Confindustria: ha vinto Boccia, «anche grazie al Piemonte»

Confindustria: ha vinto Boccia, «anche grazie al Piemonte»
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Alla fine ha “vinto” il Piemonte. O, meglio, il candidato che il Piemonte (e il Nord Ovest in toto, esclusa Genova), aveva sostenuto per il “dopo Squinzi”. Il salernitano Vincenzo Boccia è il nuovo presidente nazionale di Confindustria, eletto giovedì mattina a Roma dal Consiglio generale, battendo per 100 voti a 91 l’altro “sfidante”, Alberto Vacchi.

«E’ andata come speravamo, nonostante il finale “al cardiopalma”, - commenta il presidente dell’Associazione industriali di Novara, Fabio Ravanelli - Credo che Vincenzo Boccia sarà in grado di lavorare bene, nell’interesse degli imprenditori e della crescita del Paese. Va detto che comunque fossero andate le cose saremmo “caduti in piedi”, perché anche Vacchi è un personaggio di primissimo piano. Ma sono convinto che Boccia possieda il giusto mix tra esperienza e voglia di innovare: è una persona con grande iniziativa, ma che conosce perfettamente il sistema essendo stato presidente della Piccola Industria».

Da queste elezioni in forma nuova (le prime dopo la riforma Pesenti) esce però una Confindustria spaccata quasi in due. «Come in ogni associazione democratica - commenta Ravanelli - il confronto, anche acceso, è giusto e sacrosanto. Ma sono convinto che ora le diatribe finiranno e si potrà iniziare a lavorare. Non ci possiamo permettere il lusso di litigare tra noi: per essere autorevoli e rappresentare le istanze delle imprese e del Paese dobbiamo essere uniti».

Sostenitore della prima ora di Vincenzo Boccia è Carlo Robiglio, presidente della Piccola Industria di Confindustria Piemonte e componente del Comitato di presidenza della Piccola Industria nazionale. «Sono doppiamente soddisfatto - commenta - Da una parte perché la “Piccola” è stata la prima a schierarsi apertamente per Boccia. E dall’altra perché il Piemonte è arrivato a queste elezioni unito, compatto e determinato: è stato un percorso lungo e, non lo nascondo, talvolta difficile, ma alla fine il risultato ha premiato gli sforzi. Il  pacchetto di voti piemontese è stato determinante per la vittoria di Boccia. E questo fa sì che oggi, finalmente, la nostra regione possa tornare ad avere quel peso geopolitico all’interno di Confindustria che non aveva da anni. E questo ci fa ben sperare per il futuro dell’economia piemontese».

Laura Cavalli

 

Alla fine ha “vinto” il Piemonte. O, meglio, il candidato che il Piemonte (e il Nord Ovest in toto, esclusa Genova), aveva sostenuto per il “dopo Squinzi”. Il salernitano Vincenzo Boccia è il nuovo presidente nazionale di Confindustria, eletto giovedì mattina a Roma dal Consiglio generale, battendo per 100 voti a 91 l’altro “sfidante”, Alberto Vacchi.

«E’ andata come speravamo, nonostante il finale “al cardiopalma”, - commenta il presidente dell’Associazione industriali di Novara, Fabio Ravanelli - Credo che Vincenzo Boccia sarà in grado di lavorare bene, nell’interesse degli imprenditori e della crescita del Paese. Va detto che comunque fossero andate le cose saremmo “caduti in piedi”, perché anche Vacchi è un personaggio di primissimo piano. Ma sono convinto che Boccia possieda il giusto mix tra esperienza e voglia di innovare: è una persona con grande iniziativa, ma che conosce perfettamente il sistema essendo stato presidente della Piccola Industria».

Da queste elezioni in forma nuova (le prime dopo la riforma Pesenti) esce però una Confindustria spaccata quasi in due. «Come in ogni associazione democratica - commenta Ravanelli - il confronto, anche acceso, è giusto e sacrosanto. Ma sono convinto che ora le diatribe finiranno e si potrà iniziare a lavorare. Non ci possiamo permettere il lusso di litigare tra noi: per essere autorevoli e rappresentare le istanze delle imprese e del Paese dobbiamo essere uniti».

Sostenitore della prima ora di Vincenzo Boccia è Carlo Robiglio, presidente della Piccola Industria di Confindustria Piemonte e componente del Comitato di presidenza della Piccola Industria nazionale. «Sono doppiamente soddisfatto - commenta - Da una parte perché la “Piccola” è stata la prima a schierarsi apertamente per Boccia. E dall’altra perché il Piemonte è arrivato a queste elezioni unito, compatto e determinato: è stato un percorso lungo e, non lo nascondo, talvolta difficile, ma alla fine il risultato ha premiato gli sforzi. Il  pacchetto di voti piemontese è stato determinante per la vittoria di Boccia. E questo fa sì che oggi, finalmente, la nostra regione possa tornare ad avere quel peso geopolitico all’interno di Confindustria che non aveva da anni. E questo ci fa ben sperare per il futuro dell’economia piemontese».

Laura Cavalli

 

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