Coldiretti: «La Brexit può penalizzare anche il gorgonzola».

Coldiretti: «La Brexit può penalizzare anche il gorgonzola».
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Anche il settore agricolo teme le conseguenze della Brexit. E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme: «Dall’ortofrutta ai formaggi la Brexit con i timori legati alla svalutazione della sterlina interessa 3,2 miliardi di esportazioni agroalimentari italiane in Gran Bretagna con pesanti effetti proprio su settori fondamentali del Made in Italy già colpiti duramente dall’embargo russo. La Brexit rischia di sconvolgere ulteriormente i mercati europei dove la guerra commerciale con la Russia per la mancanza di sbocchi di mercato ha fatto scendere le quotazioni dei principali prodotti agricoli europei nel lattiero caseario, nella carne e nell’ortofrutta al di sotto dei costi di produzione. A quasi due anni dall’inizio dell’embargo russo per la prima volta in Europa migliaia di agricoltori italiani con i trattori sono scesi in piazza la scorsa settimana a Verona contro il rinnovo delle misure che hanno azzerato completamente le esportazioni dei prodotti agroalimentari più rappresentativi del Made in Italy scatenando una guerra commerciale che ha provocato pesantissimi danni all’economia e la perdita di posti di lavoro».Tra i prodotti che potrebbero ‘soffrire’ gli effetti della svalutazione della sterlina c’è anche il gorgonzola, uno dei formaggi più esportati ed apprezzati anche sui mercati esteri, il cui rapporto con la Gran Bretagna è saldo da oltre un secolo (si ricorda ancora il treno che, settimanalmente, partiva dallo scalo merci di Novara nei primi decenni del Novecento per i mercati britannici, carico delle forme di erborinato).E’ un formaggio Dop, che deve essere prodotto con il latte munto nelle zone d’origine tra cui le province di Novara e Vco, dove il conferimento del latte ai relativi caseifici costituisce una voce importante dell’economia agricola e zootecnica-lattiera.Nel 2015 la produzione e l’esportazione del formaggio gorgonzola hanno segnato un trend positivo: +1,3% nella produzione e ben +12,96% nell’esportazione. Sono state prodotte 4.501.237 di forme (+57.699 rispetto all’anno precedente), superando così ulteriormente i numeri del 2014, sinora anno record del gorgonzola. Attualmente la Gran Bretagna è il quarto paese europeo acquirente di gorgonzola per quantità, con oltre 1000 tonnellate importate (preceduto solo da Francia, Germania e Lussemburgo) e con una percentuale di crescita che dal 2014 al 2015 si è attestata al +17%, ben oltre la media totale dell’export che, per il Gorgonzola, ha visto un lusinghiero +12,6%, sempre con riferimento al medesimo periodo.l.c.

Anche il settore agricolo teme le conseguenze della Brexit. E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme: «Dall’ortofrutta ai formaggi la Brexit con i timori legati alla svalutazione della sterlina interessa 3,2 miliardi di esportazioni agroalimentari italiane in Gran Bretagna con pesanti effetti proprio su settori fondamentali del Made in Italy già colpiti duramente dall’embargo russo. La Brexit rischia di sconvolgere ulteriormente i mercati europei dove la guerra commerciale con la Russia per la mancanza di sbocchi di mercato ha fatto scendere le quotazioni dei principali prodotti agricoli europei nel lattiero caseario, nella carne e nell’ortofrutta al di sotto dei costi di produzione. A quasi due anni dall’inizio dell’embargo russo per la prima volta in Europa migliaia di agricoltori italiani con i trattori sono scesi in piazza la scorsa settimana a Verona contro il rinnovo delle misure che hanno azzerato completamente le esportazioni dei prodotti agroalimentari più rappresentativi del Made in Italy scatenando una guerra commerciale che ha provocato pesantissimi danni all’economia e la perdita di posti di lavoro».Tra i prodotti che potrebbero ‘soffrire’ gli effetti della svalutazione della sterlina c’è anche il gorgonzola, uno dei formaggi più esportati ed apprezzati anche sui mercati esteri, il cui rapporto con la Gran Bretagna è saldo da oltre un secolo (si ricorda ancora il treno che, settimanalmente, partiva dallo scalo merci di Novara nei primi decenni del Novecento per i mercati britannici, carico delle forme di erborinato).E’ un formaggio Dop, che deve essere prodotto con il latte munto nelle zone d’origine tra cui le province di Novara e Vco, dove il conferimento del latte ai relativi caseifici costituisce una voce importante dell’economia agricola e zootecnica-lattiera.Nel 2015 la produzione e l’esportazione del formaggio gorgonzola hanno segnato un trend positivo: +1,3% nella produzione e ben +12,96% nell’esportazione. Sono state prodotte 4.501.237 di forme (+57.699 rispetto all’anno precedente), superando così ulteriormente i numeri del 2014, sinora anno record del gorgonzola. Attualmente la Gran Bretagna è il quarto paese europeo acquirente di gorgonzola per quantità, con oltre 1000 tonnellate importate (preceduto solo da Francia, Germania e Lussemburgo) e con una percentuale di crescita che dal 2014 al 2015 si è attestata al +17%, ben oltre la media totale dell’export che, per il Gorgonzola, ha visto un lusinghiero +12,6%, sempre con riferimento al medesimo periodo.l.c.

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