A Galliate la casa che si “mantiene” da sè

A Galliate la casa che si “mantiene” da sè
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GALLIATE - Marco Panebianco aveva un sogno: trasformare un cassero, un fienile come ce ne sono tanti nelle cascine della pianura Padana, nell’abitazione per la sua famiglia.
Ma Panebianco, ingegnere attento all’ambiente e alla sostenibilità ambientale, membro molto attivo della consulta dell’ambiente del Comune di Galliate è andato oltre: grazie all’incontro con un team di progettisti e di tecnici che l’hanno indirizzato, oggi ha una casa “attiva”, una casa che produce più energia di quanto ne consuma, una casa che si può definire a “impatto 0”. Tutto questo importante lavoro è stato presentato pubblicamente venerdì 22 aprile presso la sala consiliare del Castello. Alla serata, oltre a Marco Panebianco, sono intervenuti l’assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa della Regione Piemonte Augusto Ferrari, il sindaco di Galliate Davide Ferrari, Giuseppe Ceffa ingegnere che si è occupato della progettazione architettonica e strutturale, Catello Soccavo, ingegnere che ha seguito la progettazione energetica, Pietro Garibaldi, ingegnere termotecnico che si è occupato del calcolo dinamico e del sistema di monitoraggio energetico, Laura Petrilli, architetto che ha seguito tutti gli aspetti riguardanti il contenimento energetico, Giuseppe Calcagno, progettista del sistema demotico di controllo, e automazione della casa e infine Vincenzo Africano, titolare dell’omonima impresa edile che supportato dal fratello Giuseppe Africano e da Michel di Bella hanno dato vita alla realizzazione della casa seguendo le direttive del nutrito team di tecnici.
In apertura, l’assessore Augusto Ferrari in rappresentanza della Regione Piemonte che ha conferito il patrocinio a questa iniziativa, ha evidenziato come questo esempio di riqualificazione, di progettazione e di tecnologia in un futuro potrà essere utilizzata anche per l’edilizia pubblica e per l’edilizia sociale per far sì che vengano salvaguardati i costi di gestione e l’ambiente. Davide Ferrari ha sottolineato che questa iniziativa è stata promossa la fine di sensibilizzare tutti coloro che hanno intenzione di costruire o ristrutturare un’abitazione seguendo la strada tracciata da Marco Panebianco.
La serata è proseguita con gli interventi di tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo progetto, entrando nel merito, ognuno per le proprie competenze, delle peculiarità adottate al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato: recuperare un edificio esistente mantenendo la forma e le dimensioni, utilizzare materiali comunemente usati in campo edilizio e raggiungere un alto livello di efficienza energetica per poter certificare la struttura come “casa attiva”.
Di particolare rilievo c’è da segnalare che la casa non è dotata di un impianto di riscaldamento tradizionale ma il comfort è garantito da tre scalda salviette elettrici nei bagni, dagli apporti solari e dalla ventilazione meccanica controllata con recupero di calore.
L’acqua calda sanitaria è fornita da una pompa di calore aria-aria, mentre la cucina utilizza piastre ad induzione ad alta efficienza. L’edificio non è allacciato al servizio di forni- tura di gas naturale. Un impianto fotovoltaico garantisce la copertura del fabbisogno annuale di energia elettrica e permette anche di ricaricare le batterie di un’autovettura elet- trica che la famiglia Panebianco ha acquisito pochi mesi fa. Grazie al racconto di tutti i protagonisti di questa avventura il numeroso pubblico che ha riempito la sala consiliare ha potuto avere la dimostrazione che oggi è possibile dare “vita” alla propria abitazione e, seguendo il corso delle stagioni, far sì che la propria casa sia sempre e costantemente un luogo confortevole dove poter vivere.
Un esempio di riqualificazione di un patrimonio immobiliare esistente, che sarebbe auspicabile fosse il primo di una lunga serie, nella speranza che la testimonianza di tanti professionisti intervenuti alla serata possa essere da stimolo per altri a intraprendere la scelta fatta da Marco Panebianco. Con la consapevolezza che oggi tutto questo non è un percorso pionieristico ma è una realtà.
Andrea Campo

