Il riso piemontese protagonista a Expo
MILANO - Parlare del riso e delle altre eccellenze agroalimentrari di Alessandria e Novara per raccontare i territori dove nascono.
Questo lo scopo centrato venerdì scorso dall'evento promosso dall’Ente Nazionale Risi, organizzato dalle Camere di Commercio di Alessandria e Novara e dalla Provincia di Alessandria presso la terrazza del Padiglione “CibusèItalia – Federalimentare” di Expo. La serata, parte del programma di promozione del riso italiano ideato e realizzato dall'Ente Nazionale Risi, terzo appuntamento della serie andato in scena ad Expo, è consistita in un incontro conviviale condotto dal conduttore tv Patrizio Roversi alla presenza di autorità, rappresentanti istituzionali, imprenditori ed esperti impegnati a guidare ospiti e giornalisti alla scoperta di storia, tradizione, cultura dei territori novarese e alessandrino, delle loro produzioni risicole e delle loro eccellenze enogastronomiche: «Il Piemonte è la prima regione produttrice di riso in italia - ha evidenziato il presidente dell'Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà - Per valorizzare il prodotto serve gioco di squadra: ad Expo siamo riusciti a far togliere la definizione di “italiano” sul cartello del “Risotto basmati” nel cluster del riso».
Roberto Magnaghi, direttore generale dello stesso Ente, ha ricordato: «Novara è la terza provincia risicola italiana con 32mila ettari coltivati, 500 aziende agricole con una media di 160 ettari, 20 riserie. Due terzi della produzione vanno in Europa o altri Paesi. La realtà di Alessandria è più piccola con 7mila ettari, 250 aziende da 50 ettari ciascuna in media e 5 riserie. Considero il Piemonte la prima regione risicola al mondo!».
Paolo Rovellotti, delegato Expo per la Camera di Commercio di Novara, ha descritto il panorama vitivinicolo dei due territori: «L'Alessandrino conta 6 Dogc e 41 Doc, il Novarese una sola Docg e 4 Doc ma ha la Vespolina, piccolo vitigno autoctono».
Tra una parola e l'altra, spazio al protagonista del menù: il riso preparato con due show cooking dagli chef Andrea Ribaldone (ristorante “I due buoi” di Alessandria) e Piero Bertinotti (ristorante “Pinocchio” di Borgomanero). Prelibatezze che hanno stimolato altre riflessioni. Il noto giornalista enogastronomico Paolo Massobrio ha insistito sulla «necessità di una comunicazione più efficace delle eccellenze di cui sono protagonisti produttori che scrivono storie, di gusto e resistenza umana, restituendo qualcosa di quanto ricevuto da nonni e padri».
Proprio come fanno, tra gli altri, Maddalena e Isabella Francese che alla Cascina Canta di Gionzana hanno conservato il seme del riso Maratelli reinserito nel registro delle varietà storiche italiane. Il presidente della Cciaa di Novara, Maurizio Comoli, ha chiosato: «I 4 milioni di Pmi italiane creano valore sociale, fanno crescere le persone e costituiscono un patrimonio da vendere meglio, rispolverando identità e cultura. Il Piemonte è la 58ª economia mondiale con un Pil superiore all'Ungheria, ma bisogna fare più sistema per valorizzare le alte potenzialità andando oltre ai campanili».
MILANO - Parlare del riso e delle altre eccellenze agroalimentrari di Alessandria e Novara per raccontare i territori dove nascono.
Questo lo scopo centrato venerdì scorso dall'evento promosso dall’Ente Nazionale Risi, organizzato dalle Camere di Commercio di Alessandria e Novara e dalla Provincia di Alessandria presso la terrazza del Padiglione “CibusèItalia – Federalimentare” di Expo. La serata, parte del programma di promozione del riso italiano ideato e realizzato dall'Ente Nazionale Risi, terzo appuntamento della serie andato in scena ad Expo, è consistita in un incontro conviviale condotto dal conduttore tv Patrizio Roversi alla presenza di autorità, rappresentanti istituzionali, imprenditori ed esperti impegnati a guidare ospiti e giornalisti alla scoperta di storia, tradizione, cultura dei territori novarese e alessandrino, delle loro produzioni risicole e delle loro eccellenze enogastronomiche: «Il Piemonte è la prima regione produttrice di riso in italia - ha evidenziato il presidente dell'Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà - Per valorizzare il prodotto serve gioco di squadra: ad Expo siamo riusciti a far togliere la definizione di “italiano” sul cartello del “Risotto basmati” nel cluster del riso».
Roberto Magnaghi, direttore generale dello stesso Ente, ha ricordato: «Novara è la terza provincia risicola italiana con 32mila ettari coltivati, 500 aziende agricole con una media di 160 ettari, 20 riserie. Due terzi della produzione vanno in Europa o altri Paesi. La realtà di Alessandria è più piccola con 7mila ettari, 250 aziende da 50 ettari ciascuna in media e 5 riserie. Considero il Piemonte la prima regione risicola al mondo!».
Paolo Rovellotti, delegato Expo per la Camera di Commercio di Novara, ha descritto il panorama vitivinicolo dei due territori: «L'Alessandrino conta 6 Dogc e 41 Doc, il Novarese una sola Docg e 4 Doc ma ha la Vespolina, piccolo vitigno autoctono».
Tra una parola e l'altra, spazio al protagonista del menù: il riso preparato con due show cooking dagli chef Andrea Ribaldone (ristorante “I due buoi” di Alessandria) e Piero Bertinotti (ristorante “Pinocchio” di Borgomanero). Prelibatezze che hanno stimolato altre riflessioni. Il noto giornalista enogastronomico Paolo Massobrio ha insistito sulla «necessità di una comunicazione più efficace delle eccellenze di cui sono protagonisti produttori che scrivono storie, di gusto e resistenza umana, restituendo qualcosa di quanto ricevuto da nonni e padri».
Proprio come fanno, tra gli altri, Maddalena e Isabella Francese che alla Cascina Canta di Gionzana hanno conservato il seme del riso Maratelli reinserito nel registro delle varietà storiche italiane. Il presidente della Cciaa di Novara, Maurizio Comoli, ha chiosato: «I 4 milioni di Pmi italiane creano valore sociale, fanno crescere le persone e costituiscono un patrimonio da vendere meglio, rispolverando identità e cultura. Il Piemonte è la 58ª economia mondiale con un Pil superiore all'Ungheria, ma bisogna fare più sistema per valorizzare le alte potenzialità andando oltre ai campanili».