Il riso non faccia la fine dello zucchero» (FOTOGALLERY)

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SAN PIETRO MOSEZZO - «Quello che sta succedendo non è bello. Ma siamo noi a doverci svegliare: dobbiamo farci sentire. In tanti anni abbiamo dovuto cambiare tanto, e ancora una volta ci troviamo di fronte ad un’incognita». Paola Battioli, presidente di Confagricoltura Novara e Vco, è stata più che chiara: la risicoltura italiana (e novarese, ovviamente) ha bisogno di essere  difesa. Oggi più che mai. L’occasione per esprimere la «necessità di cominciare davvero a fare lobby» è venuta giovedì pomeriggio, durante la tradizionale visita ai campi varietali di riso, organizzata dalla Provincia in collaborazione con l’Ente Nazionale Risi, le associazioni categoria agricole e l’Ordine degli agronomi. Battioli si è rivolta alle autorità politiche presenti: «Non di solo Psr abbiamo bisogno (anche se lo stiamo faticosamente aspettando). A noi servono semplificazione e risposte concrete e certe, su temi come quello della fauna selvatica. E sono risposte che dobbiamo avere subito, per non ritrovarci tra un anno con nuove incertezze...».

La goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza dei risicoltori è stato il recente accordo che “apre” alle importazioni dal Vietnam. Ma già c’erano la Cambogia, il Myanmar... Lo ha ribadito anche Manrico Brustia, presidente Cia: «Le importazioni dai Pma vanno a peggiorare le prospettive dell’indica, che ha visto ridursi la superficie coltivata dai 50.000 ettari dello scorso anno agli attuali 32.000. E il rischio è che sparisca completamente dalle nostre coltivazioni. L’unica speranza è che si riesca ad applicare la clausola di salvaguardia o quanto meno si arrivi ad un contingentamento senza aprire a importazioni da nuovi Paesi». 

Il commissario dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, non ha usato mezzi termini: «La politica ha delle responsabilità. La stipula dell’accordo con il Vietnam è stata una sorpresa per tutti, e ancora di più lo sono state le parole del viceministro Calenda, che l’ha definito “un buon accordo”... Non vorremmo che, così come successo per lo zucchero, a lungo andare l’Italia finisca con lo sparire anche dai Paesi produttori di riso...».

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Laura Cavalli

Leggi di più sul Corriere di Novara di lunedì 7 settembre 2015 

SAN PIETRO MOSEZZO - «Quello che sta succedendo non è bello. Ma siamo noi a doverci svegliare: dobbiamo farci sentire. In tanti anni abbiamo dovuto cambiare tanto, e ancora una volta ci troviamo di fronte ad un’incognita». Paola Battioli, presidente di Confagricoltura Novara e Vco, è stata più che chiara: la risicoltura italiana (e novarese, ovviamente) ha bisogno di essere  difesa. Oggi più che mai. L’occasione per esprimere la «necessità di cominciare davvero a fare lobby» è venuta giovedì pomeriggio, durante la tradizionale visita ai campi varietali di riso, organizzata dalla Provincia in collaborazione con l’Ente Nazionale Risi, le associazioni categoria agricole e l’Ordine degli agronomi. Battioli si è rivolta alle autorità politiche presenti: «Non di solo Psr abbiamo bisogno (anche se lo stiamo faticosamente aspettando). A noi servono semplificazione e risposte concrete e certe, su temi come quello della fauna selvatica. E sono risposte che dobbiamo avere subito, per non ritrovarci tra un anno con nuove incertezze...».

La goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza dei risicoltori è stato il recente accordo che “apre” alle importazioni dal Vietnam. Ma già c’erano la Cambogia, il Myanmar... Lo ha ribadito anche Manrico Brustia, presidente Cia: «Le importazioni dai Pma vanno a peggiorare le prospettive dell’indica, che ha visto ridursi la superficie coltivata dai 50.000 ettari dello scorso anno agli attuali 32.000. E il rischio è che sparisca completamente dalle nostre coltivazioni. L’unica speranza è che si riesca ad applicare la clausola di salvaguardia o quanto meno si arrivi ad un contingentamento senza aprire a importazioni da nuovi Paesi». 

Il commissario dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, non ha usato mezzi termini: «La politica ha delle responsabilità. La stipula dell’accordo con il Vietnam è stata una sorpresa per tutti, e ancora di più lo sono state le parole del viceministro Calenda, che l’ha definito “un buon accordo”... Non vorremmo che, così come successo per lo zucchero, a lungo andare l’Italia finisca con lo sparire anche dai Paesi produttori di riso...».

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Laura Cavalli

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