Geologo, ora parte il “tiro al Matteo”

Geologo, ora parte il “tiro al Matteo”
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NOVARA – Che il Pd non fosse proprio un monolite era cosa nota, ma ora, sul caso del “geologo disarmato” della Provincia, la reazione dei chiamati in causa sembra più un “tiro al Matteo” (e ai pezzi da novanta del partito che accanto a Besozzi siedono a Palazzo Natta). Premesso che la questione centrale è il controllo di cave e rifiuti e il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata, e non le beghe interne del Pd, di certo non si possono censurare prese di posizione che oltretutto appaiono ancor più sconcertanti delle spiegazioni dello stesso Besozzi. La vicenda di Salvatore Maimonte, geologo in forza alla Provincia, trasferito a fine 2011 dall’allora Giunta Sozzani dalle cave alle strade tra le infuocate proteste della minoranza Pd, e tuttora con quell’incarico per lui “innaturale” nonostante adesso sia il Pd a governare, tiene banco dopo la pubblicazione del nostro servizio di lunedì scorso. Ci risulta che le spiegazioni del presidente Matteo Besozzi abbiano destato perlomeno sconcerto in più “Palazzi”. Ora arriva la altrettanto sconcertante replica dell’allora minoranza Pd in Provincia. Da segnalare anche gli interventi, “tecnico”, del consigliere regionale Domenico Rossi, e, “politico”, del leghista Gian Carlo Locarni.

p.v.

leggi il servizio sul Corriere di Novara di giovedì 8 ottobre

NOVARA – Che il Pd non fosse proprio un monolite era cosa nota, ma ora, sul caso del “geologo disarmato” della Provincia, la reazione dei chiamati in causa sembra più un “tiro al Matteo” (e ai pezzi da novanta del partito che accanto a Besozzi siedono a Palazzo Natta). Premesso che la questione centrale è il controllo di cave e rifiuti e il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata, e non le beghe interne del Pd, di certo non si possono censurare prese di posizione che oltretutto appaiono ancor più sconcertanti delle spiegazioni dello stesso Besozzi. La vicenda di Salvatore Maimonte, geologo in forza alla Provincia, trasferito a fine 2011 dall’allora Giunta Sozzani dalle cave alle strade tra le infuocate proteste della minoranza Pd, e tuttora con quell’incarico per lui “innaturale” nonostante adesso sia il Pd a governare, tiene banco dopo la pubblicazione del nostro servizio di lunedì scorso. Ci risulta che le spiegazioni del presidente Matteo Besozzi abbiano destato perlomeno sconcerto in più “Palazzi”. Ora arriva la altrettanto sconcertante replica dell’allora minoranza Pd in Provincia. Da segnalare anche gli interventi, “tecnico”, del consigliere regionale Domenico Rossi, e, “politico”, del leghista Gian Carlo Locarni.

p.v.

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