GALLIATE - Marco Panebianco aveva un sogno: trasformare un cassero, un fienile come ce ne sono tanti nelle cascine della pianura Padana, nell’abitazione per la sua famiglia.
Ma Panebianco, ingegnere attento all’ambiente e alla sostenibilità ambientale, membro molto attivo della consulta dell’ambiente del Comune di Galliate è andato oltre: grazie all’incontro con un team di progettisti e di tecnici che l’hanno indirizzato, oggi ha una casa “attiva”, una casa che produce più energia di quanto ne consuma, una casa che si può definire a “impatto 0”. Tutto questo importante lavoro è stato presentato pubblicamente venerdì 22 aprile presso la sala consiliare del Castello. Alla serata, oltre a Marco Panebianco, sono intervenuti l’assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa della Regione Piemonte Augusto Ferrari, il sindaco di Galliate Davide Ferrari, Giuseppe Ceffa ingegnere che si è occupato della progettazione architettonica e strutturale, Catello Soccavo, ingegnere che ha seguito la progettazione energetica, Pietro Garibaldi, ingegnere termotecnico che si è occupato del calcolo dinamico e del sistema di monitoraggio energetico, Laura Petrilli, architetto che ha seguito tutti gli aspetti riguardanti il contenimento energetico, Giuseppe Calcagno, progettista del sistema demotico di controllo, e automazione della casa e infine Vincenzo Africano, titolare dell’omonima impresa edile che supportato dal fratello Giuseppe Africano e da Michel di Bella hanno dato vita alla realizzazione della casa seguendo le direttive del nutrito team di tecnici.
In apertura, l’assessore Augusto Ferrari in rappresentanza della Regione Piemonte che ha conferito il patrocinio a questa iniziativa, ha evidenziato come questo esempio di riqualificazione, di progettazione e di tecnologia in un futuro potrà essere utilizzata anche per l’edilizia pubblica e per l’edilizia sociale per far sì che vengano salvaguardati i costi di gestione e l’ambiente. Davide Ferrari ha sottolineato che questa iniziativa è stata promossa la fine di sensibilizzare tutti coloro che hanno intenzione di costruire o ristrutturare un’abitazione seguendo la strada tracciata da Marco Panebianco.
La serata è proseguita con gli interventi di tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo progetto, entrando nel merito, ognuno per le proprie competenze, delle peculiarità adottate al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato: recuperare un edificio esistente mantenendo la forma e le dimensioni, utilizzare materiali comunemente usati in campo edilizio e raggiungere un alto livello di efficienza energetica per poter certificare la struttura come “casa attiva”.
Di particolare rilievo c’è da segnalare che la casa non è dotata di un impianto di riscaldamento tradizionale ma il comfort è garantito da tre scalda salviette elettrici nei bagni, dagli apporti solari e dalla ventilazione meccanica controllata con recupero di calore.
L’acqua calda sanitaria è fornita da una pompa di calore aria-aria, mentre la cucina utilizza piastre ad induzione ad alta efficienza. L’edificio non è allacciato al servizio di forni- tura di gas naturale. Un impianto fotovoltaico garantisce la copertura del fabbisogno annuale di energia elettrica e permette anche di ricaricare le batterie di un’autovettura elet- trica che la famiglia Panebianco ha acquisito pochi mesi fa. Grazie al racconto di tutti i protagonisti di questa avventura il numeroso pubblico che ha riempito la sala consiliare ha potuto avere la dimostrazione che oggi è possibile dare “vita” alla propria abitazione e, seguendo il corso delle stagioni, far sì che la propria casa sia sempre e costantemente un luogo confortevole dove poter vivere.
Un esempio di riqualificazione di un patrimonio immobiliare esistente, che sarebbe auspicabile fosse il primo di una lunga serie, nella speranza che la testimonianza di tanti professionisti intervenuti alla serata possa essere da stimolo per altri a intraprendere la scelta fatta da Marco Panebianco. Con la consapevolezza che oggi tutto questo non è un percorso pionieristico ma è una realtà.
Andrea Campo

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