Banco-Bpm: «Una grande opportunità

Banco-Bpm: «Una grande opportunità
Pubblicato:

NOVARA - Una grande opportunità, quasi una “necessità” per rimanere al passo con i tempi, ma che, nella sostanza, non provocherà nessuna novità traumatica. Questo è emerso dagli interventi dei vertici della “Banca popolare di Novara” nel corso del Consiglio comunale, convocato d’urgenza nel pomeriggio di ieri, proprio per ascoltare le dichiarazioni in merito alla recente operazione che ha portato al “matrimonio” con la “Popolare di Milano”. Così nelle parole, e ciascuno nel proprio settore di competenza, di Maurizio Comoli, Domenico De Angelis, Franco Zanetta ed Eliana Baici (Alberto Mauro, quinto “invitato”, non ha potuto partecipare perché impegnato in una missione in Puglia), che hanno, punto su punto, risposto ai tre quesiti formulati in apertura della seduta a Palazzo Cabrino dal sindaco Alessandro Canelli.

Quali saranno le ricadute occupazionali e quali sotto il profilo più strettamente collegato all’attività dell’istituto di credito ma, soprattutto, cambierà qualcosa nelle disponibilità della Fondazione? Da questo punto di vista Comoli, «a tutto tondo», ha spiegato come questa “fusione”, porterà la “Novara” a fare parte di un gruppo (il terzo in Italia dopo “Intesa - San Paolo” e “Unicredit”) con una profonda radicalizzazione in un territorio dalle enormi potenzialità e ricchezze fra le più importanti del continente. Analizzando quelle che saranno le quote di mercato, illustrate da Domenico De Angelis, è emerso invece un aspetto più che confortante: «Continueremo ad essere una banca territoriale, con un suo marchio e con notevoli margini di crescita». Sul fronte occupazionale, inoltre, saranno individuate tutte le necessarie misure, anche se è bene ricordare «che le banche non possono più essere quelle di trent’anni fa». Il “matrimonio” con la “Milano” era un’operazione ambita da molti «e non affatto scontata. Sarebbe stato molto più facile cercare un’aggregazione con soggetti più deboli, ma i risultati, a medio - lungo termine, non sarebbero stati gli stessi».

E a chi, come accaduto in occasione della prima unione con la “Verona”, sarà portato a credere che qualcosa sia andato definitivamente perduto, «diciamo che, nella sostanza, in assemblea non si voterà più per “testa” ma per “azioni” possedute. Il “peso” futuro come novaresi che avremo dipenderà solo da noi». Ma per ora la notizia più significativa è quella che la prima assemblea “unificata” del nuovo Gruppo dovrebbe tenersi nella prossima primavera proprio all’ombra della Cupola.

Luca Mattioli

 

Leggi di più sul Corriere di Novara di sabato 12 novembre 2016 


NOVARA - Una grande opportunità, quasi una “necessità” per rimanere al passo con i tempi, ma che, nella sostanza, non provocherà nessuna novità traumatica. Questo è emerso dagli interventi dei vertici della “Banca popolare di Novara” nel corso del Consiglio comunale, convocato d’urgenza nel pomeriggio di ieri, proprio per ascoltare le dichiarazioni in merito alla recente operazione che ha portato al “matrimonio” con la “Popolare di Milano”. Così nelle parole, e ciascuno nel proprio settore di competenza, di Maurizio Comoli, Domenico De Angelis, Franco Zanetta ed Eliana Baici (Alberto Mauro, quinto “invitato”, non ha potuto partecipare perché impegnato in una missione in Puglia), che hanno, punto su punto, risposto ai tre quesiti formulati in apertura della seduta a Palazzo Cabrino dal sindaco Alessandro Canelli.

Quali saranno le ricadute occupazionali e quali sotto il profilo più strettamente collegato all’attività dell’istituto di credito ma, soprattutto, cambierà qualcosa nelle disponibilità della Fondazione? Da questo punto di vista Comoli, «a tutto tondo», ha spiegato come questa “fusione”, porterà la “Novara” a fare parte di un gruppo (il terzo in Italia dopo “Intesa - San Paolo” e “Unicredit”) con una profonda radicalizzazione in un territorio dalle enormi potenzialità e ricchezze fra le più importanti del continente. Analizzando quelle che saranno le quote di mercato, illustrate da Domenico De Angelis, è emerso invece un aspetto più che confortante: «Continueremo ad essere una banca territoriale, con un suo marchio e con notevoli margini di crescita». Sul fronte occupazionale, inoltre, saranno individuate tutte le necessarie misure, anche se è bene ricordare «che le banche non possono più essere quelle di trent’anni fa». Il “matrimonio” con la “Milano” era un’operazione ambita da molti «e non affatto scontata. Sarebbe stato molto più facile cercare un’aggregazione con soggetti più deboli, ma i risultati, a medio - lungo termine, non sarebbero stati gli stessi».

E a chi, come accaduto in occasione della prima unione con la “Verona”, sarà portato a credere che qualcosa sia andato definitivamente perduto, «diciamo che, nella sostanza, in assemblea non si voterà più per “testa” ma per “azioni” possedute. Il “peso” futuro come novaresi che avremo dipenderà solo da noi». Ma per ora la notizia più significativa è quella che la prima assemblea “unificata” del nuovo Gruppo dovrebbe tenersi nella prossima primavera proprio all’ombra della Cupola.

Luca Mattioli

 

Leggi di più sul Corriere di Novara di sabato 12 novembre 2016 

Seguici sui nostri canali