Cersaie, il “made in Italy” conferma la ripresa

Cersaie, il “made in Italy” conferma la ripresa
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BOLOGNA - L’innovazione logora chi non la fa. Le industrie italiane di ceramica industriale, che investono oltre il 7% dei loro ricavi in ricerca e sviluppo, sono tutt’altro che logore e i risultati di questa determinazione, in termini di novità proposte al mercato, si sono visti chiaramente a Cersaie, salone internazionale della ceramica per l’architettura e l’arredobagno che si è chiuso venerdì a Bologna. In attesa dei dati ufficiali, le sensazioni sono molto positive e tali da far azzardare un pronostico di affluenza in decisa crescita, con momenti di iper affollamento nei primi tre giorni della manifestazione. Inoltre, la fiera ha confermato una svolta dalla pura tecnicità al mondo del design. A completare il quadro c’è la forte attenzione di architetti e progettisti verso il mondo ceramico, attenzione favorita dalla proposta sempre più orientata verso i grandi formati che si prestano a rivestire interni ed esterni di building residenziali, edifici pubblici e sono utilizzabili anche per l’architettura delle infrastrutture di trasporto. 
Ciliegina sulla torta, la Bologna Design Week che ha operato come manifestazione di supporto coinvolgendo attività commerciali e aprendo al pubblico gli spazi dei più bei palazzi del capoluogo emiliano, trasformati in location per eventi, installazioni e convegni.
I padiglioni di BolognaFiere sono stati totalmente occupati dagli espositori, per una superficie complessiva di 156 mila metri quadrati e un numero totale di 869 espositori, provenienti da 41 nazioni. In evidenza non solo la presenza di aziende italiane, con una larga rappresentanza di aziende provenienti dal distretto industriale di Sassuolo per le piastrelle in ceramica e da quello di Civita Castellana per la ceramica sanitaria, ma anche di 323 aziende estere, di cui 224 aziende di piastrelle di ceramica sulle 457 totali del settore.
Cersaie è stata anche l’occasione per valutare lo stato di salute dell’industria della ceramica made in Italy, che mostra segnali di recupero: nel 2016, secondo i dati di Confindustria Ceramica, la produzione è aumentata del 5,36% e il fatturato del 5,86%, per un controvalore di 5,41 miliardi di euro. 
Cersaie è stata una vetrina importante anche per diverse aziende novaresi del distretto della rubinetteria.
Alla kermesse bolognese, lo spazio di Rubinetterie Stella, concepito da Michele De Lucchi, ad esempio, ha catalizzato l’attenzione e riscosso l’apprezzamento del pubblico.  
La kermesse di Bologna si è chiusa per anche per “Damast” di Invorio nel segno del successo, grazie al grande interesse suscitato dalle molte nuove proposte presentate in un contesto espositivo originale e suggestivo, impreziosito dalle immagini create da Karen Knorr. 
l.c.
BOLOGNA - L’innovazione logora chi non la fa. Le industrie italiane di ceramica industriale, che investono oltre il 7% dei loro ricavi in ricerca e sviluppo, sono tutt’altro che logore e i risultati di questa determinazione, in termini di novità proposte al mercato, si sono visti chiaramente a Cersaie, salone internazionale della ceramica per l’architettura e l’arredobagno che si è chiuso venerdì a Bologna. In attesa dei dati ufficiali, le sensazioni sono molto positive e tali da far azzardare un pronostico di affluenza in decisa crescita, con momenti di iper affollamento nei primi tre giorni della manifestazione. Inoltre, la fiera ha confermato una svolta dalla pura tecnicità al mondo del design. A completare il quadro c’è la forte attenzione di architetti e progettisti verso il mondo ceramico, attenzione favorita dalla proposta sempre più orientata verso i grandi formati che si prestano a rivestire interni ed esterni di building residenziali, edifici pubblici e sono utilizzabili anche per l’architettura delle infrastrutture di trasporto. 
Ciliegina sulla torta, la Bologna Design Week che ha operato come manifestazione di supporto coinvolgendo attività commerciali e aprendo al pubblico gli spazi dei più bei palazzi del capoluogo emiliano, trasformati in location per eventi, installazioni e convegni.
I padiglioni di BolognaFiere sono stati totalmente occupati dagli espositori, per una superficie complessiva di 156 mila metri quadrati e un numero totale di 869 espositori, provenienti da 41 nazioni. In evidenza non solo la presenza di aziende italiane, con una larga rappresentanza di aziende provenienti dal distretto industriale di Sassuolo per le piastrelle in ceramica e da quello di Civita Castellana per la ceramica sanitaria, ma anche di 323 aziende estere, di cui 224 aziende di piastrelle di ceramica sulle 457 totali del settore.
Cersaie è stata anche l’occasione per valutare lo stato di salute dell’industria della ceramica made in Italy, che mostra segnali di recupero: nel 2016, secondo i dati di Confindustria Ceramica, la produzione è aumentata del 5,36% e il fatturato del 5,86%, per un controvalore di 5,41 miliardi di euro. 
Cersaie è stata una vetrina importante anche per diverse aziende novaresi del distretto della rubinetteria.
Alla kermesse bolognese, lo spazio di Rubinetterie Stella, concepito da Michele De Lucchi, ad esempio, ha catalizzato l’attenzione e riscosso l’apprezzamento del pubblico.  
La kermesse di Bologna si è chiusa per anche per “Damast” di Invorio nel segno del successo, grazie al grande interesse suscitato dalle molte nuove proposte presentate in un contesto espositivo originale e suggestivo, impreziosito dalle immagini create da Karen Knorr. 
l.c.
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