«E’ stato un progetto innovativo»

«E’ stato un progetto innovativo»
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La sperimentazione di democrazia deliberativa che si è svolta a Novara tra il 2012 e il 2016 ha riscontrato molto interesse anche dal mondo accademico. Prova ne è l’articolo comparso qualche mese fa sulla prestigiosa rivista "Quaderni di Sociologia", in cui il professor Pellizzoni dell'Università di Trieste ha presentato il libro "Discutere e agire" sulla fase pilota della sperimentazione commentando i suoi esiti novaresi. Il progetto SpeDD è infatti una delle prime e più articolate prove italiane di questa pratica che mira alla partecipazione dal basso dei cittadini alla vita della comunità.

“E’ stato di certo un progetto estremamente innovativo – premette la professoressa Eliana Baici, direttore del Dipartimento di Economia dell’Università del Piemonte Orientale - Il dato positivo è che, nonostante fosse inedito, la città ha risposto molto bene a dimostrazione che i cittadini hanno voglia di attivarsi per il bene comune. In un certo senso è stato sfatato il mito della crisi che rinchiude i cittadini su se stessi”. L’Università del Piemonte Orientale è stato uno dei partner attivi del progetto, curando in particolare la formazione dei ragazzi che hanno partecipato in qualità di facilitatori alla sperimentazione. “La risposta dei giovani in particolare è stata straordinaria – sottolinea ancora Baici – Grazie anche al loro contributo sono emerse proposte molto interessanti per i vari quartieri di Novara e credo che nel tempo il mantenimento di questa pratica di dialogo possa avere ricadute positive sulla coesione cittadina”.

Davide Servetti e Giacomo Balduzzi, i ricercatori universitari che hanno seguito la sperimentazione la descrivono come  “un’esperienza di promozione della partecipazione democratica attraverso la deliberazione pubblica, al di fuori delle forme principali della rappresentanza politica, quali possono ritenersi l’esercizio dell’elettorato attivo e passivo e la militanza nei partiti”. Quali gli aspetti chiavi del progetto SpeDD? “In primo luogo il processo deliberativo è stato costruito attorno a temi avvertiti come prioritari dagli abitanti stessi. In secondo luogo, la dimensione socio-territoriale del quartiere si è mostrata adeguata a promuovere processi di deliberazione pubblica su temi e problemi che emergono dal vissuto quotidiano dei cittadini. In terzo luogo non c’è stato un impatto solo sul tessuto civico, ma sono state introdotte forme di connessione tendenzialmente stabili tra istanze della cittadinanza e decisioni politiche, nonché esperienze di concreta collaborazione tra cittadini e istituzioni per la soluzione di problemi e la produzione di beni pubblici”. Un bilancio completo dell’esperienza verrà tracciato il 16 e il 17 settembre prossimi, al Piccolo Coccia di Novara, nel convegno in cui saranno presentati i risultati dei tre microprogetti dal titolo “Città in azione. Esercitare la democrazia, promuovere il bene comune”.  Consultate qui il programma: https://goo.gl/ykzoG2

Profonda riconoscenza da parte della Onlus Territorio e Cultura, che ha coordinato la sperimentazione, per chi ha pensato e sostenuto il progetto. “La democrazia deliberativa dà un valore in più al dialogo – sottolinea il presidente Alberto Cantoni – Responsabilizza le persone rendendoli partecipe della vita comune. La nostra onlus, che da quasi 5 anni lavora a Novara, ha imparato moltissimo da questo progetto e ne riproporrà lo spirito in tutte le nostre prossime sfide”.   

l.pa.


La sperimentazione di democrazia deliberativa che si è svolta a Novara tra il 2012 e il 2016 ha riscontrato molto interesse anche dal mondo accademico. Prova ne è l’articolo comparso qualche mese fa sulla prestigiosa rivista "Quaderni di Sociologia", in cui il professor Pellizzoni dell'Università di Trieste ha presentato il libro "Discutere e agire" sulla fase pilota della sperimentazione commentando i suoi esiti novaresi. Il progetto SpeDD è infatti una delle prime e più articolate prove italiane di questa pratica che mira alla partecipazione dal basso dei cittadini alla vita della comunità.

“E’ stato di certo un progetto estremamente innovativo – premette la professoressa Eliana Baici, direttore del Dipartimento di Economia dell’Università del Piemonte Orientale - Il dato positivo è che, nonostante fosse inedito, la città ha risposto molto bene a dimostrazione che i cittadini hanno voglia di attivarsi per il bene comune. In un certo senso è stato sfatato il mito della crisi che rinchiude i cittadini su se stessi”. L’Università del Piemonte Orientale è stato uno dei partner attivi del progetto, curando in particolare la formazione dei ragazzi che hanno partecipato in qualità di facilitatori alla sperimentazione. “La risposta dei giovani in particolare è stata straordinaria – sottolinea ancora Baici – Grazie anche al loro contributo sono emerse proposte molto interessanti per i vari quartieri di Novara e credo che nel tempo il mantenimento di questa pratica di dialogo possa avere ricadute positive sulla coesione cittadina”.

Davide Servetti e Giacomo Balduzzi, i ricercatori universitari che hanno seguito la sperimentazione la descrivono come  “un’esperienza di promozione della partecipazione democratica attraverso la deliberazione pubblica, al di fuori delle forme principali della rappresentanza politica, quali possono ritenersi l’esercizio dell’elettorato attivo e passivo e la militanza nei partiti”. Quali gli aspetti chiavi del progetto SpeDD? “In primo luogo il processo deliberativo è stato costruito attorno a temi avvertiti come prioritari dagli abitanti stessi. In secondo luogo, la dimensione socio-territoriale del quartiere si è mostrata adeguata a promuovere processi di deliberazione pubblica su temi e problemi che emergono dal vissuto quotidiano dei cittadini. In terzo luogo non c’è stato un impatto solo sul tessuto civico, ma sono state introdotte forme di connessione tendenzialmente stabili tra istanze della cittadinanza e decisioni politiche, nonché esperienze di concreta collaborazione tra cittadini e istituzioni per la soluzione di problemi e la produzione di beni pubblici”. Un bilancio completo dell’esperienza verrà tracciato il 16 e il 17 settembre prossimi, al Piccolo Coccia di Novara, nel convegno in cui saranno presentati i risultati dei tre microprogetti dal titolo “Città in azione. Esercitare la democrazia, promuovere il bene comune”.  Consultate qui il programma: https://goo.gl/ykzoG2

Profonda riconoscenza da parte della Onlus Territorio e Cultura, che ha coordinato la sperimentazione, per chi ha pensato e sostenuto il progetto. “La democrazia deliberativa dà un valore in più al dialogo – sottolinea il presidente Alberto Cantoni – Responsabilizza le persone rendendoli partecipe della vita comune. La nostra onlus, che da quasi 5 anni lavora a Novara, ha imparato moltissimo da questo progetto e ne riproporrà lo spirito in tutte le nostre prossime sfide”.   

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