Preoccupazione

Edilizia: per i crediti incagliati nel novarese sono a rischio 1010 posti di lavoro

“Non è ammissibile penalizzare le imprese che hanno la sola colpa di aver utilizzato la Legge"

Edilizia: per i crediti incagliati nel novarese sono a rischio 1010 posti di lavoro
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Sui crediti incagliati del superbonus il Piemonte si gioca almeno 12.620 posti di lavoro diretti nelle MPI artigiane delle costruzioni, settore che subirebbe una contrazione del 14% degli addetti. Ma il conteggio totale delle posizioni che rischiano di dover fare i conti nei prossimi giorni con la cassa integrazione e la perdita del lavoro, potrebbe aumentare vertiginosamente tra diretti e imprese collegate.

Le province piemontesi

Situazione pesante che potrebbe riverberarsi anche sui territori: in provincia di Torino, solo nelle MPI edili, si stimano 5.870 i posti a rischio, a Cuneo 2.240, ad Alessandria 1.210, a Novara 1010, ad Asti 750, nel Verbano 520 e a Vercelli e Biella 510.

Sono queste le stime dell’Ufficio Studi di Confartigianato contenute nel dossier: “Occupati a rischio nelle MPI delle Costruzioni per inesigibilità dei crediti incagliati per i bonus edilizi”. “Sui bonus edilizi ci giochiamo occupazione e futuro se non cambierà il decreto del Governo che ha gettato nell’incertezza migliaia di imprese per questo bisogna trovare soluzioni urgenti alla situazione delle aziende con i crediti che, giorno dopo giorno, da incagliati stanno diventando senza valore e quindi inesigibili”.

Confartigianato ricorda anche come nelle piccole e medie imprese nelle costruzioni, settore che ha registrato un aumento della produttività del 5,8%, ritmo doppio del 2,6% del totale economia, sia impiegato l’87,2% degli addetti, Inoltre, quello delle costruzioni è il comparto che nel 2022 ha assorbito l’85,5% delle posizioni lavorative create.

“Non è ammissibile penalizzare le imprese che hanno la sola colpa di aver utilizzato la Legge, realizzato gli interventi minuziosamente previsti dalla normativa, applicato i prezzari regionali, sopportato gli enormi oneri burocratici senza contare l’aver affrontato le 224 modifiche, una ogni 16 giorni”.

“I dati dimostrano come l’economia regionale faticherà non poco a reggere tale improvviso stop auspichiamo, quindi, che le Forze Sociali e gli Enti Locali affianchino le Associazioni di Categoria nelle azioni di pressione nei confronti del Governo affinché si superi il blocco e siano individuate soluzioni compatibili con la realtà economica delle imprese e con le difficoltà che stanno vivendo le famiglie. Vogliamo porre al centro della nostra azione la salvaguardia delle migliaia di imprese che rischiano la chiusura mettendo a repentaglio innumerevoli posti di lavoro”.

“E gli “incagliati” che non rientrano nelle casse, cominciano a creare seri problemi di liquidità alle imprese che per far fronte anche alle comuni attività quotidiane, devono rivolgersi alle Banche per avere i necessari finanziamenti.”

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