La Consulta boccia i conti

La Consulta boccia i conti
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La Corte Costituzionale, a fine luglio, ha bocciato il bilancio di assestamento del 2013 della Regione Piemonte, allora governata da Roberto Cota. I giudici della Consulta hanno ritenuto illegittimo l'utilizzo dei fondi statali, concessi grazie al cosiddetto decreto 35 "sblocca crediti" per pagare i debiti ai fornitori soprattutto in ambito sanitario, scaduti al 2012 e finiti invece a gonfiare le capacità di bilancio della Regione e a coprire il disavanzo. Disavanzo che, ora, dovrà essere ricalcolato.
I fondi ottenuti dal Piemonte nel 2013 attraverso quattro contratti con il Ministero dell'Economia non erano mutui, ammortizzabili e da contabilizzare secondo le regole proprie, ma semplici anticipazioni di cassa e, quindi, non potevano allargare il perimetro di spesa della Regione. Questo sostiene la Consulta.
Il bilancio 2013 del Piemonte era già stato oggetto delle censure della Corte dei Conti che aveva promosso il giudizio davanti ai giudici costituzionali visto che quelle anticipazioni furono utilizzate come fonti di finanziamento del pregresso disavanzo di amministrazione e di alcune nuove spese in materia sanitaria. Secondo i giudici contabili il disavanzo di amministrazione dell'esercizio 2013 per 364.983.307,7 euro non era veritiero: le spese finanziate con le anticipazioni di liquidità erano, infatti, prive di copertura e quindi il disavanzo di amministrazione doveva lievitare a 2 miliardi 554 milioni 603mila 200,01 euro.
Sandro Devecchi

Leggi di più sul Corriere di Novara di lunedì 24 agosto 2015

La Corte Costituzionale, a fine luglio, ha bocciato il bilancio di assestamento del 2013 della Regione Piemonte, allora governata da Roberto Cota. I giudici della Consulta hanno ritenuto illegittimo l'utilizzo dei fondi statali, concessi grazie al cosiddetto decreto 35 "sblocca crediti" per pagare i debiti ai fornitori soprattutto in ambito sanitario, scaduti al 2012 e finiti invece a gonfiare le capacità di bilancio della Regione e a coprire il disavanzo. Disavanzo che, ora, dovrà essere ricalcolato.
I fondi ottenuti dal Piemonte nel 2013 attraverso quattro contratti con il Ministero dell'Economia non erano mutui, ammortizzabili e da contabilizzare secondo le regole proprie, ma semplici anticipazioni di cassa e, quindi, non potevano allargare il perimetro di spesa della Regione. Questo sostiene la Consulta.
Il bilancio 2013 del Piemonte era già stato oggetto delle censure della Corte dei Conti che aveva promosso il giudizio davanti ai giudici costituzionali visto che quelle anticipazioni furono utilizzate come fonti di finanziamento del pregresso disavanzo di amministrazione e di alcune nuove spese in materia sanitaria. Secondo i giudici contabili il disavanzo di amministrazione dell'esercizio 2013 per 364.983.307,7 euro non era veritiero: le spese finanziate con le anticipazioni di liquidità erano, infatti, prive di copertura e quindi il disavanzo di amministrazione doveva lievitare a 2 miliardi 554 milioni 603mila 200,01 euro.
Sandro Devecchi

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