«In Piemonte 5.000 posti di lavoro in più»

«In Piemonte 5.000 posti di lavoro in più»
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NOVARA - Il Jobs Act e la Garanzia Giovani sono stati al centro dell’incontro informativo svoltosi lunedì scorso all’Arengo del Broletto di Novara, organizzato dal Comune in collaborazione con l'Agenzia Piemonte Lavoro, con la partecipazione della Provincia di Novara e moderato dal giornalista Gianfranco Quaglia. Presenti diversi rappresentati di istituzioni locali, imprese, organizzazioni sindacali ed operatori del settore: «La nuova normativa sul lavoro non ha potere taumaturgico, può essere un tassello per il ritorno alla crescita - ha detto in apertura il sindaco di Novara, Andrea Ballarè - Il Comune, per quanto è competente, fa la sua parte snellendo la burocrazia e variando il Piano Regolatore per consentire alle imprese di insediarsi, crescere e svilupparsi». 
Il consigliere con la delega al Lavoro della Provincia di Novara, Biagio Diana, ha posto l’attenzione sulla «difficoltà ad organizzare i Centri per l’Impiego: nella nostra provincia per ogni operatore ci sono 12mila utenti. Bisogna combattere la mancanza di lavoro tra i giovani, una malattia cronica». 
Il direttore dell’Agenzia Piemonte Lavoro, Franco Chiaramonte, ha osservato: «Allontanare i giovani dall’occupazione significa tenere lontana dalle imprese la “generazione digitale”. Il Piemonte è stata la prima Regione a partire con la Garanzia Giovani. Nei primi tre mesi del 2015 in Piemonte i contratti a tempo indeterminato sono passati dai 17mila del 2014 a 27mila. C’è un saldo complessivo di 5.000 posti di lavoro in più. Il mercato un po’ si è mosso». 
Gabriella Manna (Agenzia Piemonte Lavoro) ha spiegato il funzionamento della “staffetta generazionale”: «I lavoratori “over 50 anni”, che entro tre anni maturino i requisiti per la pensione, possono trasformare il proprio contratto di lavoro in un part-time a patto che l’azienda provveda all’assunzione contestuale di un giovane tra i 18 e i 32 anni a tempo indeterminato, anche con contratto di apprendistato. L’Inps versa integralmente i contributi previdenziali nell’ambito di un accordo con la Regione e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che finanzia il progetto con 3 milioni di euro: fino al prossimo 30 giugno le aziende interessate potranno presentare domanda all’Apl». Manna si è poi soffermata «sui tirocini da 3 a 6 mesi per i giovani tra i 15 e 29 anni: per 40 ore settimanali percepiscono 600 euro mensili, 500 euro a carico di Garanzia Giovani tramite Inps e solo 100 euro a carico dell’azienda ospitante». 
Anche le imprese hanno offerto il loro punto di vista. Michel Malacarne (area sindacale di Api No, Vc e Vco), ha ammonito: «La crisi non è finita: le aziende italiane soffrono da sei anni, le tutele crescenti allentano i vincoli dell’articolo 18». 
Gianni Canazza, responsabile del Settore Lavoro e Previdenza - Area Relazioni Industriali dell'Associazione Industriali di Novara, dal canto uso ha sottolineato: «Nel 1983 la legge sul contratto di formazione lavoro ha consentito il ricambio generazionale. Oggi l’imprenditore teme l’incertezza: il legislatore deve fornire regole e risorse certe per rendere determinati strumenti strutturali, dando così slancio alla ripresa e trasformando l’attuale onda di riflusso in uno tsunami». 
La voce dei sindacati: secondo Luca Caretti (segretario generale Cisl Piemonte Orientale) «il Job Acts da solo non basta, la ripresa ci sarà se ripartono i consumi. Le Agenzie per il Lavoro gestite a livello territoriale sono fondamentali. Servono più risorse per la staffetta generazionale». Stella Cepile (Cgil Novara), ha aggiunto: «Dopo la crisi troveremo un mondo del lavoro cambiato. La contrazione dei costi non sia l’unico stimolo, bisogna perseguire la qualità del lavoro tramite la ricerca, lo sviluppo, le tecnologie». Raffaele Arezzi (segretario generale Uil Novara), ha rimarcato: «Oggi mancano posti di lavoro ed assunzioni, serve una solidarietà generale: la staffetta generazionale sia uno stimolo anche per le imprese, il Jobs Act va accompagnato da concretizzazioni di sviluppo». 
Le conclusioni dell’assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Giovanna Pentenero: «Le politiche attive e i servizi per il lavoro sono la terza gamba fondamentale del Jobs Act - queste le parole di Pentenero - La Garanzia Giovani deve intercettare anche i ragazzi “Neet”. I fondi comunitari Fse e Fesr vanno gestiti facendo sinergia e gioco di squadra».
Filippo Bezio

