Il fisco pesa meno sulle imprese: a Novara Tax free day il 31 luglio
Anche a Novara, Vercelli e Verbania l’imposizione fiscale sulle piccole imprese nel 2015 scende, anche se di poco, rispetto all’anno scorso, permettendo quindi alle imprese di lavorare quasi una settimana in meno per il ‘socio’ fisco e una in più per se stesse.
Complessivamente il peso del fisco segna un piccolo calo dell’1,7% passando dal 63,9% del 2014 al 62,2% di oggi, posizionandosi su livelli insopportabili e ben al di sopra della media dei paesi europei con cui dobbiamo competere.
A confermarlo è il rapporto 2015 dell’Osservatorio Cna sulla tassazione delle piccole imprese, realizzato analizzando la situazione di una piccola impresa artigiana in 113 comuni italiani, tra cui Novara, Vercelli e Verbania. Per calcolare il peso della pressione fiscale Cna ha preso come riferimento una piccola impresa che opera nel settore manifatturiero con 5 dipendenti (4 operai e un impiegato), 430mila euro di fatturato e 50 mila euro di reddito d’impresa, con un laboratorio di 350 mq di superficie, un negozio per la vendita di 175 mq e attrezzature. Lo stesso studio, con gli stessi parametri, era stato realizzato anche nel 2014.
Dal confronto sui risultati ottenuti emerge che a Novara l’imposizione fiscale su questa impresa campione è scesa, nel 2015, al 58,3% (era al 60,4%) e il ‘Tax free day’ (ovvero il giorno dell’anno da cui non lavorerà più per pagare le imposte, ma per produrre reddito per l’impresa) è il 31 luglio e non più il 7 agosto; a Verbania è passata al 58,7% (era al 60,8%) e il ‘Tax free day’ diventa il 1° agosto e non è più il 9 agosto; a Vercelli è scesa al 59,3% (era al 61,4%) e il ‘Tax free day’ è il 3 agosto e non più l’11 agosto.
«Il calo del 2015 - spiega Elio Medina, direttore Cna Piemonte Nord - va interamente attribuito all’abolizione della componente lavoro dell’Irap. Un beneficio che poteva essere ben più corposo, se non fosse stato dimezzato dal maggior prelievo dell’Irpef e dei contributi previdenziali degli imprenditori (IVS). E’ un passo nella giusta direzione, che però aspetta conferme dalle decisioni che prenderanno i Comuni nei prossimi mesi. Se i sindaci decidessero di compensare i tagli dei trasferimenti dello Stato centrale, rimettendo mano ai tributi locali, potrebbero attenuare il beneficio fiscale indotto proprio dal taglio dell’Irap, fino a farlo scomparire».
«Sulle piccole imprese – sottolineano Donato Telesca, presidente Cna Piemonte Nord e Franco Lobascio, presidente di Cna Vercelli – continua ad accanirsi un fisco fra i più voraci d’Europa. Ma questa voracità sta cominciando, di poco e lentamente, a calare, anche sul nostro territorio. E’ necessario però ripensare ad alcune imposizioni locali ormai considerate odiose, perché frenano la crescita e non vengono mai messe in discussione. E’ il caso dell’Imu e della tassa sui rifiuti. La prima sta diventando un elemento estremamente pericoloso per le imprese e un limite allo sviluppo. Quando, decidendo di investire sul futuro, un imprenditore vuole ampliare il capannone o il laboratorio o costruirne un altro ex novo, è costretto a chiedersi: ma quanto mi costerà di nuove tasse? E se poi non lo uso tutto e sempre, quanto ci rimetterò? Lo stesso vale per la tassa sui rifiuti. Il fatto che le imprese da un lato abbiano tutte le incombenze relative allo smaltimento dei rifiuti speciali, che poi ormai sono un po’ tutti, dall’altro devono pagare l’imposta sui metri quadrati occupati, e non sulla quantità e la qualità di rifiuti inviati allo smaltimento, grida vendetta».
l.c.
