L’area di Agognate cambia, tutto da rifare

L’area di Agognate cambia, tutto da rifare
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NOVARA - Il 21 febbraio 2014 il Consiglio comunale aveva approvato la variante per dare il via all’area produttiva logistica di Agognate. La deliberazione si riferiva: al piano particolareggiato di iniziativa pubblica convenzionato, in contestuale variante al Piano regolatore generale e relativo all’attuazione della aree produttive logistiche; all’adozione del Ppe e della proposta tecnica del progetto preliminare di variante; all’avvio del procedimento della Valutazione ambientale strategica (Vas) nella fase di specificazione dei contenuti del rapporto ambientale. 

NOVARA - Il 21 febbraio 2014 il Consiglio comunale aveva approvato la variante per dare il via all’area produttiva logistica di Agognate. La deliberazione si riferiva: al piano particolareggiato di iniziativa pubblica convenzionato, in contestuale variante al Piano regolatore generale e relativo all’attuazione della aree produttive logistiche; all’adozione del Ppe e della proposta tecnica del progetto preliminare di variante; all’avvio del procedimento della Valutazione ambientale strategica (Vas) nella fase di specificazione dei contenuti del rapporto ambientale. 
Un’approvazione con un risultato politicamente chiaro, già dall’inizio la compattezza della maggioranza era stata granitica. Il fuoco di fila di contestazioni avanzate dall’opposizione sembravano aver avuto l’effetto di galvanizzare i consiglieri di Pd e Sel (questi ultimi particolarmente attaccabili per la loro posizione anti Agognate tenuta in campagna elettorale) che avevano replicato senza esitazione per motivare il proprio favore al progetto. 
La delibera approvata, costituiva una proposta tecnica preliminare, con la previsione di tornare altre tre volte in Consiglio. Nei giorni seguenti all’approvazione, si costituirono subito dei comitati che chiedevano una retromarcia del Comune, su un progetto di cementificazione di un’area vasta 1,2 milioni di metri quadri. I consiglieri di Sel (Sinistra ecologia libertà) furono messi alla gogna dal loro stesso partito per aver votato a favore.
Successivamente la Regione Piemonte (che il 25 marzo 2013 ha promulgato una legge per contenere il consumo del suolo) in sede di valutazione del progetto ha ridimensionato l’area d’insediamento a 600.000 metri quadri di cui solo 252.000 da destinare ai fabbricati. 
La notizia del ridimensionamento ha colto di sorpresa il mondo politico novarese. La riduzione della superficie a disposizione di circa il 40%, imposta dalla Regione, forse anche a causa del focus provocato dalle polemiche sollevate da politici e associazioni ambientaliste, ha avuto come conseguenza la rinuncia al bando da parte di Cssg. In campo rimane il Gruppo Vailog, il cui patron Giuseppe Bertola, dal suo ufficio piacentino di Castel San Giovanni, ha lanciato dalla pagine del quotidiano La Stampa un sollecito al sindaco di fare presto con la nuova autorizzazione. La società ha già pronto il progetto ridimensionato, ma è indispensabile  ritornare in aula e ricominciare l’iter approvativo, compito ineludibile del Consiglio comunale. 

Mariateresa Ugazio

Leggi l’articolo integrale sul Corriere di Novara di sabato 21 marzo 

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