Impegno della Provincia contro la ‘popillia japonica’

Impegno della Provincia contro la ‘popillia japonica’
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NOVARA – La Provincia di Novara in prima linea per il contrasto alla “Popillia japonica”, il coleottero killer di origine giapponese che si nutre di quasi 300 specie vegetali, di cui almeno 100 di forte interesse economico, come il mais, la vite, il pomodoro, i meli, i fiori e che negli ultimi mesi ha fatto segnare una preoccupante espansione nell’area del Parco del Ticino.
Negli scorsi giorni il presidente della Provincia Matteo Besozzi, il consigliere delegato all’agricoltura Massimo Bosio hanno incontrato i rappresentanti delle associazioni agricole per fare nuovamente il punto di una situazione che sta assumendo contorni sempre più preoccupanti. Giovedì mattina, intanto, sarà a Novara anche l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero per un ulteriore incontro allargato ai Comuni dove l’insetto è già stato individuato.
“Il coleottero è probabilmente arrivato nei nostri territori tramite l’aeroporto di Malpensa ed ha immediatamente iniziato una rapidissima espansione – spiega Massimo Bosio – I danni più significativi sono provocati dalle larve che si nutrono delle radici di molte piante. Oltre ai danni all’agricoltura, di per sé già particolarmente ingenti, una minaccia forte è legata anche al settore florovivaistico: se le larve del coleottero venissero rinvenute nelle piante potrebbe essere determinata una moratoria alle esportazioni che comprometterebbe fortemente il settore”.
“Prioritario studiare una forma di contrasto coordinata – aggiunge il presidente della Provincia Matteo Besozzi – Chiederemo alla Regione Piemonte un impegno immediato per trovare risorse e studiare una strategia che coinvolga anche la Regione Lombardia che condivide con noi il problema. Purtroppo le sperimentazioni finora condotte (in Europa un tentativo di eradicare la popillia è stato fatto alle Azzorre, senza successo, ndr) non hanno dato i risultati sperati: le trappole si sono dimostrate uno strumento di contenimento insufficiente e il coleottero non ha predatori naturali specifici”.

mo.c.

NOVARA – La Provincia di Novara in prima linea per il contrasto alla “Popillia japonica”, il coleottero killer di origine giapponese che si nutre di quasi 300 specie vegetali, di cui almeno 100 di forte interesse economico, come il mais, la vite, il pomodoro, i meli, i fiori e che negli ultimi mesi ha fatto segnare una preoccupante espansione nell’area del Parco del Ticino.
Negli scorsi giorni il presidente della Provincia Matteo Besozzi, il consigliere delegato all’agricoltura Massimo Bosio hanno incontrato i rappresentanti delle associazioni agricole per fare nuovamente il punto di una situazione che sta assumendo contorni sempre più preoccupanti. Giovedì mattina, intanto, sarà a Novara anche l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero per un ulteriore incontro allargato ai Comuni dove l’insetto è già stato individuato.
“Il coleottero è probabilmente arrivato nei nostri territori tramite l’aeroporto di Malpensa ed ha immediatamente iniziato una rapidissima espansione – spiega Massimo Bosio – I danni più significativi sono provocati dalle larve che si nutrono delle radici di molte piante. Oltre ai danni all’agricoltura, di per sé già particolarmente ingenti, una minaccia forte è legata anche al settore florovivaistico: se le larve del coleottero venissero rinvenute nelle piante potrebbe essere determinata una moratoria alle esportazioni che comprometterebbe fortemente il settore”.
“Prioritario studiare una forma di contrasto coordinata – aggiunge il presidente della Provincia Matteo Besozzi – Chiederemo alla Regione Piemonte un impegno immediato per trovare risorse e studiare una strategia che coinvolga anche la Regione Lombardia che condivide con noi il problema. Purtroppo le sperimentazioni finora condotte (in Europa un tentativo di eradicare la popillia è stato fatto alle Azzorre, senza successo, ndr) non hanno dato i risultati sperati: le trappole si sono dimostrate uno strumento di contenimento insufficiente e il coleottero non ha predatori naturali specifici”.

mo.c.

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