Anche a Novara, Vercelli e Verbania l’imposizione fiscale sulle piccole imprese nel 2015 scende, anche se di poco, rispetto all’anno scorso, permettendo quindi alle imprese di lavorare quasi una settimana in meno per il ‘socio’ fisco e una in più per se stesse.
Complessivamente il peso del fisco segna un piccolo calo dell’1,7% passando dal 63,9% del 2014 al 62,2% di oggi, posizionandosi su livelli insopportabili e ben al di sopra della media dei paesi europei con cui dobbiamo competere.
A confermarlo è il rapporto 2015 dell’Osservatorio Cna sulla tassazione delle piccole imprese, realizzato analizzando la situazione di una piccola impresa artigiana in 113 comuni italiani, tra cui Novara, Vercelli e Verbania. Per calcolare il peso della pressione fiscale Cna ha preso come riferimento una piccola impresa che opera nel settore manifatturiero con 5 dipendenti (4 operai e un impiegato), 430mila euro di fatturato e 50 mila euro di reddito d’impresa, con un laboratorio di 350 mq di superficie, un negozio per la vendita di 175 mq e attrezzature. Lo stesso studio, con gli stessi parametri, era stato realizzato anche nel 2014.
Dal confronto sui risultati ottenuti emerge che a Novara l’imposizione fiscale su questa impresa campione è scesa, nel 2015, al 58,3% (era al 60,4%) e il ‘Tax free day’ (ovvero il giorno dell’anno da cui non lavorerà più per pagare le imposte, ma per produrre reddito per l’impresa) è il 31 luglio e non più il 7 agosto; a Verbania è passata al 58,7% (era al 60,8%) e il ‘Tax free day’ diventa il 1° agosto e non è più il 9 agosto; a Vercelli è scesa al 59,3% (era al 61,4%) e il ‘Tax free day’ è il 3 agosto e non più l’11 agosto.
«Il calo del 2015 - spiega Elio Medina, direttore Cna Piemonte Nord - va interamente attribuito all’abolizione della componente lavoro dell’Irap. Un beneficio che poteva essere ben più corposo, se non fosse stato dimezzato dal maggior prelievo dell’Irpef e dei contributi previdenziali degli imprenditori (IVS). E’ un passo nella giusta direzione, che però aspetta conferme dalle decisioni che prenderanno i Comuni nei prossimi mesi. Se i sindaci decidessero di compensare i tagli dei trasferimenti dello Stato centrale, rimettendo mano ai tributi locali, potrebbero attenuare il beneficio fiscale indotto proprio dal taglio dell’Irap, fino a farlo scomparire».
«Sulle piccole imprese – sottolineano Donato Telesca, presidente Cna Piemonte Nord e Franco Lobascio, presidente di Cna Vercelli – continua ad accanirsi un fisco fra i più voraci d’Europa. Ma questa voracità sta cominciando, di poco e lentamente, a calare, anche sul nostro territorio. E’ necessario però ripensare ad alcune imposizioni locali ormai considerate odiose, perché frenano la crescita e non vengono mai messe in discussione. E’ il caso dell’Imu e della tassa sui rifiuti. La prima sta diventando un elemento estremamente pericoloso per le imprese e un limite allo sviluppo. Quando, decidendo di investire sul futuro, un imprenditore vuole ampliare il capannone o il laboratorio o costruirne un altro ex novo, è costretto a chiedersi: ma quanto mi costerà di nuove tasse? E se poi non lo uso tutto e sempre, quanto ci rimetterò? Lo stesso vale per la tassa sui rifiuti. Il fatto che le imprese da un lato abbiano tutte le incombenze relative allo smaltimento dei rifiuti speciali, che poi ormai sono un po’ tutti, dall’altro devono pagare l’imposta sui metri quadrati occupati, e non sulla quantità e la qualità di rifiuti inviati allo smaltimento, grida vendetta».
l.c.