratrici fotografate nei loro atteggiamenti più naturali e sinceri. I loro visi, spesso segnati della fatica e dal duro lavoro, chiusi da fazzoletti annodati sul collo o da pettinature severe, si stagliano con purezza volumetrica su sfondi neutri e vivi, come il legno di una porta, gli intonaci chiari delle pareti, il ritmo omogeneo della risaia, in modo da poter lasciare che l'attenzione visiva dell'osservatore si concentri sull'espressività, sottolineata dal chiaroscuro perfetto del bianco nero in stampe ottenute direttamente dall'autore. In altre immagini i ritratti sono costruiti per contrasti di particolari, come in quella in cui la camicetta a quadretti colloquia visivamente con la tenda a fiori oppure le persone sono parte di composizioni attentamente strutturate (“L'uovo montato” e “La cuciniera”, 1964). Qualche scatto è stato dedicato da Michele Ghigo anche ai personaggi maschili che ruotavano intorno al lavoro delle mondine, come a quel “Mondariso boy” dall'espressione sicura e un po' beffarda fotografato nel 1962 oppure a quel “bacàn” che nella primavera del 1961 sorvegliava con attenzione le operazioni di trapianto. Le immagini rivelano come l'interesse di Ghigo si fosse esteso alle situazioni lavorative, ai momenti di riposo e alle immagini di gruppo. Interessanti quelle dedicate alle ragazze che osservano con curiosità e allegria le fotografie che le riproducono, a loro regalate dal fotografo (“Dormitorio Donne”, 1964) oppure alle tre mondariso mentre attendono con serietà e compostezza al loro lavoro in risaia (“Il trapianto”, 1961), alle giovani che fanno merenda (“Spuntino a tre”, 1961), al ritorno in cascina alla sera a piedi nudi (nella foto). Quelle proposte sono immagini di un passato ormai non più riproponibile per le nuove, sofisticate tecniche di coltivazione del riso, documenti di un lavoro corale, impietoso, faticoso e mal retribuito, in cui le donne, per lo più giovani, con le gambe immerse nell'acqua, tormentate dalle sanguisughe, dalle zanzare, sotto l'afa e il caldo delle terre novaresi della Bassa, della Lomellina, del Vercellese, difese solo dal grande cappello di paglia, combattevano la loro battaglia quotidiana per la sopravvivenza. Una condizione lavorativa che Ghigo ci restituisce senza enfasi e con partecipata attenzione.

Emiliana Mongiat

 

Titolo: “Volti e gesti della risaia”

Fotografie di Michele Ghigo

Periodo: 6 giugno - 30 agosto

Sede: Museo di Storia Naturale Faraggiana Ferrandi

Novara, via Ferrari, 23

Orario: da martedì a venerdì  9 - 12.30;

sabato: 9/12.30   14/19; domenica 14/19

Ingresso libero

 

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