Artigiani, poche luci e ancora troppe ombre

Artigiani, poche luci e ancora troppe ombre
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NOVARA - Dal 2008 al 2016 Novara ha lasciato sul campo della crisi poco meno di 1.500 imprese artigiane e circa 5.000 posti di lavoro. E la situazione, secondo il presidente di Cna Piemonte Nord Donato Telesca, «è ancora drammatica». «Nel 2008 - ha ricordato il direttore Elio Medina - nella nostra provincia c’era un’impresa ogni 6 famiglie, oggi siamo scesi ad una ogni sette. Un dato pesante. Questo significa che il tessuto economico si è indebolito e impoverito». Nei soli primi tre mesi del 2016, all’albo artigiani di Novara risultava un saldo negativo di 78 unità (231 inizi contro le 309 cessazioni); 147 le cessazioni a Vercelli contro le 92 aperture (- 55), mentre nel Verbano Cusio Ossola il saldo risulta negativo di 21 unità.Anche sul fronte dell’occupazione, i segnali non sono particolarmente brillanti. «La crescita indotta dal Jobs Act - ha notato Telesca - si è molto rallentata. Nel primo trimestre del 2015 avevamo avuto un saldo positivo di 96 assunzioni, nei primi tre mesi di quest’anno siamo solo a +17. Forse sarebbe il caso di rivedere i termini della legge e ricreare i vantaggi dell’inizio».E’ vero però che la crisi brucia opportunità ma crea anche nuove sfide: «La voglia di fare impresa, che è sempre stata l’energia positiva che ha caratterizzato il nostro territorio, continua e noi lavoriamo perché le nuove imprese artigiane possano riuscire a resistere», ha detto Medina. Due sono i fronti “caldi” su cui è necessario trovare soluzioni che possano agevolare i piccoli imprenditori. Innanzitutto quello della pressione fiscale: «Nel corso degli ultimi anni - ha evidenziato ancora il direttore di Cna Piemonte Nord - la tassazione per le imprese artigiane non è diminuita. Anzi, continuano ad avere un peso molto forte anche le imposte locali». Medina ha illustrato il caso di un’azienda tipo: un laboratorio artigiano medio, che dà lavoro a 5 persone e ha ricavi per circa 400.000 euro. «Su questa azienda, la pressione fiscale è pari al 57%: il titolare deve lavorare fino al 28 luglio di ogni anno per pagare le tasse... Non stupisce che questi dati rappresentino un ostacolo per qualsiasi possibilità di ripresa».La seconda nota dolente è quella dell’accesso al credito: «Il credito erogato dalle banche alle imprese artigiane - ha detto ancora Medina - è diminuito. E’ vero che in questo periodo i tassi di interesse sono molto bassi. ma il costo del credito per le imprese è aumentato, perché occorrono garanzie. Sul nostro territorio, esistono moltissimi istituti di credito e a loro la nostra associazione rivolge un appello: c’è una banca che è disposta a sedersi attorno a un tavolo con noi per discutere di come favorire l’accesso al credito per i nostri associati?».Laura Cavalli

NOVARA - Dal 2008 al 2016 Novara ha lasciato sul campo della crisi poco meno di 1.500 imprese artigiane e circa 5.000 posti di lavoro. E la situazione, secondo il presidente di Cna Piemonte Nord Donato Telesca, «è ancora drammatica». «Nel 2008 - ha ricordato il direttore Elio Medina - nella nostra provincia c’era un’impresa ogni 6 famiglie, oggi siamo scesi ad una ogni sette. Un dato pesante. Questo significa che il tessuto economico si è indebolito e impoverito». Nei soli primi tre mesi del 2016, all’albo artigiani di Novara risultava un saldo negativo di 78 unità (231 inizi contro le 309 cessazioni); 147 le cessazioni a Vercelli contro le 92 aperture (- 55), mentre nel Verbano Cusio Ossola il saldo risulta negativo di 21 unità.Anche sul fronte dell’occupazione, i segnali non sono particolarmente brillanti. «La crescita indotta dal Jobs Act - ha notato Telesca - si è molto rallentata. Nel primo trimestre del 2015 avevamo avuto un saldo positivo di 96 assunzioni, nei primi tre mesi di quest’anno siamo solo a +17. Forse sarebbe il caso di rivedere i termini della legge e ricreare i vantaggi dell’inizio».E’ vero però che la crisi brucia opportunità ma crea anche nuove sfide: «La voglia di fare impresa, che è sempre stata l’energia positiva che ha caratterizzato il nostro territorio, continua e noi lavoriamo perché le nuove imprese artigiane possano riuscire a resistere», ha detto Medina. Due sono i fronti “caldi” su cui è necessario trovare soluzioni che possano agevolare i piccoli imprenditori. Innanzitutto quello della pressione fiscale: «Nel corso degli ultimi anni - ha evidenziato ancora il direttore di Cna Piemonte Nord - la tassazione per le imprese artigiane non è diminuita. Anzi, continuano ad avere un peso molto forte anche le imposte locali». Medina ha illustrato il caso di un’azienda tipo: un laboratorio artigiano medio, che dà lavoro a 5 persone e ha ricavi per circa 400.000 euro. «Su questa azienda, la pressione fiscale è pari al 57%: il titolare deve lavorare fino al 28 luglio di ogni anno per pagare le tasse... Non stupisce che questi dati rappresentino un ostacolo per qualsiasi possibilità di ripresa».La seconda nota dolente è quella dell’accesso al credito: «Il credito erogato dalle banche alle imprese artigiane - ha detto ancora Medina - è diminuito. E’ vero che in questo periodo i tassi di interesse sono molto bassi. ma il costo del credito per le imprese è aumentato, perché occorrono garanzie. Sul nostro territorio, esistono moltissimi istituti di credito e a loro la nostra associazione rivolge un appello: c’è una banca che è disposta a sedersi attorno a un tavolo con noi per discutere di come favorire l’accesso al credito per i nostri associati?».

Laura Cavalli

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