NOVARA - Il Jobs Act e la Garanzia Giovani sono stati al centro dell’incontro informativo svoltosi lunedì scorso all’Arengo del Broletto di Novara, organizzato dal Comune in collaborazione con l'Agenzia Piemonte Lavoro, con la partecipazione della Provincia di Novara e moderato dal giornalista Gianfranco Quaglia. Presenti diversi rappresentati di istituzioni locali, imprese, organizzazioni sindacali ed operatori del settore: «La nuova normativa sul lavoro non ha potere taumaturgico, può essere un tassello per il ritorno alla crescita - ha detto in apertura il sindaco di Novara, Andrea Ballarè - Il Comune, per quanto è competente, fa la sua parte snellendo la burocrazia e variando il Piano Regolatore per consentire alle imprese di insediarsi, crescere e svilupparsi». 
Il consigliere con la delega al Lavoro della Provincia di Novara, Biagio Diana, ha posto l’attenzione sulla «difficoltà ad organizzare i Centri per l’Impiego: nella nostra provincia per ogni operatore ci sono 12mila utenti. Bisogna combattere la mancanza di lavoro tra i giovani, una malattia cronica». 
Il direttore dell’Agenzia Piemonte Lavoro, Franco Chiaramonte, ha osservato: «Allontanare i giovani dall’occupazione significa tenere lontana dalle imprese la “generazione digitale”. Il Piemonte è stata la prima Regione a partire con la Garanzia Giovani. Nei primi tre mesi del 2015 in Piemonte i contratti a tempo indeterminato sono passati dai 17mila del 2014 a 27mila. C’è un saldo complessivo di 5.000 posti di lavoro in più. Il mercato un po’ si è mosso». 
Gabriella Manna (Agenzia Piemonte Lavoro) ha spiegato il funzionamento della “staffetta generazionale”: «I lavoratori “over 50 anni”, che entro tre anni maturino i requisiti per la pensione, possono trasformare il proprio contratto di lavoro in un part-time a patto che l’azienda provveda all’assunzione contestuale di un giovane tra i 18 e i 32 anni a tempo indeterminato, anche con contratto di apprendistato. L’Inps versa integralmente i contributi previdenziali nell’ambito di un accordo con la Regione e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che finanzia il progetto con 3 milioni di euro: fino al prossimo 30 giugno le aziende interessate potranno presentare domanda all’Apl». Manna si è poi soffermata «sui tirocini da 3 a 6 mesi per i giovani tra i 15 e 29 anni: per 40 ore settimanali percepiscono 600 euro mensili, 500 euro a carico di Garanzia Giovani tramite Inps e solo 100 euro a carico dell’azienda ospitante». 
Anche le imprese hanno offerto il loro punto di vista. Michel Malacarne (area sindacale di Api No, Vc e Vco), ha ammonito: «La crisi non è finita: le aziende italiane soffrono da sei anni, le tutele crescenti allentano i vincoli dell’articolo 18». 
Gianni Canazza, responsabile del Settore Lavoro e Previdenza - Area Relazioni Industriali dell'Associazione Industriali di Novara, dal canto uso ha sottolineato: «Nel 1983 la legge sul contratto di formazione lavoro ha consentito il ricambio generazionale. Oggi l’imprenditore teme l’incertezza: il legislatore deve fornire regole e risorse certe per rendere determinati strumenti strutturali, dando così slancio alla ripresa e trasformando l’attuale onda di riflusso in uno tsunami». 
La voce dei sindacati: secondo Luca Caretti (segretario generale Cisl Piemonte Orientale) «il Job Acts da solo non basta, la ripresa ci sarà se ripartono i consumi. Le Agenzie per il Lavoro gestite a livello territoriale sono fondamentali. Servono più risorse per la staffetta generazionale». Stella Cepile (Cgil Novara), ha aggiunto: «Dopo la crisi troveremo un mondo del lavoro cambiato. La contrazione dei costi non sia l’unico stimolo, bisogna perseguire la qualità del lavoro tramite la ricerca, lo sviluppo, le tecnologie». Raffaele Arezzi (segretario generale Uil Novara), ha rimarcato: «Oggi mancano posti di lavoro ed assunzioni, serve una solidarietà generale: la staffetta generazionale sia uno stimolo anche per le imprese, il Jobs Act va accompagnato da concretizzazioni di sviluppo». 
Le conclusioni dell’assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Giovanna Pentenero: «Le politiche attive e i servizi per il lavoro sono la terza gamba fondamentale del Jobs Act - queste le parole di Pentenero - La Garanzia Giovani deve intercettare anche i ragazzi “Neet”. I fondi comunitari Fse e Fesr vanno gestiti facendo sinergia e gioco di squadra».
Filippo Bezio

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